Dietro i candelabri (2013)
- michemar

- 11 feb 2019
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 18 ago

Dietro i candelabri (Behind the Candelabra) USA 2013 biografico 1h58'
Regia: Steven Soderbergh Soggetto: Scott Thorson, Alex Thorleifson (autobiografia) Sceneggiatura: Richard LaGravenese Fotografia: Steven Soderbergh Montaggio: Steven Soderbergh Scenografia: Howard Cummings Costumi: Ellen Mirojnick
Michael Douglas: Liberace Matt Damon: Scott Thorson Rob Lowe: Dr. Jack Startz Dan Aykroyd: Seymour Heller Boyd Holbrook: Cary James Debbie Reynolds: Frances Liberace
TRAMA: Nato nel 1919, Liberace raggiunge il successo come pianista negli anni Cinquanta, impressionando tutti con i suoi spettacoli eccentrici e colorati. Presentandosi al pubblico sempre truccato, cotonato e con abiti vistosi che spesso cuciva con le sue stesse mani, Liberace per tutta la vita nasconde la sua omosessualità e la storia d'amore, durata dal 1977 al 1982, con Scott Thorson, l'ex giovane autista divenuto amante, amico e confidente.
Voto 5,5

Steven Soderbergh è un vero cineasta nel senso più completo del termine: regista, produttore, sceneggiatore, direttore della fotografia, montatore e perfino un paio di volte attore. Quanti possono vantare un simile curriculum? E non finisce qui. Il suo eclettismo si rispecchia anche nel genere di film che intende dirigere, mai fermo e fossilizzato in uno, essendosi interessato dalla commedia più pimpante al cinema d’inchiesta, dal biopic più approfondito (meraviglioso e lungo suo “Che”) alla serie televisiva di grande impatto (l’ultimo è un grande successo: The Kinick). Per non parlare di film apprezzatissimi e premiati come l’esordio di Sesso, bugie e videotape, Erin Brockovich e soprattutto il suo capolavoro fino a questo momento (a mio parere) Traffic. Chiaro che quando ci si “getta” con cuore in tanti spericolati progetti si rischia sempre.

Eccolo qui che accetta di dirigere un biopic che scotta e con cui si può anche sbagliare: la vita spericolata del pianista e showman Liberace. I pericoli erano tanti giacché il personaggio è stato già di suo spericolato, eccentrico, barocco e di gran successo. Sì, perché fare un film su un personaggio di successo (ma solo da loro, in America) è sempre un rischio, poiché è più facile rovinare il ricordo che ha la gente di quella persona che esaltarla. Soderbergh è riuscito benissimo a ricreare l’ambiente e l’atmosfera di quegli anni, di quel tipo di spettacolo e a condurci per mano nel mondo gay di lusso, anzi di extra-lusso, qual era la vita che si poteva permettere Liberace. Dal titolo dell’opera si intuisce lo stile e i gusti del personaggio, circondato com’era da candelabri appesi o seminati per tutta la sua lussuosa villa, dorati e sfavillanti come i suoi mobili, i suoi pianoforti, i suoi lussureggianti abiti da scena e da camera.

Eppure nel film, stranamente, non succede quasi nulla, proprio poco. Il racconto fila liscio come l’olio, le interpretazioni dei due attori principali (un bravissimo Michael Douglas ed un adeguato e sorprendente muscoloso Matt Damon) sono eccellenti, ma non succede nulla. Mai un sussulto nella storia, mai una scena da ricordare, mai un momento topico della loro storia d’amore. Basterebbe riguardarsi lo stupendo Any Day Now di Travis Fine per capire quello che si può fare di una bella storia d’amore tra due uomini e la ricerca di affetto familiare. Invece Soderbergh si limita a raccontare i giorni che scorrono tra gesti affettuosi, regali, litigi, discussioni tra avvocati per la separazione. Evidentemente non mi ha entusiasmato.

Il film è sfavillante come i suoi personaggi ma l’opera invece si spegne senza faville piano piano, man mano che la storia si sviluppa e il tempo passa, per Liberace e Scott Thorson e per lo spettatore. Da apprezzare su tutto, oltre la interpretazione dei due bravi attori, è il coraggio del regista (ma Soderbergh è sempre coraggioso, almeno fino all’ultimo film della sua carriera, che è sempre quello che sta girando) e di Douglas e Damon, perché non è da tutti truccarsi così e mostrarsi quasi completamente nudi in scene di sesso non però – per fortuna – tanto esplicite. Fa nulla, il regista ci riproverà ancora a girare un buon film, con il suo prossimo ultimo.
Essendo un film per la televisione, la buona fattura ineccepibile da parte di tutti - cast tecnico e artistico - ha portato significativi premi nel ramo relativo.
Riconoscimenti
Emmy Award 2013
Miglior miniserie o film per la televisione
Miglior attore in una miniserie o film per la televisione a Michael Douglas
Miglior regia per un film, miniserie o speciale drammatico
Candidatura per il miglior attore in una miniserie o film per la televisione a Matt Damon
Candidatura per il miglior attore non protagonista in una miniserie o film per la televisione
Candidatura per la miglior sceneggiatura per un film, miniserie o speciale drammatico
Golden Globe 2014
Miglior miniserie o film per la televisione
Miglior attore in una miniserie o film per la televisione a Michael Douglas
Candidatura per il miglior attore in una miniserie o film per la televisione a Matt Damon
Candidatura per il miglior attore non protagonista in una serie a Rob Lowe
BAFTA 2014
Candidatura per la miglior sceneggiatura non originale
Candidatura per il miglior attore non protagonista a Matt Damon
Candidatura per la miglior scenografia
Candidatura per i migliori costumi
Candidatura per il miglior trucco e acconciatura










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