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Flashdance (1983)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 28 mag
  • Tempo di lettura: 3 min
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Flashdance

USA 1983 dramma 1h35’

 

Regia: Adrian Lyne

Sceneggiatura: Tom Hedley, Joe Eszterhas

Fotografia: Don Peterman

Montaggio: Bud S. Smith, Walt Mulconery

Musiche: Giorgio Moroder

Scenografia: Charles Rosen

Costumi: Michael Kaplan

 

Jennifer Beals: Alexandra “Alex” Owens

Michael Nouri: Nick Hurley

Lilia Skala: Hanna Long

Sunny Johnson: Jeanie Szabo

Kyle T. Heffner: Richie

Lee Ving: Johnny C.

Malcolm Danare: Cecil

Cynthia Rhodes: Tina Tech

Philip Bruns: Frank Szabo

Micole Mercurio: Rosemary Szabo

Ron Karabatsos: Jake Mawby

Belinda Bauer: Katie Hurley

 

TRAMA: Alex, diciannovenne operaia metallurgica di Pittsburgh, coltiva un’intensa passione per la danza. Per arrotondare lo stipendio, si esibisce in numeri di flashdance in un locale notturno, ma il suo sogno è quello di essere ammessa alla locale accademia e diventare ballerina professionista. Ce la farà, grazie anche al suo giovane datore di lavoro, nonostante le proprie insicurezze e l’umile condizione sociale.

 

VOTO 6,5


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La pellicola è una fiaba moderna con una protagonista che insegue i suoi sogni di indipendenza e successo nella danza. Alex Owens (Jennifer Beals), giovane saldatrice di giorno e ballerina di notte, aspira ad entrare nel prestigioso Conservatorio di Danza di Pittsburgh. Il suo percorso si intreccia con il suo capo, Nick Hurley (Michael Nouri), che alla fine la aiuta a ottenere un’audizione.



Il film, diretto da Adrian Lyne, fu un successo commerciale enorme ma con un’immagine della società conservatrice e convenzionale, senza alcuna intenzione di carattere politico o di rivalsa di classe. Piuttosto risulta enfatizzata la dicotomia tra uomini e donne: da un lato gli operai dell’acciaieria e dall’altro le ballerine dei locali notturni. La protagonista è una figura insolita, ma il film sembra suggerire che il suo destino dipenda comunque dall’intervento maschile, in particolare da Nick, che le apre le porte verso il successo.



Tradizionale il modo in cui, per esempio, il film rappresenta il mondo del lavoro e delle relazioni sociali: l’uomo ricco e potente osserva le sue dipendenti ballare nel pub e alla fine offre alla protagonista l’occasione che le cambierà la vita. La sequenza della danza finale è spettacolare, ma il suo significato è semplicemente dimostrare la padronanza del corpo e del ritmo, senza un vero messaggio più profondo.



Facile accorgersi che Jennifer Beals non esegue personalmente le scene di danza più complesse, che furono invece affidate alla ballerina Marine Jahan, al breakdancer Richard Colón e alla ginnasta Sharon Shapiro, senza che fossero accreditati nei titoli di coda. Però, la performance di Jennifer Beals, nel ruolo di Alex, fu subito acclamata e il film ottenne un grande successo al botteghino, diventando un cult degli anni ‘80.



La lezione morale è: determinazione, sogni e lotta contro le avversità, un tris di doti che diventano insegnamenti per tutti coloro i quali, a loro volta, prendono dall’opera un’ispirazione per tentare la carriera artistica e non solo.



Il film è noto sia per le sue sequenze di danza energiche e la colonna sonora iconica, che include la celebre canzone Flashdance... What a Feeling scritta da Giorgio Moroder (che è il mattatore di gran successo di questo e di tanti altri film), su un testo di Keith Forsey e Irene Cara.



Riconoscimenti

Oscar 1984

Miglior canzone (Flashdance... What a Feeling)

Candidatura migliore fotografia

Candidatura miglior montaggio

Candidatura miglior canzone (Maniac)

Golden Globe 1984

Miglior colonna sonora

Miglior canzone (Flashdance... What a Feeling)

Candidatura miglior film commedia o musicale

Candidatura miglior attrice in un film commedia o musicale a Jennifer Beals

Candidatura miglior canzone (Maniac)

BAFTA 1984

Miglior montaggio

Candidatura miglior canzone (Flashdance... What a Feeling)

Candidatura miglior colonna sonora

Candidatura miglior sonoro



 
 
 

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