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Don Camillo e l’onorevole Peppone(1955)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 4 giu
  • Tempo di lettura: 2 min
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Don Camillo e l’onorevole Peppone

Italia, Francia 1955 commedia 1h37’

 

Regia: Carmine Gallone

Soggetto: Giovannino Guareschi

Sceneggiatura: Giovannino Guareschi

Fotografia: Anchise Brizzi

Montaggio: Niccolò Lazzari

Musiche: Alessandro Cicognini

Scenografia: Virgilio Marchi

Costumi: Pia Marchesini

 

Fernandel: don Camillo

Gino Cervi: Peppone

Claude Sylvain: Clotilde

Leda Gloria: Maria, moglie di Peppone

Saro Urzì: il Brusco

Umberto Spadaro: Bezzi

Marco Tulli: lo Smilzo

Memmo Carotenuto: lo Spiccio

Giovanni Onorato: il Lungo

Carlo Duse: il Bigio

Aldo Vasco: il mezzadro Tasca

Guido Celano: il maresciallo

Luigi Tosi: il Pretore

Manuel Gary: avv. Cerratini

Mario Siletti: avv. Stilet

 

TRAMA: Don Camillo scopre che Peppone intende candidarsi come deputato e decide di sabotare le sue aspirazioni politiche facendo campagna elettorale contro di lui.

 

VOTO 6,5


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Il sindaco comunista Peppone decide di candidarsi deputato al Parlamento. Gli ostacoli da superare non sono pochi: primo tra tutti il fatto che non abbia alcun titolo di studio e quindi si rende necessario il conseguimento della licenza elementare. Peppone riceve l’aiuto determinante di don Camillo. Per dare una mano al sindaco, la federazione del partito avvia una campagna elettorale molto energica.



A due anni dal trionfo del secondo episodio di Don Camillo, il prete e il suo nemico giurato, il comunista Peppone, tornano per nuove avventure. Questa volta la produzione italiana, che in precedenza era stata il produttore di maggioranza, prende il controllo delle operazioni poiché il regista Julien Duvivier non fa più parte dell’avventura.



Gli succede l’italiano Carmine Gallone, un veterano del nostro cinema che ha lavorato in ogni genere popolare possibile fin dal suo primo film nel 1913 e che concluderà la sua ricca carriera con ben 125 film al suo attivo. A suo agio nella commedia, nel melodramma o nel film storico, il regista non è un rivoluzionario sul piano formale, ma senz’altro un ottimo artigiano e lo dimostra con questa terza parte di una saga che riprende la strada senza scossoni come una normale continuità.


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Come per i film precedenti, la sceneggiatura è principalmente una serie di sketch più o meno divertenti, che trovano una vaga unità grazie alle imminenti elezioni in paese.


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Il sistema funziona di nuovo grazie all’evidente complicità tra Fernandel e Gino Cervi che formano la solita coppia formidabile, sempre con straordinario affiatamento.



 
 
 

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