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Million Dollar Baby (2004)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 17 ago 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 25 mag 2023


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Million Dollar Baby

USA 2004 dramma 2h12’


Regia: Clint Eastwood

Soggetto: F.X. Toole (“Robe Burns”)

Sceneggiatura: Paul Haggis

Fotografia: Tom Stern

Montaggio: Joel Cox

Musica: Clint Eastwood

Scenografia: Henry Bumstead

Costumi: Deborah Hopper


Clint Eastwood: Frankie Dunn

Hilary Swank: Maggie Fitzgerald

Morgan Freeman: Eddie Scrap-Iron Dupris

Jay Baruchel: Danger Barch

Mike Colter: Big Willie Little

Lucia Rijker: Billie "The Blue Bear"

Brian F. O'Byrne: padre Horvak


TRAMA: Frankie Dunn ha passato l'esistenza sul ring, allenando tanti pugili. Il suo unico amico è Scrap, anche lui ex boxeur, con cui gestisce una palestra a Los Angeles. L'arrivo di Maggie, una ragazza determinata a combattere, cambia le abitudini e l'atteggiamento di Frankie: lui ne farà una campionessa, ma il prezzo che lei dovrà pagare sarà altissimo.


Voto 8,5

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Il cuore duro del pistolero senza nome, dell’ispettore che va in giro con una pistola enorme e che non usa mezze misure per fermare i criminali si scioglie e si intenerisce per una ragazza brava e volitiva, una giovane cameriera che vive sola e ha un solo e impossibile sogno nella vita. Il burbero manager di boxe passa tutta la giornata nella sua palestra nella scura e sporca periferia di Los Angeles assieme ad un ex pugile e allenano alcuni ragazzi tolti dalla strada: non hanno prospettive, la vita ormai sta passando tristemente e con ricordi lontani. Il carattere di Frankie Dunn è schivo e scorbutico, bofonchia continuamente con il suo aiutante Scrap ma una ragazza dolce e forte di carattere riesce a scalfire quel cuore di roccia. Piano, pianissimo, fino a farlo intenerire. Si trascina nella vita delle colpe intime e tanti dubbi, li porta con sé tutte le mattine nella chiesa cattolica di padre Horvak a cui, dopo ogni messa mattutina, pone sempre le stesse domande e discute sul mistero della Santissima Trinità. Ogni sera, prima di mettersi a letto prega per la salute di Katie e Ann, che chissà dove ha lasciato, il suo passato sepolto ma non dimenticato. Poi Maggie, una ragazza che soffre l’assenza di un padre, entrerà nella sua monotona vita e gli abbasserà ogni difesa, mettendo a nudo tutto il suo potenziale e ruvido lato affettivo.

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È un film religioso, laico ma religioso. I dubbi sono il pane quotidiano anche per un credente e Clint Eastwood ha il dono, in questo straordinario capolavoro della sua cinematografia, di trovare le dosi giuste per un racconto straziante, lezione di vita e di morte, di fede e di amore paterno, risvegliato come un vulcano pericoloso ma dormiente. La sua regia e la bellissima e toccante sceneggiatura di Paul Haggis toccano vette altissime, senza mai strafare, sempre a volo d’uccello radente, mai facendo precipitare il racconto nel melodramma. È il film più toccante di Clint – autore anche della musica - e lascia un segno profondo quando nel finale la sua pietà religiosa lo spinge a due gesti: rivela il bellissimo significato del soprannome che le aveva affibbiato e poi le stacca dolcemente, dolcemente, dolcemente il tubo che la teneva in vita, con tutto l’amore paterno possibile.

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I duetti scontrosi in lingua originale, fatti di frase sussurrate con voci rese rauche dalle tante urla a bordo ring, tra Clint e Morgan Freeman sono da soli la ricompensa per lo spettatore ma quando in scena entra Hilary Swank il film assume tutti i caratteri del capolavoro. Questa attrice che sbalordisce con la sua recitazione cambia sempre il volto di un film e rimane inspiegabile la sua scarsa presenza sugli schermi. Quattro Oscar che sembran pochi.


E i dialoghi che Frankie scambia con Eddie, cosa sono se non quelli con la sua anima?

E per lui, Maggie, cosa è se non la figlia mai avuta?


“Adesso ti staccherò il respiratore e tu ti addormenterai. Poi ti farò una iniezione e dormirai per sempre. Mo Cuishle significa ‘mio tesoro, mio sangue’”…

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2005 - Premio Oscar

Miglior film

Miglior regia

Miglior attrice protagonista a Hilary Swank

Miglior attore non protagonista a Morgan Freeman

Candidatura miglior attore protagonista a Clint Eastwood

Candidatura migliore sceneggiatura non originale

Candidatura miglior montaggio

2005 - Golden Globe

Miglior regia

Miglior attrice in un film drammatico a Hilary Swank

Candidatura miglior film drammatico

Candidatura miglior attore non protagonista a Morgan Freeman

Candidatura miglior colonna sonora



 
 
 

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