Gran Torino (2008)
- michemar

- 6 set 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 29 mag 2023

Gran Torino USA/Germania 2008 dramma 1h56'
Regia: Clint Eastwood Sceneggiatura: Nick Schenk Fotografia: Tom Stern Montaggio: Joel Cox, Gary Roach Musiche: Kyle Eastwood, Michael Stevens Scenografia: James J. Murakami, Phill Zagajewski Costumi: Deborah Hopper
Clint Eastwood: Walt Kowalski Bee Vang: Thao Ahney Her: Sue Lor Cory Hardrict: Duke Christopher Carley: padre Janovich John Carroll Lynch: Martin, il barbiere Geraldine Hughes: Karen Kowalski Dreama Walker: Ashley Kowalski Brian Haley: Mitch Kowalski Brian Howe: Steve Kowalski Nana Gbewonyo: Monk Scott Eastwood: Trey
TRAMA: Walt Kowalski ha perso la moglie e la presenza dei figli con le relative famiglie, al funerale non gli è di alcun conforto. Così come non gli è gradita l'insistenza con cui il giovane parroco cerca di convincerlo a confessarsi. Walt è un veterano della guerra in Corea e non sopporta di avere, nell'abitazione a fianco, una famiglia di asiatici di etnia Hmong. Le uniche sue passioni, oltre alla birra, sono il suo cane e un'auto modello Gran Torino che viene sottoposta a continua manutenzione. La sua vita cambia il giorno in cui il giovane vicino Thao, spinto dalla gang capeggiata dal cugino Spider, si introduce nel suo garage avendo come mira l'auto.
Voto 8,5

A parte i mitici personaggi dei western che girò con Sergio Leone o dei poliziotti rudi e dalla pistola facile con Don Siegel, Clint Eastwood negli ultimi anni della sua lunga carriera di cineasta ci ha regalato delle figure molto più umane e tormentate. E sempre, strano a dirsi, senza armi, se non nei casi estremi di autodifesa. Sono personaggi dall’atteggiamento ruvido, scostanti, chiusi nei propri ricordi e per nulla filantropi, che sono rimasti delusi dagli altri uomini e dalla loro malvagità, che si pongono tante domande nel loro tormentato rapporto con Dio. Il suo percorso filologico-esistenziale tocca tappe importanti: Mystic River, Million Dollar Baby, Gran Torino, Changeling, Hereafter. E quasi sempre con una nuova figura che si affaccia nella trama: un prete, per giunta cattolico. E irlandese e rosso. A cui il suo personaggio si rivolge bruscamente, come con tutti noi ma con l’ansia mal celata, di ottenere delle risposte a domande scomode che gli sorgono da quando l’età lo sta avvicinando al capolinea. E fa domande insistenti al prete, sia in Million Dollar Baby sia in questo film.


Il suo indimenticabile Walt Kowalski non esce da questo schema: vedovo, introverso e isolato, apre il cuore solo a chi glielo intenerisce e gli regala l’oggetto a cui tiene di più. Alla fine risulta una figura gigantesca, un piccolo eroe di guerra che diventa un titanico eroe della provincia americana. Fortuito e drammaticamente sfortunato il finale? Non credo: secondo me è una scelta, è una dura decisione che adotta per dare un significato più forte al tramonto della sua vita, per dare un messaggio potente alla società, proprio lui che aveva trascorso molti dei suoi anni a rifiutare il prossimo, a presentarsi antipatico e asociale a tutti, soprattutto a quel vicinato tanto multietnico a cui verserà l'obolo dell'ultimo atto della sua esistenza. Alla pari di un atto di contrizione, sceglie di immolarsi per fare giustizia e per liberare dal timore razzista le famiglie del quartiere.

Ed infatti, per lui parla nel finale il suo testamento: "...E vorrei lasciare la mia auto del '72 Gran Torino a... alla persona che più la merita: Thao Vang Lor. A condizione che tu non scoperchi il tetto come uno stronzo messicano, che non ci dipingi quelle ridicole fiamme gialle come un qualsiasi coatto bianco e che non metti sul retro uno di quegli spoiler da checca che si vedono sulle auto degli altri musi gialli. Fa veramente schifo. Se riesci a non fare tutte queste cose, è tua."
Siamo ai tuoi piedi, Clint! E non smettere mai di stupirci!

2009 - Golden Globe
Candidatura per miglior canzone (Gran Torino)
(E adesso godiamoci il trailer originale con la voce rauca e palpitante di Clint)






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