Deepwater - Inferno sull'oceano (2016)
- michemar

- 8 gen 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 29 mag 2023

Deepwater - Inferno sull'oceano
(Deepwater Horizon) USA/Hong Kong/Cina 2016 dramma/azione 1h47’
Regia: Peter Berg
Soggetto: David Barstow, David S. Rohde, Stephanie Saul (articoli)
Sceneggiatura: Matthew Michael Carnahan, Matthew Sand
Fotografia: Enrique Chediak
Montaggio: Colby Parker Jr., Gabriel Fleming
Musiche: Steve Jablonsky
Scenografia: Chris Seagers
Costumi: Kasia Walicka-Maimone
Mark Wahlberg: Mike Williams
Kurt Russell: Jimmy Harrell
John Malkovich: Donald Vidrine
Gina Rodriguez: Andrea Fleytas
Dylan O'Brien: Caleb Holloway
Kate Hudson: Felicia Williams
Ethan Suplee: Jason Anderson
Brad Leland: Kaluza
Henry Frost: Shane Roshto
Jeremy Sande: Adam Weise
David Maldonado: cap. Curt Kuchta
J.D. Evermore: Dewey A. Revette
TRAMA: Il racconto del coraggio di coloro che lavoravano nella piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, nel Golfo del Messico, e dei momenti di terrore, di resistenza e di voglia di sopravvivenza, di fronte a quello che il 20 aprile 2010 sarebbe diventato uno dei più grandi disastri causati dall'uomo nella storia della Terra.
Voto 6,5

Basato su fatti realmente accaduti, il film è incentrato sull'esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon e sul successivo disastro ambientale avvenuto nell'aprile 2010, raccontando lo sforzo e il coraggio di alcuni uomini per salvare il maggior numero di vite possibile. Quel giorno, sulla piattaforma costruita nel Golfo del Messico, si verificò uno dei più gravi disastri mondiali causati dall'uomo. Il film di Peter Berg, prodotto e interpretato da Mark Wahlberg, racconta una storia di vitale importanza che molti non hanno visto: la storia dei 126 lavoratori che si trovavano lì a bordo, sorpresi nelle più strazianti circostanze immaginabili con uomini e donne altamente specializzati che riponevano in un faticoso turno le speranze di tornare dalle loro famiglie ed alle loro vite sulla terraferma. In un attimo, si sono trovati catapultati nel giorno più brutto della loro vita, spinti a trovare il coraggio per combattere contro un inarrestabile inferno di fuoco nel bel mezzo dell'oceano e, quando tutto sembrava perduto, cercare di salvarsi l'un l'altro.

Nonostante l’etichetta necessario che dice “basato su una storia vera", il film è strutturato non tanto come una cronaca romanzata di eventi reali (come spesso succede) quanto come un film catastrofico girato nella maniera vecchio stile, in cui la regia sceglieva di mostrare anche gli aspetti privati dei personaggi e lo dimostrano il coinvolgimento del protagonista Mike Williams, molto realistico, e l’atto di accusa verso i responsabili della piattaforma petrolifera che era stata installata per la trivellazione e l'estrazione del petrolio, gestita dalla società privata Transocean, vicino alla costa meridionale della Louisiana per conto di BP, la società maggiormente accusata dal film. Opera ben realizzata che fa sentire partecipe anche il pubblico, con i personaggi principali sufficientemente caratterizzati e un buon lavoro del regista nel creare la giusta tensione verso il cataclisma che non si riuscì, per vari motivi e colpe, ad evitare o a limitare, causando la morte di 11 persone e distruzione dell’infrastruttura.

Il protagonista è Mike Williams (Mark Wahlberg), un veterano di quel lavoro, appena arrivato sulla Deepwater Horizon per un altro turno di servizio quando le cose iniziano ad andare male. Ha appena avuto il tempo di cambiarsi per indossare i suoi abiti da lavoro quando il capo della piattaforma, Jimmy Harrell (Kurt Russell), sta effettuando alcuni controlli dopo le obiezioni di un dirigente della BP, l’antipatico Donald Vidrine (interpretato con gusto da John Malkovich). I dipendenti della Transocean che gestiscono l'impianto, tra cui Andrea Fleytas (Gina Rodriguez), Caleb Holloway (Dylan O'Brien) e Jason Anderson (Ethan Suplee), sono profondamente preoccupati a causa di alcune letture della strumentazione di controllo, ma i funzionari della BP, più preoccupati per i ritardi di 43 giorni del programma del progetto e per le pressioni dei superiori, li costringono ad andare avanti. Poi, mentre Mike sta parlando via Skype con sua moglie (Kate Hudson) e Jimmy sta facendo la doccia, si scatena l'inferno.

Siamo alle solite: gli interessi contrastanti tra profitto e sicurezza del lavoro, che si traduce, in caso di disastri o di morti, in una sconfitta per tutti, anche del tornaconto dei proprietari delle imprese. Inevitabilmente, nelle trame vere o di fiction c’è sempre il cattivo, quello che deve difendere gli interessi della produzione e qui John Malkovich va a nozze con il suo personaggio, quando invece a posteriori si scoprì che c’erano ampie prove che il disastro avrebbe potuto essere mitigato se non addirittura evitato del tutto. Solo se la BP avesse sostenuto un approccio più misurato e più oculato. Mark Wahlberg è l'ideale per questo tipo di ruolo, uomo di poche parole ma sufficienti per disegnarne il carattere, mentre è curioso osservare che il solito grintoso Kurt Russell recita per la prima volta con la figlia adottiva Kate Hudson, qui presente con un ruolo secondario.

Peter Berg fa una buonissima elaborazione della sceneggiatura perché il prodotto finale è molto verosimile e nonostante i contributi degli effetti speciali pare tutto reale, persino con esplosioni create dal vero: da ciò ne consegue l’impressione di assistere a scene molto attendibili e autentiche. Inoltre, si dimostra. nell’occasione. regista attento ad evitare la retorica e l’eccessiva spettacolarità - che pur si nota - che ne avrebbe diminuito l’efficacia e la morale contro lo sfruttamento della natura e della sicurezza dei lavoratori. Ma soprattutto risulta evidente la condanna degli interessi economici. Al film non si può abbinare del tutto la definizione di opera catastrofica, piuttosto ha le sembianze, nei momenti topici del disastro, del film di guerra, con esplosioni, fiamme e persone vere che devono salvarsi e correre in soccorso dei colleghi. Umanesimo e progresso economico-industriale non sempre vanno a braccetto.

Mark Wahlberg, interessato in quanto anche produttore, tenne a precisare che gli intenti suoi e del regista era raccontare la storia dal punto di vista dei sopravvissuti e siccome la sceneggiatura era già scritta, loro l’hanno rielaborata dopo che hanno voluto conoscere meglio il vero Mike Williams: grazie a lui hanno potuto offrire un racconto più accurato e diretto. Molto ha contato la volontà di approfondire i dettagli biografici per creare empatia con gli spettatori, perché a lui e al regista non interessava fare un action movie puro, ma cercavano una buona dose di azione e di effetti spettacolari, ma soprattutto volevano concentrarsi sugli esseri umani. Se si scoprono questi importanti aspetti, il film, che non è assolutamente un disaster movie, viene molto apprezzato per l’umanità che vi si può leggere.






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