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Un mondo perfetto (1993)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 21 ott 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 14 giu 2023


Un mondo perfetto

(A Perfect World) USA 1993 thriller 2h18’


Regia: Clint Eastwood

Sceneggiatura : John Lee Hancock

Fotografia: Jack N. Green

Montaggio: Joel Cox, Ron Spang

Musiche: Lennie Niehaus

Scenografia: Henry Bumstead

Costumi: Erica Edell Phillips


Kevin Costner: Robert 'Butch' Haynes

Clint Eastwood: Red Garnett

Laura Dern: Sally Gerber

T.J. Lowther: Phillip 'Buzz' Perry

Keith Szarabajka: Terry Pugh

Leo Burmester: Tom Adler

Paul Hewitt: Dick Suttle

Bradley Whitford: Bobby Lee

Bruce McGill: Paul Saunders

Jennifer Griffin: Gladys Perry

Dennis Letts: governatore


TRAMA: Nei dintorni di Dallas, nel novembre del 1963. Butch Haynes evade di prigione con un compagno violento che finisce col dover uccidere. Le circostanze lo costringono a prendere come ostaggio il piccolo Phillip con l’intento di fuggire in Alaska. Mentre fra l'uomo e il bambino si instaura un rapporto amichevole, la caccia all'evaso è guidata dal ranger Red Garnett, un onest'uomo, cosa che non si può dire di tutti coloro che collaborano con lui.


Voto 7

Potrebbe sembrare il solito thriller che comprende un'evasione dalla prigione, la presa classica di un ostaggio, l’inseguimento attraverso il Texas, due omicidi, varie rapine e uno scontro finale tra il fuggitivo e l’uomo di legge. Tuttavia, non si tratta solo di queste cose (che quasi passano in secondo piano), non è la semplice trama del consueto e più volte schema utilizzato: piuttosto è una esegesi di un Paese, di un momento storico, della natura violenta dell’uomo e, nel caso specifico, del legame che nasce tra un delinquente che ha anche un lato umano che si rivela e un bambino, la cui innocenza lo induce a trattarlo quasi come un figlio. E tutto ciò nell’attesa importante della imminente visita del Presidente Kennedy nella città, evento che resterà nella Storia per i luttuosi accadimenti che conosciamo.

Il tocco magico che nobilita il film è anche la presenza di due attori che, come da icone del cinema statunitense, nella loro carriera hanno saputo interpretare i necessari protagonisti americani forti e silenziosi. E si avverte una straniante impressione che ci indica come il personaggio di Kevin Costner (Butch) non sembra davvero concentrato e convinto sulla sua fuga, consapevole delle reali difficoltà, e quello di Clint Eastwood (Red) sembra nello stesso tempo determinato e scettico nell'inseguimento. Questi due uomini si sono incontrati per una prima volta molto tempo prima ed entrambi sanno che si tratta di un inseguimento anomalo. È una questione di vecchie e profonde ferite.

L’impostazione sembra classica e in un certo qual modo lo è, anche per la maniera in cui si svolge la trama, con un finale scontato, ma nello stesso tempo assume connotati di opera più profonda ed il merito va innanzitutto alla sceneggiatura di John Lee Hancock, che scrive in modo tale da scavare nelle personalità e nei caratteri, specialmente dei due uomini. Già partendo dal particolare non secondario che lo spettatore dubita della reale colpevolezza del fuggitivo e del motivo per cui è stato condannato al carcere, da cui è appunto evaso. Intorno a loro, oltre al simpaticissimo piccolo Phillip, girano personaggi che infastidiscono l’operato del ranger incaricato della cattura: la criminologa Sally Gerber (Laura Der), che deve anche difendere, e vari altri tipi, tra cui un sinistro agente federale che non vede l’ora di dimostrare la sua abilità di tiratore con le armi da fuoco. E se tutti pensano che Haynes abbia le ore contate e che sia un rapitore disperato, Red che Sally si rendono conto invece che la cattura non sarà un affare semplice.

Il finale è una sintesi del cinema del grande Clint, che questa volta si defila in un personaggio solo co-protagonista: Butch è sotto l’albero, a terra agonizzante e sa benissimo che non vedrà mai l’Alaska, che si deve accontentare in quegli attimi fatali dell’immagine della cartolina che ha in mano, mentre il vento dell’elicottero fa volare via le banconote sull’erba. Il regista attore si rivela ancora una volta come il cantore della visione di un’America disincantata e malinconica.



 
 
 

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