Dopo il matrimonio (2019)
- michemar

- 25 mar 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 27 set

Dopo il matrimonio
(After the Wedding) USA, UK 2019 dramma 1h52’
Regia: Bart Freundlich
Sceneggiatura: Bart Freundlich
Fotografia: Julio Macat
Montaggio: Joseph Krings
Musiche: Mychael Danna
Scenografia: Grace Yun
Costumi: Arjun Bhasin
Michelle Williams: Isabel Andersen
Julianne Moore: Theresa Young
Billy Crudup: Oscar Carlson
Abby Quinn: Grace Carlson
Will Chase: Frank
Alex Esola: Jonathan
Susan Blackwell: Gwen
TRAMA: Isabel, co-fondatrice di un orfanotrofio nel sud dell'India, si reca a New York per incontrare Theresa, che sta per vendere la sua compagnia e cerca un'associazione a cui donare. Nonostante sia frustata di dover allontanarsi così tanto, Isabel accetta la riunione, che avviene il giorno prima del matrimonio della figlia di Theresa, Grace. Al matrimonio, Isabel rimane sorpresa quando scopre che il marito di Theresa è Oscar, l’uomo che lei ha lasciato tanti anni prima.
Voto 6,5

Come e più delle altre occasioni, è impossibile non partire dalla considerazione che questo è il remake di un film omonimo della premiata Susanne Bier, che il regista Bart Freundlich (consorte di Julianne Moore, qui presente nel cast) ha voluto rifare quasi identico, apportando però anche sostanziali modifiche, come per esempio il sesso del protagonista principale. Quindi, in buona sostanza, si tratta di una nuova versione americana ma restando fedele allo spirito con cui era stata realizzata la versione originale, traslocando l’ambientazione dalla Danimarca agli USA.

È impossibile, si diceva, trascurare il particolare del rifacimento perché l’originale del 2006 era stato apprezzato in tutto il mondo ed era nella cosiddetta short list per l’Oscar ai film non in lingua inglese. Un film molto amato che vedeva al centro della trama un impegnato Mads Mikkelsen. Qui il regista scrive egli stesso una sceneggiatura basata invece sulla figura centrale di una donna, Isabel, interpretata magistralmente dalla sempre brava Michelle Williams, attrice che con il suo malinconico sorriso riesce in ogni occasione a trasmettere il disagio intimo causato dalle contrastanti circostanze che si creano intorno alla vita dei suoi personaggi.

L’ossatura della vicenda è praticamente la stessa, con la protagonista che opera nell’aiuto umanitario come co-fondatrice di un orfanotrofio nel sud dell'India, che un giorno viene contattata con enorme sorpresa da una signora americana per ricevere una notevole donazione. Occasione da non perdere assolutamente, visto l’estremo bisogno che hanno queste ONLUS per poter svolgere il loro encomiabile compito. Isabel è ben disposta a partire anche immediatamente, sebbene provi un certo turbamento ad abbandonare momentaneamente i suoi amati bimbi e partire per gli Stati Uniti. Ma giunta a destinazione la sorpresa è enorme e scopre con disappunto la vera causa del suo lungo viaggio. Le sorprese sono tante e la scuotono nel profondo, riportando a galla ricordi ormai messi da parte. Esplodono sentimenti nascosti da tempo, emergono difficoltà che la donna non si attendeva, e arriva alla fine il nodo di dover prendere decisioni assolutamente non facili.

Se nel film originale era il bravissimo Mikkelsen a reggere l’emozione e il dramma della vicenda complessa, anche molto personale, stavolta tocca alla superlativa Michelle Williams, attrice appunto capace di esprimere efficacemente e semplicemente con il suo sguardo triste e accigliato, raccontare i travagli di una decisione sofferta che mai avrebbe pensato di affrontare. Osserviamo bene le varie sequenze della festa del matrimonio, fasi in cui emerge la scomodità con cui Isabel assiste e da cui ben presto scapperà. Osserviamo bene l’immagine della foto ricordo, come nella copertina: sono in cinque, gli sposi, i due genitori e lei. I primi quattro sono vicini e allacciati da braccia affettuose, lei è qualche centimetro distante, quasi isolata, sentendosi del tutto fuori luogo. Osserviamo la sua espressione. Avrebbe voluto trovarsi invece all’altro capo del mondo, vicino ai suoi bimbi e in particolare a quello a cui dedica più affetto.


La critica non è stata molto benigna nei confronti di questa versione, ma io invece l’ho trovata apprezzabile soprattutto per la intensa interpretazione della protagonista, ottimamente accompagnata da Julianne Moore. Il punto debole è una regia piuttosto anonima, poco influente, che evidentemente ha lasciato mano libera prima di tutto alle due esperte attrici e poi anche ai comprimari, tra cui un tiepido Billy Crudup, meno incisivo di altre occasioni.






Commenti