Easy - Un viaggio facile facile (2017)
- michemar

- 31 ott 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 14 giu 2023

Easy - Un viaggio facile facile
Italia/Ucraina 2017 commedia 1h31’
Regia: Andrea Magnani
Sceneggiatura: Andrea Magnani
Fotografia: Dmitriy Nedria
Montaggio: Luigi Mearelli
Musiche: Luca Ciut
Scenografia: Vladimir Olkhov, Tiziana De Mario
Costumi: Marianna Sciveres, Aliona Zavydivska
Nicola Nocella: Isidoro “Easy”
Libero De Rienzo: Filo
Barbara Bouchet: Delia
Lorenzo Acquaviva: proprietario delle pompe funebri
Ostap Stupka: Bogdan
Veronika Shostak: Julia
Katheryna Kosensko: Selina
TRAMA: La carriera di Isidoro da giovane pilota di go-kart si è interrotta quando ha iniziato a ingrassare così tanto da non riuscire più a salire in sella. Un giorno, suo fratello si presenta con un'offerta di lavoro per lui.
Voto 7

Isidoro, o Easy come lo conoscono tutti, è solo e decisamente sovrappeso tanto che la sua promettetene carriera di pilota di go-kart è brutalmente terminata quando ha iniziato ad ingrassare. In seguito a questo evento il giovane è tornato a vivere a casa con sua madre, dove passa le giornate a guardare la TV mangiando cibo dietetico. Un giorno uguale agli altri Filo, il fratello brillante e di successo di Easy, gli propone un lavoro semplice semplice: portare una bara dall'Italia fino ad un piccolo villaggio nei Carpazi, in Ucraina. Ma un viaggio in terra straniera può rivelarsi molto complicato. Già, un lavoro facile, ha detto il fratello a Easy (che si legge “Isi”, come il suo nome ma che in inglese vuol dire “facile”), ma quando ti presentano un lavoretto in questa maniera non bisognerebbe mai crederci.

Completamente dedicato al suo personaggio, il bravissimo e poco sfruttato attore Nicola Nocella è Isidoro, un uomo che vive con la madre protettiva, mentre il fratello Filo (Libero De Rienzo) è uno che si dà da fare parecchio ma ogni tanto ai limiti della legalità, tanto che si mette nei guai quando un suo operaio ucraino, Taras, cade morendo in un cantiere di cui lui è responsabile. Per sfuggire alle conseguenze, supplica Isidoro di fare ciò che ama di più: guidare. Il fatto che il nostro protagonista debba guidare un carro funebre contenente la bara di Taras dall'Italia all'Ucraina è solo un dettaglio, a sentire il sempre troppo ottimista Filo. Come ci si potrebbe aspettare (ci sono tutte le premesse per un film grottesco), tutto il male che può accadere accadrà e poi un po' di più. E poi ancora un po'.

Il film è una raccolta di disavventure che spinge il pubblico a chiedersi continuamente se Isi raggiungerà o meno la sua destinazione e soprattutto in quali condizioni. Perlomeno, viene da chiedersi se l’occasione può servire anche ad offrire la cura per la depressione del giovanottone. Essendo una persona senza uno scopo ben preciso nella vita, all'inizio Isi è completamente sopraffatto dalla sua nuova avventura, mentre la sceneggiatura dell’esordiente alla regia Andra Magnani semina ostacoli (in)credibili sul suo cammino, sviluppando contemporaneamente il suo compagno morto come un personaggio completo, che insomma ci farà conoscere bene durante il percorso (non) facile. Tra l'uomo vivo e il morto nasce un rapporto invisibile, spingendo lentamente il primo nella giusta direzione, almeno dal punto di vista psicologico. Non lo vorrà abbandonare mai, in nessuna situazione o luogo, neanche davanti ad un semaforo il cui rosso si staglia nel nulla di una lunga strada deserta e senza incroci.

Rarissima coproduzione Italia-Ucraina, il film ha la dote di saper esplorare i paesaggi gelidi orientali, selvaggi e montuosi, che si rivelano in evidente contrasto con la personalità del giovane. Succede persino che, in assenza dei pasti scelti, come di consueto, con cura da sua madre, egli è attratto da nuove esperienze e, mentre il destino accumula disavventure, l'eroe scopre l'ospitalità e l’avventura si trasforma in una lettera d'amore per l'Europa orientale. Il paradiso è una porta aperta su un mondo sconosciuto oppure, semplicemente, una bottiglia di forte horilka ucraina, il forte liquore locale.

Con il suo umorismo eccentrico e un protagonista così particolare, l’opera prima di Andra Magnani apre grottescamente un corridoio per affrontare la depressione mediante le nuove esperienze, il cambiamento e un ritmo differente della vita. altro che pillole! Questo esordio è una bella ventata di aria nuova e con il simpaticissimo Nicola Nocella tutto diventa possibile. La lentezza della narrazione sembra discendere da un certo cinema che ha come stella polare Aki Kaurismäki, che si serve del corpaccione dell’attore, premiato giustamente al Festival di Locarno, come mezzo di trasporto di questo tipo di cinema, dandogli così una bellissima opportunità per uscire dal solito copione italiano. Opportunità che si rivela parallela a quella di Isi, cioè a quella giusta per non essere più il “numero 2” (come recita il golfino che, crudelmente, mamma Delia, Barbara Bouchet, gli fa indossare) e dà risalto al tocco personalissimo dell’attore e del personaggio, che rende simpatico il film anche quando diventa un po’ troppo facile.
Cinema che sa di western, di comico, di assurdo, di malinconia, soprattutto di semplicità e se tutto ciò diviene possibile (anzi easy) è merito di quel faccione singolare di Nicola Nocella che non si arrende neanche davanti a difficoltà da favola straniante, perfino illogica: una storia di persone semplici ma ricche di umanità, come Isidoro.
È davvero una bella sorpresa.

Riconoscimenti
Locarno Festival 2017:
Miglior attore Nicola Nocella






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