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I segreti del lago (2001)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 21 mag 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 16 ott 2020


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I segreti del lago

(The Deep End) USA 2001 thriller drammatico 1h41'


Regia: Scott McGehee, David Siegel

Soggetto: Elisabeth Sanxay Holding (The Blank Wall)

Sceneggiatura: Scott McGehee, David Siegel

Fotografia: Giles Nuttgens

Montaggio: Lauren Zuckerman

Musiche: Peter Nashel

Scenografia: Kelly McGehee, Christopher Tandon

Costumi: Sabrina Rosen


Tilda Swinton: Margaret Hall

Goran Visnjic: Alek 'Al' Spera

Jonathan Tucker: Beau Hall

Peter Donat: Jack Hall

Josh Lucas: Darby Reese


TRAMA: Margaret, tranquilla casalinga, sposata a un ufficiale di marina che, a causa della sua professione è sempre lontano da casa, è costretta a gestire da sola i problemi della vita quotidiana. Quando l'amante di Beau, il suo primogenito omosessuale, annega nel lago di fronte alla sua casa, nasconde il cadavere per proteggere suo figlio. Poi un giorno compare dal nulla Alek, un ragazzo che sembra essere a conoscenza di parecchie cose.


Voto 7


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Margaret conduce una vita così ordinaria da essere diventata, oltre che faticosa, anche monotona: è una normalissima casalinga e quindi le spetta badare alla casa (una villa nel bosco), correre dietro ai figli e perfino accudire il suocero, mentre il marito è spesso via in quanto ufficiale di Marina. Non succede mai nulla e lei si accontenta. Quando succede qualcosa, questo va oltre ogni aspettativa e oltre la quotidianità di quegli anni: l’amico del figlio maggiore omosessuale annega nel vicino lago dopo un litigio e lei entra nel panico. Come fare a proteggere il figlio? È una situazione paradossale e pericolosa e capisce che deve prendere iniziative a cui non è abituata. Prima cosa nascondere il cadavere, ma non è così facile sfuggire allo sguardo di chi la vorrà ricattare. E così si trova nella morsa tra il tempo a disposizione ed una somma ingente impossibile da trovare.


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Tilda Swinton ha sempre recitato ma in quel periodo era un po’ di anni che non le capitava un personaggio di tale spessore: il suo fisico e specialmente il suo viso diventano protagonisti di un thriller che si carica come una molla, di ora in ora, di minuto in minuto, una folle corsa contro il tempo e le sfortunate coincidenze. Gli spigoli di quel viso triangolare si acuiscono e trasmettono ansia, soprattutto ogni volta che pare stia sul punto di risolvere il problema e invece si ritrova con ulteriori complicazioni. È come se il mondo le si sia rivoltato contro e siccome non ha voluto confidarsi con nessuno e nessuno la può quindi aiutare, i primi piani che i due registi Scott McGehee e David Siegel (Quel che sapeva Maisie) le dedicano mostrano la compressione di paura e ansia che la tengono continuamente sulla corda.


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La sua Margaret è l’epicentro di un terremoto la cui scia sismica non dà segnali di quiete e inevitabilmente ci si ritrova a fare il tifo per lei, la si spinge per salvarla, la si vorrebbe soccorrere nei momenti più difficili. Un po’ come succedeva quando il maestro Hitchcock poneva nei suoi racconti imprevedibili un ordinario malcapitato al centro di una spirale molto più grande e difficoltosa di lui e come in quei casi ci ritroviamo con il quesito di sempre: riuscirà a cavarsela?


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È un eccellente thriller che è rimasto immeritatamente quasi del tutto sconosciuto ed è un piacere (ri)scoprirlo, ancora una volta con una strepitosa Tilda Swinton, candidata ai Golden Globe.




 
 
 

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