I magnifici sette (1960)
- michemar

- 30 mag 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 14 mag 2023

I magnifici sette
(The Magnificent Seven) USA 1960 western 2h8’
Regia: John Sturges
Soggetto: Akira Kurosawa, Shinobu Hashimoto, Hideo Oguni
Sceneggiatura: William Roberts
Fotografia: Charles Lang
Montaggio: Ferris Webster
Musiche: Elmer Bernstein
Scenografia: Edward Fitzgerald
Costumi: Bert Henrikson
Yul Brynner: Chris Adams
Eli Wallach: Calvera
Steve McQueen: Vin
Charles Bronson: Bernardo O'Reilly
Brad Dexter: Harry Luck
Robert Vaughn: Lee
James Coburn: Britt
Horst Buchholz: Chico
TRAMA: Un bandito terrorizza ogni anno un piccolo villaggio agricolo messicano ed allora gli anziani del villaggio mandano tre dei contadini negli Stati Uniti per cercare uomini armati per difenderli. Tornano con sette pistoleri, ognuno dei quali con una propria ragione. Devono preparare la città e i contadini a respingere un esercito di 30 banditi che arriveranno ancora una volta in cerca di cibo.
Voto 7,5

Non è certo il miglior film di John Sturges (come trascurare La grande fuga, Sfida all'O.K. Corral, Giorno maledetto, solo per accennare a qualche titolo?) ma quando parte la colonna sonora di Elmer Bernstein viene spontaneo pensare di stare a cavalcare insieme ai sette pistoleri: una musica epica. Che poi sia un rifacimento di un’opera miliare del cinema giapponese e di tutta la storia del grande schermo poco importa, perché il regista ci fa tuffare in pieno nell’atmosfera che crea con enorme abilità, sia narrativa che di azione.

È senz’altro una pellicola che racconta una storia appassionante ma non poteva reggere se non si costruivano personaggi memorabili, che devono affrontare una situazione spinosa e piena di pericoli in uno dei tanti villaggi al confine tra Stati Uniti e Messico, dove succede che il feroce bandito, Calvera (Eli Wallach), leader di un gruppo di criminali e tagliagole, ha terrorizzato per anni i cittadini di un piccolo villaggio agricolo messicano, costringendoli a consegnare il cibo in modo che lui e i suoi uomini abbiano qualcosa da mangiare durante i mesi invernali. Per porre fine alle razzie e al dominio di Calvera su di loro, gli abitanti del villaggio chiedono a Chris (Yul Brynner), un pistolero professionista, di farlo scappare con tutti i suoi uomini per sempre. Rendendosi conto che non può farcela da solo, Chris raduna altri uomini valenti ognuno dei quali ha i propri motivi per accettare, tra cui il tranquillo ma efficace Vin (Steve McQueen), l'orgoglioso e determinato Bernardo (Charles Bronson) e un nuovo arrivato sfacciato di nome Chico (Horst Buchholz). Con sette uomini armati esperti che li sostengono, gli abitanti del villaggio affrontano Calvera portandolo a una resa dei conti che il bandito non dimenticherà presto.


Come accennato, è il remake hollywoodiano del famoso classico di Akira Kurosawa I sette samurai, un film prodotto in Giappone sei anni prima. Oltre a duplicare l'avventura frenetica dell'originale, l’opera del regista americano copia anche il successo del suo predecessore nella costruzione di una serie di personaggi a tutto tondo. Il temibile Calvera di Eli Wallach ha un umorismo velenoso, rubando sempre con un sorriso falso sul viso fino a quando gli abitanti del villaggio si sollevano contro di lui, perché, da quel momento in poi, quel ghigno da bandito scompare.

Per quanto riguarda i sette personaggi del titolo, ognuno si evolve oltre la figura di un semplice pistolero per diventare qualcosa di più sostanzioso. Lee (Robert Vaughn) accetta l’incarico sì per aiutare ma ha le sue ragioni per farlo, vale a dire il desiderio di trovare un nascondiglio sicuro dai suoi nemici, che sono sempre sulle sue tracce. All'inizio, Chico è poco più di un ragazzino arrogante (un abitante del villaggio commenta che Chico è molto giovane e molto orgoglioso, a cui Chris risponde: "Il cimitero è pieno di uomini che erano molto giovani e molto orgogliosi"), e nonostante la sua arroganza giovanile, imparerà il valore della disciplina e della moderazione a contatto con gli altri. A completare i sette ci sono Britt (James Coburn), che è veloce con il coltello come lo è con la pistola, e Harry Luck (Brad Dexter), un vecchio amico di Chris che si unisce anche perché crede che ci sia oro nascosto da qualche parte nelle vicinanze. Anche gli stessi abitanti del villaggio subiscono una sorta di trasformazione e, così facendo, assumono una propria personalità, tanto che se all’inizio sono inesperti e incapaci di sparare con le armi, impareranno presto a combattere in modi che non avrebbero mai immaginato. Di necessità virtù.

Film entusiasmante e appassionante, riuscito e piacevole, ottimo prodotto di un regista capace di creare continuamente situazioni di grande cinema, ma se questo è merito di John Sturges va ribadito che è anche (chissà, forse soprattutto) un film di personaggi memorabili, ognuno differente dall’altro, ognuno con caratteristiche molto diverse, scolpiti come statue. Come d’altronde gli attori, essendo alcuni già affermati ma altri ancora non molto conosciuti che così iniziarono una bella carriera e qualcuno – con la conclusione in quegli anni del lungo ciclo del western classico – venne in seguito chiamato alla corte di chi avrebbe rivoluzionato lo sguardo del genere: Eli Wallach, Charles Bronson e James Coburn al servizio di Sergio Leone.
Premio Oscar 1961
Candidatura miglior colonna sonora






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