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Entrapment (1999)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 17 gen 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 4 lug

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Entrapment

USA, UK, Germania 1999 thriller 1h53’


Regia: Jon Amiel

Sceneggiatura: Ronald Bass, William Broyles Jr.

Fotografia: Phil Meheux

Montaggio: Terry Rawlings

Musiche: Christopher Young

Scenografia: Norman Garwood

Costumi: Penny Rose


Sean Connery: Robert "Mac" MacDougal

Catherine Zeta Jones: Virginia "Gin" Baker

Ving Rhames: Aaron Thibadeaux

Will Patton: Hector Cruz

Maury Chaykin: Conrad Greene

Kevin McNally: Haas

Terry O'Neill: Quinn


TRAMA: Robert "Mac" Mac Douglas è considerato da tutti come uno dei migliori ladri del mondo, così quando viene trafugato un Rembrandt i sospetti si concentrano su di lui. L'investigatrice delle assicurazioni Virginia "Gin" si mette sulle tracce di Mac. Gin pensa di avere già un piano per incastrarlo, ma il ladro è talmente abile da non cadere nella trappola.


Voto 6 -


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Mentre Robert 'Mac' MacDougal è un ladro scozzese sessantenne che vive solitario in un castello dove colleziona le opere d'arte oggetto dei suoi furti, Virginia 'Gin' Baker è una giovane agente delle assicurazioni Waverly di New York ma segretamente un'ambiziosa ladra dal colletto bianco, incaricata di far arrestare MacDougal. Praticamente l’uno contro l’altra, un gioco al gatto col topo, ma con tanta attrazione reciproca e un'occasionale alleanza.


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Diretto con mestiere da Jon Amiel, un regista senza particolare personalità (più che altro apprezzato per il buon thriller Copycat), gioca soprattutto sulla fascinosa alchimia tra i due protagonisti, con un risultato appena discreto. Un intrattenimento nobilitato dalla presenza di due divi chiamati Sean Connery e Catherine Zeta-Jones.


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Funziona infatti perché è fatto con stile e soprattutto perché i due sono attori enormemente attraenti e per la tensione romantica che potenzialmente vibra tra loro e qui forse il regista gioca la usa carta vincente: anche se il film stabilisce in modo evidente che la regola di base vieta un certo tipo di comportamento, tanto che lo stesso Mac insegna che il furto è un business che non consente relazioni personali, lo spettatore aspetta inutilmente che i due protagonisti si trovino coinvolti eroticamente. In altre parole, vorremmo che lo fossero, nonostante l'evidente differenza d’età. Tutto qui, furbescamente.


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La trama di Ron Bass e William Broyles Jr. è messa insieme come un orologio svizzero perché è accurata e fuorviante allo stesso tempo, mentre il film consiste in un'elaborata sequenza di capovolgimenti uno dopo l'altro e ambirebbe rivaleggiare con i film di Bond nella sua sequenza d'azione culminante, che vede Mac e Gin appesi a una serie di lampadine natalizie sotto la passerella che collega le due torri delle Petronas Twin Towers a Kuala Lumpur. Che poi è l’essenza del film, è la parte migliore, dato che l’intrattenimento principale della pellicola di Jon Amiel risiede proprio nell’azione e non nella violenza, qui totalmente assente. Solo abilità mentale e fisica tradotta in azione pratica.



 
 
 

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