Elling (2001)
- michemar

- 13 feb 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Elling
Norvegia 2001, commedia, 1h29’
Regia: Petter Næss
Soggetto: Ingvar Ambjørnsen (romanzo)
Sceneggiatura: Axel Hellstenius, Larry Stuckey
Fotografia: Svein Krøvel
Montaggio: Inge-Lise Langfeldt
Musiche: Lars Lillo-Stenberg
Scenografia: Jan Sundberg
Costumi: Aslaug Konradsdottir
Per Christian Ellefsen: Elling
Sven Nordin: Kjell Bjarne
Marit Pia Jacobsen: Reidun Nordsletten
Jørgen Langhelle: Frank Åsli
Per Christensen: Alfons Jørgensen
Hilde Olausson: Gunn
Ola Otnes: Hauger
Eli Anne Linnestad: Johanne
Cecilie A. Mosli: Cecilie Kornes
Joachim Rafaelsen: Haakon Willum
TRAMA: Dopo aver passato due anni in una clinica psichiatrica, Elling si prepara a tornare nel cosiddetto "mondo reale". L'assistenza sociale norvegese consente a lui e a Kjell, il suo compagno di stanza, di abitare insieme in un appartamento a Oslo, con l'obbligo di prendersi cura di se stessi: la loro nuova vita si rivelerà piena di prove da superare, perché devono imparare a fare cose che per gli altri sono del tutto normali, come entrare in un ristorante o rispondere al telefono. L'incontro di Kjell con una donna e la scoperta di Elling della poesia norvegese segnano l'inizio di un nuovo corso, che costringerà i due a mettercela tutta per vincere la loro personale sfida.
Voto 7

Quando meno te lo aspetti, ecco uno di quei film che ti ricordano la meraviglia del cinema invisibile. Scritto con estrema intelligenza, è un’opera che sorprende per la freschezza e l’originalità, anche se su un tema ben noto e spesso narrato sugli schermi: quello dei malati di mente fuori dalla clinica. Infatti ci sono un paio di uomini psichicamente instabili ma non pericolosi che vengono autorizzati a vivere in città controllati a distanza solo da un assistente sociale, il quale dovrà quindi stabilire se sono in grado di fare una vita normale e tornare nella società.

Tra la simpatia dei due soggetti, in primis il tizio di cui il titolo, e le azioni che compiono in piena e completa libertà e lontani dalle convenzioni che frenano le cosiddette persone che come me si ritengono normali, si può godere di una storia semplice e bella, istintiva e soprattutto liberatoria. Il divertimento poi viene anche a causa della notevole diversità dei due tipi, Elling e Kjell, sia fisica che di carattere: l’uno sensibile e nevroticamente geloso, piccolo e scattante, l’altro un gigante premuroso e timido - fino a non esprimere neanche il sentimento che prova per la vicina che non aspetta altro - ma profondamente generoso.
Le avventure e le trovate dei due simpaticissimi rendono il film simpatico e divertente, oltre al profumo poetico che lo pervade a più riprese, specialmente nel dolce finale, un film che ingiustamente è rimasto sottotraccia e che meriterebbe maggior visibilità, perché sicuramente piacerebbe a tutti.

Complimenti al regista Petter Næss che ha sapito usare con sapienza il libro di Ingvar Ambjørnsen da cui è stato tratto il film, ma non si può fare a meno di apprezzare il bravissimo Per Christian Ellefsen nei panni di Elling.






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