Fine di una storia (1999)
- michemar

- 12 feb 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 25 mar 2019

Fine di una storia (The End of the Affair) UK/USA 1999, drammatico, 1h42’
Regia: Neil Jordan Soggetto: Graham Greene Sceneggiatura: Neil Jordan Fotografia: Roger Pratt Montaggio: Tony Lawson Musiche: Michael Nyman Scenografia: Anthony Pratt
Costumi: Sandy Powell
Ralph Fiennes: Maurice Bendrix Julianne Moore: Sarah Miles Stephen Rea: Henry Miles Ian Hart: Mr. Parkis Jason Isaacs: padre Richard Smythe James Bolam: Mr. Savage Samuel Bould: Lance Parkis
TRAMA: Gran Bretagna, Seconda guerra mondiale. Il romanziere Maurice e Sarah, moglie infelice di Henry, si amano con abbandono, mentre Londra si sgretola. Lo scrittore chiede ossessivamente alla donna di non essere lasciato, di essere amato anche ogni domani della sua vita. Ma un rivale inatteso, Dio, la allontanerà, a causa di un voto.
Voto 7

La vita di Graham Greene è stata ricca, vissuta intensamente e con molteplici attività, quasi tutte legate alla scrittura: scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, autore di libri di viaggi, critico letterario e addirittura agente segreto. Nella memoria collettiva rimane però come uno dei più importanti scrittori di thriller di spionaggio o di natura politica anche se da questo cliché ne è uscito non poche volte specialmente per scrivere romanzi pervasi dal senso religioso. Infatti l’inglese Greene diventò cattolico nel 1926 e la conversione cambiò non poco il suo modo di pensare e di scrivere. La scrittura del romanzo omonimo da cui è tratto il film drammatico di Neil Jordan fu molto sofferta dallo scrittore perché autobiografico: egli infatti conobbe Catherine Walston, una signora cattolica e moglie di una influente persona, con cui ebbe una tormentata e lunga relazione e che lo portò sì alla conversione ma che lo fece soffrire intimamente per il forte senso di colpa. Non poche volte i suoi romanzi trattarono infatti le battaglie e le crisi dello spirito umano (Il potere e la gloria, Il console onorario, Il nocciolo del problema, ecc.). A quella donna che amò moltissimo riservò perfino la dedica del libro: nella edizione inglese fu timidamente “A C.” e in quella americana in maniera più aperta “A Catherine”.

Tutto ciò risalta nella versione cinematografica di Neil Jordan, tutto viene ottimamente rappresentato dalla sua attenta regia e dalla bellissima fotografia di Roger Pratt (che ebbe una nomination agli Oscar), cupa e tenebrosa proprio per esaltare i tormenti dei due protagonisti, cattolici convinti ma adulteri senza scampo. Ancora una volta l’interpretazione di Julianne Moore è strepitosa, anch’essa nominata agli Oscar, e Ralph Fiennes non le è da meno, perfetta incarnazione di un uomo combattuto tra l’amore e i sensi di colpa. Al loro fianco bravo anche uno degli attori fissi del cast dei film del regista irlandese, il quasi immancabile Stephen Rea, nei panni del marito consapevole e taciturno. Film, come d’altronde il romanzo, intenso e commovente, drammatico e sofferto, ottimamente interpretato.






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