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I delfini (1960)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 18 feb 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 19 mag 2023


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I delfini

Italia /Francia 1960 dramma 1h50’


Regia: Francesco Maselli

Sceneggiatura: Ennio De Concini, Francesco Maselli, Ageo Savioli, Alberto Moravia

Fotografia: Gianni Di Venanzo

Montaggio: Ruggero Mastroianni

Musiche: Giovanni Fusco

Scenografia: Enzo Bulgarelli

Costumi: Dario Cecchi


Tomas Milian: Alberto De Matteis

Claudia Cardinale: Fedora Santini

Gérard Blain: Anselmo Foresi

Betsy Blair: contessa Rita Cherè

Anna Maria Ferrero: Marina Castelfranco

Sergio Fantoni: dott. Mario Corsi

Claudio Gora: Ridolfi

Antonella Lualdi: Elsa Foresi

Enzo Garinei: Guglielmo Bodoni

Tina Lattanzi: madre di Alberto

Nora Bellinzaghi: madre di Fedora


TRAMA: In una cittadina italiana di provincia i giovani della ricca borghesia si trastullano tra noiose feste e squallidi amori. Vengono introdotti nel giro anche una ragazza povera che, incinta, costringerà il ricco Alberto a sposarla, e un medico di città, Mario. Il buon tempo di questi "delfini" durerà solo un anno: tra matrimoni e fallimenti verranno a galla tutte le loro ipocrisie e falsità.


Voto 7

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Il film fa parte di una trilogia in cui il regista critica gli atteggiamenti, i valori e i pregiudizi della borghesia: il primo è Gli sbandati (1955) e il terzo Gli indifferenti (1964). La visione coerente di Francesco Maselli nelle tre opere è molto critica nei confronti della società borghese italiana, che collabora con il fascismo, discrimina le fasce più povere e proletarie della popolazione (proprio con questo film) o approfitta delle famiglie decadenti e in difficoltà per arricchirsi ulteriormente, approfittando di una bella giovane donna. Da notare, nel trittico, la presenza delle bellissime attrici italiane, prima con Lucia Bosè e negli altri due una eccellente Claudia Cardinale.

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Si viene introdotti nell’ambientazione mediante la narrazione fatta da Anselmo Foresi (Gérard Blain), un membro di quella classe agiata obiettivo della critica del regista, la ricca borghesia di una città dell'Italia centrale in cui le strade e i palazzi sono impregnati di storia, tradizione, passato. Questo personaggio è colui che racconta la storia che ha vissuto con altri cittadini privilegiati e del proletariato locale durante alcuni mesi autunnali. Egli spiega che c'è una rigida divisione delle classi nella città, che è un microcosmo dell'Italia dell'epoca e che è stato un periodo in cui il paese si è sviluppato economicamente, vivendo il cosiddetto boom economico. Così, nonostante la crescita economica, l'Italia rimase rigidamente divisa tra le diverse classi sociali.

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Da una parte c'era quella ricca e arrogante, di cui facevano parte i fratelli Anselmo ed Elsa Foresi (Antonella Lualdi), Marina (Anna Maria Ferrero) - l'ambiziosa fidanzata di Anselmo, che desidera accumulare ancora più ricchezza - e l'esibizionista e conquistatore Alberto De Matteis (Tomas Milian). D'altra parte, un proletariato che ha migliorato la vita ed è asceso socialmente ed economicamente in quel momento di prosperità economica, rappresentato nel film dal dottor Mario Corsi (Sergio Fantoni), e un altro segmento, più povero, di cui fa parte la giovane e bella Fedora, che è interpretata dalla bella Claudia Cardinale, che usa la sua bellezza per migliorare la sua vita. E abbiamo anche il rappresentante di una nobiltà decadente (la contessa in bancarotta Margherita Cherè), che conserva solo le apparenze della grandezza di un tempo, quando i suoi antenati fondarono la città.

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Innegabile la concezione di un regista come Francesco Maselli che guarda quella società e quel momento storico con l’occhio politico di colore marxista, una visione molto critica. Lo aiuta un buonissimo cast che comprendeva anche il giovane Tomas Milian che in quegli anni recitava in ruoli drammatici con i migliori autori del momento.



 
 
 

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