Doppio taglio (1985)
- michemar

- 14 apr 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 19 ott 2023

Doppio taglio
(Jagged Edge) USA 1985 thriller 1h48’
Regia: Richard Marquand
Sceneggiatura: Joe Eszterhas
Fotografia: Matthew F. Leonetti
Montaggio: Sean Barton, Conrad Buff IV
Musiche: John Barry
Scenografia: Gene Callahan
Costumi: Ann Roth
Glenn Close: Teddy Barnes
Jeff Bridges: Jack Forrester
Peter Coyote: Thomas Krasny
Robert Loggia: Sam Ransom
John Dehner: giudice Carrigan
Lance Henricksen: Frank Martin
James Karen: Andrew Hardesty
Ben Hammer: dr. Goldman
William Allen Young: Greg Arnold
Guy Boyd: Matthew Barnes
TRAMA: Una ricchissima donna e la sua cameriera sono state uccise. Jack Forrester, il marito, editore di successo con ambizioni politiche, è imputato dei due delitti. Poco tempo prima Jack aveva cercato di distruggere la carriera e la reputazione del procuratore distrettuale, il quale è ora ben lieto di fare dell'uomo l'indiziato principale. Lo difende una bella avvocatessa, all'inizio piuttosto riluttante.
Voto 6,5

Per capire bene in quale tipo di atmosfera morbosa e in quale tipo di thriller ci si ritrova è necessario stavolta partire non dal regista ma dallo sceneggiatore Joe Eszterhas. Suoi gli script dell’interessante Music Box - Prova d'accusa (di Costa-Gavras) ma soprattutto, di Betrayed – Tradita (dello stesso regista), Basic Instinct (Paul Verhoeven) e il micidiale Jade di William Friedkin, quindi di film intricati nella trama da giallo ma profondamente contaminati dall’eros e dai turbamenti psicologici. E con le protagoniste femminili al centro dello scenario. Anche questa volta non si esce facilmente dal labirinto che lo sceneggiatore costruisce, tra dubbi e misteri.

Il film narra di Jack Forrester, che è un potente editore di giornale le cui fortune dipendono in buona parte dalla moglie miliardaria. Quando questa viene uccisa brutalmente con le stesse modalità usate da un serial killer che opera nella zona, il procuratore Krasny, in passato attaccato dal giornale di Forrester, sospetta immediatamente di lui, convinto che la moglie volesse lasciarlo a causa delle sue infedeltà. Il sospettato viene difeso dall’avvocatessa Teddy Barnes, non molto esperta in casi del genere, che una volta accettato l’incarico si fa coinvolgere non poco nei rapporti con l’uomo, tanto da innamorarsene. A questo punto è chiaro che non sia più lucida ed obiettiva nel suo lavoro, fino ad accorgersi con ritardo colpevole, e addirittura dopo essere riuscita a far assolvere Forrester in tribunale, che la situazione non è precisamente quella che aveva intuito. E difatti ci sarà la grande sorpresa finale.

La pellicola è pienamente tipica anni ’80, quella dei legal thriller, della suspense del processo e soprattutto della soluzione dell’intrigo, con l’aggiunta, questa volta, dell’attrazione sentimentale (vera? interessata? oppure utile?) tra i due protagonisti. Si sa, a pensare male a volte ci si indovina e la presenza di un serial killer che si aggira nella zona aumenta il mistero.


Se il regista Richard Marquand era un discreto e solido facitore di trame di tensione (suo era La cruna dell’ago, tratto dal romanzo di Ken Follett), ciò che spicca nel film è l’interpretazione superba di Glenn Close, attrice solida da cui c’è sempre da aspettarsi il meglio. Accanto a lei gli ottimi Jeff Bridges e Peter Coyote, ma chi si guadagnò la candidatura ai premi fu Robert Loggia nel ruolo di Sam Ranson, il fido investigatore dell’avvocatessa.

Il film, non c’è dubbio, pur non essendo eccelso, è estremamente efficace in ciò che si propone di fare e cioè giocare con il pubblico, perché gli elementi affinché lo spettatore inizi a ragionare ci sono e non sono molto celati. Tanto che alla soluzione finale si potrebbe arrivare anche da soli ma il regista vuole sorprenderci giocando con i dubbi e forse è un male che la riveli: quando un film termina senza svelare il mistero è forse più divertente. No?
Riconoscimenti
1986 – Premio Oscar
Candidatura miglior attore non protagonista Robert Loggia






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