I magliari (1959)
- michemar

- 16 nov 2019
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 13 mag 2023

I magliari
Italia/Francia 1959 dramma 1h59’
Regia: Francesco Rosi
Sceneggiatura: Suso Cecchi D'Amico, Francesco Rosi, Giuseppe Patroni Griffi
Fotografia: Gianni Di Venanzo
Montaggio: Mario Serandrei
Musiche: Piero Piccioni
Scenografia: Dietel Bartels
Costumi: Graziella Urbinati
Renato Salvatori: Mario Balducci
Alberto Sordi: Ferdinando Magliulo
Belinda Lee: Paula Mayer
Nino Vingelli: Vincenzo
Aldo Giuffré: Armando
Aldo Bufi Landi: Rodolfo Valentino
Nino Di Napoli: Ciro o' curto
Lina Vandal: Frida
Joseph Dahmen: Mayer
Carmine Ippolito: don Raffaele Tramontano
TRAMA: Mario è un operaio italiano che ha lasciato la città di Hannover, dove ha tentato invano di trovare fortuna, e sta per tornare in Italia. Un giorno incontra casualmente Totò, un astuto truffatore romano che traffica in stoffe, che lo convince a restare. I due cominciano a lavorare insieme, poi Mario entra al servizio di Raffaele, un intraprendente napoletano che, per mezzo di un gruppo di magliari, ha organizzato su vasta scala un traffico di tessuti falsi.
Voto 7

Per comodità mentale, spesso dimentichiamo che una volta gli emigranti eravamo noi italiani: dopo l’era delle migrazioni transoceaniche dei primi del XIX secolo, masse di disoccupati si spostavano in Svizzera e in Germania in cerca di lavoro, trattate dai locali con atteggiamenti razzisti. La stragrande maggioranza andava in cerca di un onesto lavoro, in diversi – per scelta o disperazione – furono assorbiti nella manovalanza criminale. Gli imbroglioni incalliti si riunivano in piccole bande per organizzare truffe di vario tipo, soprattutto sfruttando il nome di alcune specialità della produzione italiana. Per esempio i tessuti. In quei decenni molta merce era venduta per strada o porta a porta, sui camioncini: piatti, tessuti, cianfrusaglie. Merce di qualità spesso mediocre o addirittura contraffatta: ecco il lavoro del magliaro, venditore truffatore, solitario o organizzato con altri, anche all’estero, quindi venditore ambulante di tessuti ed indumenti, generalmente di cattiva fattura, presentati facendo allusione, anche falsamente, ad una loro losca provenienza per giustificarne il prezzo ridotto e la comunque presunta buona qualità.

Nel film, Mario Balducci è un giovane immigrato italiano originario di Grosseto, che si trova ad Hannover, nell'allora Germania dell'Ovest, senza lavoro ed in una situazione di forti ristrettezze economiche. Deluso di non essere riuscito a combinare nulla dal suo arrivo in Germania, Mario incontra casualmente Ferdinando Magliulo, detto Totonno, un magliaro romano al servizio del malavitoso napoletano don Raffaele Tramontano.

Il grande Francesco Rosi, sempre attento narratore del (mal)costume italico, ingaggiò Alberto Sordi (pare che per impegni precedenti Marcello Mastroianni non poté essere lui il protagonista), scelta che fu criticata perché non ritenuto adatto, ma fu difeso a spada tratta dal regista che precisò: “Adesso quel film è rivalutato, allora non convinse troppo. Tutti aspettavano da me un film come ‘La sfida’, mentre io avevo preso Sordi, che in quel ruolo è formidabile. La chiave comica non se l'aspettava nessuno. Sordi aveva colto magnificamente sia l'aspetto umoristico sia quello drammatico del magliaro.” E in effetti Sordi si prestò ad una eccellente interpretazione, tutta a modo suo ma efficacissima, oggi da riguardare con attenzione e da apprezzare, unitamente al bravissimo Renato Salvatori.

Sceneggiato dai migliori nomi italiani e con un cast tecnico eccezionale, fa impressione rivederlo a distanza di tempo e ci fa riflettere. Fortunatamente la Cineteca di Bologna provvide a restaurarlo nel 2009.






Commenti