I profumi di Madame Walberg (2019)
- michemar

- 18 nov 2021
- Tempo di lettura: 5 min

I profumi di Madame Walberg
(Les Parfums) Francia 2019 commedia 1h40’
Regia: Grégory Magne
Sceneggiatura: Grégory Magne
Fotografia: Thomas Rames
Montaggio: Gwen Mallauran, Beatrice Herminie
Musiche: Gaëtan Roussel
Scenografia: Jérémy Duchier
Costumi: Alice Cambournac
Emmanuelle Devos: Anne Walberg
Grégory Montel: Guillaume Favre
Gustave Kervern: Arsène
Zéli Rixhon: Léa Favre
Sacha Bourdo: Ranio
Sergi López: Patrick Ballester
Jeanne Arènes: giudice
Pauline Moulène: Jeanne
Olivier Broche: Bourigault
TRAMA: Anne Walberg è una maestra nel campo delle essenze profumate. Crea fragranze e le rivende a molte aziende. Con un atteggiamento da diva, egoista e prepotente, non trova nessuno che osi tenerle testa. Guillaume, il suo nuovo autista, è l'unico che però la affronta sempre a viso aperto e forse è questa la ragione per cui lei non lo licenzia.
Voto 6,5

Anne Walberg è una donna single con una professione particolare: lei è un “naso”, cioè è una signora (mademoiselle, prego!) dotata di una abilità non comune e molto specializzata, quella di creatrice di profumi dal raffinato talento olfattivo, abituata a comportarsi da diva per aver ideato leggendarie fragranze. Ogni volta che si sposta per lavoro da una città all’altra telefona ad una agenzia di autisti, da cui però pretende, con il suo modo di fare altezzoso e noncurante delle altrui prerogative, di essere servita come se fosse anche un maggiordomo: scendere dal suo elegante appartamento le valigie, farsi aiutare a rifare i letti degli alberghi con le personali lenzuola (non sopporta l’odore di quelle degli hotel) e via dicendo. Non usa alcuna parola di cortesia, per lei non esistono per favore o grazie. È però in crisi anche psicologica dal momento che qualche anno prima ha avuto una assenza totale, per fortuna durata solo qualche mese, della sua dote e il naso non riusciva più a sentire gli odori. Praticamente la fine della sua attività così richiesta dalle case più celebri di Francia. Tornata al lavoro nessuno l’aveva più cercata come prima e oggi si è adeguata a compiti di minore rilievo, ben remunerata ma non più come creatrice, piuttosto come consulente per risolvere problemi di cattivi odori riguardanti gli ambienti, la pelle delle borse, e altre richieste simili, ben lontane dai tempi d’oro del suo mitico naso, forse il più importante della nazione.

Guillaume Favre è un uomo all’opposto, anche nella vita privata: separato e mezzo disoccupato, si arrangia a fare da chauffeur per conto della ditta gestita da Arsène, che lo chiama non molto volentieri, dato che spesso è stato multato per eccesso di velocità e risulta poco affidabile per via dei suoi problemi familiari. Nella causa di separazione fa fatica ad ottenere dalla giudice l’affidamento condiviso della figlia adolescente perché non ha un lavoro fisso e vive in un appartamentino troppo piccolo per tenere a dormire la ragazzina. A causa di questa scomoda situazione ha necessità di lavorare con continuità e di trovare in affitto una casa più grande.

Il primo incontro tra i due, dopo appunto una chiamata di lei al gestore degli autisti, non è proprio entusiasmante e si rivela chiarificatore per entrambi, sia per le precise esigenze che Anne pretende da colui che deve portarla a destinazione, suscitando in Guillaume irritato reazioni negative, sia per l’uomo che non si aspettava una cliente così pretenziosa e scostante. Dopo l’esperienza fatta si augurano di non incontrarsi mai più ed invece da quel momento inizia la classica e simpaticissima commedia francese che raramente sbaglia un colpo. Pur dialogando in maniera tutt’altro che amichevole, tra i due si stabilisce quasi per incanto - ma soprattutto perché entrambi fanno una vita solitaria in cui manca un punto d’appoggio morale e non solo - un’atmosfera che diventa sempre più collaborativa. Un po’ per le confidenze delle difficoltà passate e presenti di tutti e due, un po’ per la forzata convivenza nei vari viaggi – mai brevi – e le permanenze nei luoghi visitati, certo è che nasce una certa complicità e simpatia, fino al punto che lei se lo porta dietro alla festa di compleanno della sua agente. E non presentandolo come autista. I due cominciano, pur con qualche difficoltà, a intendersi e a sintonizzarsi e incredibilmente si verifica un evento inaspettato: si scopre che l’autista è dotato di un discreto olfatto, sa distinguere bene le differenze tra profumi di sostanze le più diverse, riesce persino a darle dei consigli, specialmente quando lei riscontra momenti di défaillance dopo un brutto evento. Succede, quindi, ciò che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato, perché lui sta diventando indispensabile per la ormai ex creatrice di fragranze e Guillaume si prende sempre più cura delle debolezze e delle esigenze della donna. La quale oramai non nasconde la fiducia che ripone nell’autista divenuto amico, confidente e collaboratore. Per giunta capace di contrattare un maggior compenso con i clienti.

E lo apprezzerà vieppiù in un episodio in cui Anne rischierà la vita, momento che le farà capire quanto quell’uomo sia diventato utile e affezionato. Attenzione però, perché Grégory Magne non cade nel tranello della rom-comedy e si tiene distante dalle moine affettuose dei soliti personaggi delle solite commedie romantiche anglosassoni che prima si odiano e poi finiscono a letto. No, gioca tutto su una buonissima (sua) sceneggiatura e sui caratteri differenti e avversi dei due protagonisti, che sono, pur nella loro antipatia, simpaticissimi e divertenti ad osservarli, in un’atmosfera che crea un clima di carnage da commedia molto divertente ed anche momenti semiseri. Anzi, la bravura del regista e sceneggiatore la si scopre anche nella sensibilità con cui tratta il rapporto inizialmente non facile dei due personaggi, facendoli roteare tra di loro vicendevolmente e come due satelliti che girano intorno ad un pianeta senza mai scontrarsi, abilità non comune. Al quale poi va anche attribuito il merito di aver creato una coppia assortita e anomala, un buddy movie misto, di provenienze e culture differenti, oltre che di sesso, con problemi e prospettive lontanissimi, partendo da una persona (Anne) dotata di un fiuto infallibile, letteralmente (il film stupisce per le competenze della protagonista), mentre l’altro (Guillaume) ha all’opposto un incredibile fiuto – nel senso di attrazione - per i guai: l’unione dei due caratteri servirà almeno a ché lui, più esperto della vita, insegnerà a quella donna affettivamente analfabeta a saper vivere, ad aprirsi. Ma l’amore no, il sesso neanche a pensarci. E quindi, possono essere (solo) amici una donna ed un uomo? A quanto pare sì!

Se ho ricevuto una conferma della bravura e del fascino tutto francese di Emmanuelle Devos ovviamente non mi meraviglio: è risaputo come possa passare da ruoli drammatici a quelli da commedia, anche sofisticata. Ma la vera sorpresa, almeno per me, è Grégory Montel, attore dalla simpatia trascinante che si rivela scena dopo scena. Ed entrambi, in un continuo concerto di incontri/scontri al limite della gag, aiutati da una brillante sceneggiatura degna della tradizione della migliore commedia francese che delude raramente.






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