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Hunger (2008)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 5 feb 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 8 nov 2020


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Hunger

Irlanda/UK 2008 dramma 1h36'


Regia: Steve McQueen

Sceneggiatura: Enda Walsh, Steve McQueen

Fotografia: Sean Bobbitt

Montaggio: Joe Walker

Musiche: David Holmes, Leo Abrahams

Scenografia: Tom McCullagh

Costumi: Anushia Nieradzik

Michael Fassbender: Bobby Sands

Liam Cunningham: padre Dominic Moran

Stuart Graham: Raymond Lohan

Brian Milligan: Davey Gillen

Liam McMahon: Gerry Campbell

Helen Madden: madre di Bobby

Des McAleer: Mr. Sands, padre di Bobby

Helena Bereen: madre di Raymond

Laine Megaw: moglie di Raymond

Karen Hassan: fidanzata di Gerry

TRAMA: Irlanda del Nord, 1981. Il Primo Ministro Margaret Thatcher ha abolito lo statuto speciale di prigioniero politico e considera ogni carcerato paramilitare della resistenza irlandese alla stregua di un criminale comune. I detenuti appartenenti all'IRA danno perciò il via, nella prigione di Maze, allo sciopero "della coperta" e a quello dell'igiene, cui segue una dura repressione da parte delle forze dell'ordine. Il primo marzo, Bobby Sands, leader del movimento, decreta allora l'inizio di uno sciopero totale della fame, che lo condurrà alla morte, insieme a nove compagni, all'età di 27 anni.


Voto 8



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Esordio molto impegnativo del regista Steve McQueen. L’argomento trattato è la ribellione in carcere dei militanti dell’IRA negli anni ’80 e soprattutto del loro sciopero della fame che porterà alla morte di alcuni di essi, a cominciare dal loro capo, il purtroppo celebre Bobby Sands. E su di lui si impernia il film e l’intero racconto.

Opera divisa praticamente in tre parti.



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La prima mostra gli arresti degli attivisti nordirlandesi e le violenze inferte loro dalle guardie carcerarie; quindi sequenze di scene dure e cruente, da stomaci forti. Ma anche i ribelli sono duri e resistono a qualsiasi massacro in nome della loro fede, perché non diversamente si può chiamare il loro credo politico che li spinge unitariamente a resistere a tutti i soprusi e punizioni che devono sopportare.

La seconda parte è la fase cruciale del film, perché il colloquio del protagonista, uno smisurato Michael Fassbender, con un prete cattolico irlandese (l'eccellente Liam Cunningham) è la chiave di lettura del film. Questa è la fase clou anche dal punto di vista artistico, in quanto la sequenza lunghissima della durata di ben 22 minuti (almeno nella versione originale) e girata senza stacchi e con un unico ciak  ha richiesto una preparazione di un mese; l’inquadratura unica è fissa sui due interlocutori che si incontrano nel parlatorio del durissimo carcere di Long Kesh conosciuto col nome di Maze e si vedono solo tavoli e sedie, perché tutto è concentrato sul dialogo serrato tra i due e sull’annuncio da parte di Bobby Sands dell’inizio di uno sciopero della fame che sarà effettuato coinvolgendo piano piano tutti i ribelli sino ad arrivare al suicidio, per provocare ancor più la reazione dell’opinione pubblica. E ne morirono sette, difatti.



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E da qui la terza fase del film, la fame, la fame che porta alla morte. Michael Fassbender dà una prova attoriale che spaventa, il suo dimagrimento è ben superiore alla pur notevole prestazione di Christian Bale de L'uomo senza sonno, pelle e ossa e martoriato da ulcerazioni. La morte che lentamente si impossessa del suo corpo in sequenze lente e di grande sofferenza fisica quale estrema protesta verso il governo della signora Thatcher. Lei è presente nella storia, in voce quando tiene a precisare che la violenza dei ribelli è da ritenere un reato comune e non politico e l’ordine verrà mantenuto in ogni caso; ed è presente nelle mani sbucciate e sporche di sangue dei secondini, che la mattina si alzano come lavoratori di fabbrica e si accingono invece ad andare in un luogo di torture: quel lavaggio di mani rappresenta lo stato che ipocritamente si autoassolve.



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Il binomio McQueen-Fassbender nasce così, in un film che non fa sconti alla violenza e alla storia della protesta nordirlandese. La bravura del regista e dell’attore è evidente ed oggi è esplosa con Shame (leggi qui) e sicuramente in futuro saranno fuochi d’artificio.




 
 
 

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