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Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza (2015)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 13 feb 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 4 feb 2020


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Freeheld - Amore, giustizia, uguaglianza

(Freeheld) USA 2015, biografico/drammatico, 1h43'


Regia: Peter Sollett

Soggetto: Cynthia Wade (documentario)

Sceneggiatura: Ron Nyswaner

Fotografia: Maryse Alberti

Montaggio: Andrew Mondshein

Musiche: Hans Zimmer, Johnny Marr

Scenografia: Jane Musky

Costumi: Stacey Battat


Julianne Moore: Laurel Hester

Ellen Page: Stacie Andree

Michael Shannon: Dane Wells

Steve Carell: Steven Goldstein

Josh Charles: Bryan Kelder

Luke Grimes: Todd Belkin

Skipp Sudduth: Reynolds


TRAMA: Laurel Hester è un detective di polizia nello stato del New Jersey. A fianco del suo partner, Dane Wells, combatte il crimine, colleziona articoli delle sue indagini e sogna di diventare tenente. Riservata sulla sua vita sentimentale, Laurel vive la sua omosessualità lontana da casa e dal suo dipartimento. L'incontro con Stacie, una giovane donna che aggiusta motori e cambia le ruote in sette minuti e una manciata di secondi, la induce però a rivelarsi e a rivelare al mondo il suo orientamento sessuale. Laurel e Stacie comprano una casa, adottano un cane, coltivano il giardino e si certificano coppia di fatto. Ma il loro amore è interrotto dalla malattia di Laurel, a cui viene diagnosticato un cancro ai polmoni. Laurel chiede che la sua pensione venga destinata alla sua compagna, per garantirne la casa e il futuro. La sua richiesta verrà respinta ma Laurel non rinuncerà a lottare per i suoi diritti.


Voto 6,5

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Non rimarrà certo nella storia del Cinema, il film ha i suoi limiti, ok. Ma ha anche tanti meriti, per lo meno di aver toccato con sensibilità un argomento che non andrebbe trascurato: i diritti civili pieni, con tutti i suoi risvolti, delle coppie di fatto, da quelle omosessuali fino a tutti i vari tipi che possono capitare nella vita delle persone. La Civiltà avrebbe dovuto insegnare a noi tutti cosa è giusto o sbagliato dal punto di vista umano e legale, la parità dei diritti, l’uguaglianza, termine troppo abusato e poco praticato, anche nei paesi cosiddetti avanzati, a cominciare dall’America. Pellicola in molti frangenti didascalica e non è detto che questo sia un difetto, perché solo così il regista ci porta per mano fin dentro alla “fogna” dove non tutti hanno gli stessi diritti e ci sbatte in faccia una realtà purtroppo vera. Per merito e in conseguenza di questa storia vera, resa nota da un precedente documentario di Cynthia Wade, dopo sette anni le cose sono cambiate prima nella contea del New Jersy e poi in tutti gli States, ma tanti altri cittadini in precedenza non hanno potuto godere dei benefici derivanti da nuove e civili leggi.

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Il finale è in ovvio crescendo, toccando le corde più intime dell’emozione, perché la storia è davvero drammatica e le due attrici protagoniste, Julianne Moore e Ellen Page, sono parecchio in parte, specialmente la Moore, come sempre. E sui titoli di coda vedere le foto delle vere Laurel Hester e Stacie Andree fa molto impressione, soprattutto con la Laurel ormai alla fine dei suoi giorni.

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Non è perfetto, certo, ha anche un certo sapore di tv-movie, ma quando ripasserà in TV non trascuratelo. Il voto è un po’ abbondante ma lo merita almeno per l’impegno civile.


 
 
 

Commenti


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