Don Camillo (1952)
- michemar

- 21 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Don Camillo
Italia/Francia 1952 commedia 1h36’
Regia: Julien Duvivier
Soggetto: Giovannino Guareschi
Sceneggiatura: Julien Duvivier, René Barjavel
Fotografia: Nicolas Hayer
Montaggio: Maria Rosada
Musiche: Alessandro Cicognini
Scenografia: Virgilio Marchi
Fernandel: don Camillo
Gino Cervi: Peppone, Giuseppe Bottazzi
Sylvie: signora Cristina
Vera Talchi: Gina Filotti
Franco Interlenghi: Mariolino della Bruciata
Saro Urzì: il Brusco
Charles Vissières: il Vescovo
Marco Tulli: lo Smilzo
Giovanni Onorato: Scartazzini
Gualtiero Tumiati: Ciro della Bruciata
Luciano Manara: Filotti
Leda Gloria: signora Bottazzi
Giorgio Albertazzi: don Pietro
TRAMA: In un paese della Bassa Padana, nell’immediato dopoguerra, viene eletto un sindaco comunista: Giuseppe Bottazzi detto Peppone. A contrastarlo in tutti i modi è il parroco, il combattivo don Camillo. I rossi proclamano uno sciopero agricolo e don Camillo fa di tutto per farlo fallire, ma poi non rifiuta di benedire la Casa del Popolo e dà il battesimo all’ultimo nato del rivale.
VOTO 6,5

Basato sui racconti di Giovannino Guareschi, il film (come i seguiti) è ambientato nel piccolo paese di Brescello e racconta le vicende del parroco Don Camillo, interpretato da Fernandel, e del sindaco comunista Peppone, interpretato da Gino Cervi. La loro rivalità politica è al centro della trama, ma non manca un profondo rispetto reciproco che emerge nei momenti di crisi.

È rimasto nella memoria popolare per la forte simpatia e la evidente semplicità della vita di quei tempi, sempre mantenendo un giusto equilibrio tra commedia e critica sociale, offrendo uno spaccato della vita italiana del dopoguerra.

Le interpretazioni di Fernandel e Gino Cervi sono memorabili, rendendo i loro personaggi iconici nella cultura cinematografica italiana, mentre la regia di Julien Duvivier riesce a mantenere un tono leggero e divertente, pur affrontando temi importanti come la politica e la religione.

Pur essendo un film senza grandi pretese, ha ricevuto anche riconoscimenti inattesi, tra cui:
Nastro d’argento 1952
Migliore attore straniero a Fernandel
Deutscher Filmpreis 1953
Coppa d’argento
National Board of Review 1953
Miglior film straniero dell’anno
Premio BAFTA 1954
Candidatura come miglior film internazionale
Qui l’intero film in versione restaurata






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