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I sogni segreti di Walter Mitty (2013)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 29 ago
  • Tempo di lettura: 3 min
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I sogni segreti di Walter Mitty

(The Secret Life of Walter Mitty) USA, UK 2013 commedia 1h54’

 

Regia: Ben Stiller

Soggetto: James Thurber (racconto)

Sceneggiatura: Steve Conrad

Fotografia: Stuart Dryburgh

Montaggio: Greg Hayden

Musiche: Theodore Shapiro

Scenografia: Jeff Mann

Costumi: Sarah Edwards

 

Ben Stiller: Walter Mitty

Kristen Wiig: Cheryl Melhoff

Adam Scott: Ted Hendricks

Sean Penn: Sean O’Connell

Shirley MacLaine: Edna Mitty

Kathryn Hahn: Odessa Mitty

Adrian Martinez: Hernando

Jonathan C. Daly: Tim Naughton

Patton Oswalt: Todd Maher

Ólafur Darri Ólafsson: pilota elicottero

 

TRAMA: Walter Mitty, timido photo-editor per riviste, è incapace di vivere nel mondo reale e conduce un’esistenza di fantasia, rifugiandosi in un universo in cui è totalmente all’opposto di ciò che egli è realmente e vive avventure fantastiche. Quando però un importante negativo scompare, Walter è costretto ad imbarcarsi in una vera avventura alla sua ricerca.

 

VOTO 6 –


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Remake del film del 1947 Sogni proibiti ma con lo sviluppo della trama cambiato, la versione diretta e interpretata da Ben Stiller si propone come un rifacimento moderno e adeguato ai nostri tempi. Riprende la premessa originale, quella cioè di un uomo che evade dalla sua grigia quotidianità attraverso la fantasia e la reinterpreta con uno stile visivo contemporaneo e una narrazione più avventurosa. Il risultato è un’opera che, pur conservando alcuni riferimenti al film d’origine, si muove in una direzione nuova, cercando di essere al tempo stesso familiare e innovativa.



Tuttavia non mantiene le promesse di compiacimento dato che il punto debole risiede nella sua narrazione: la storia fatica a coinvolgere e le avventure di Walter (Ben Stiller) appaiono spesso superficiali. Il film trova slancio solo nelle scene condivise tra lui e Cheryl (Kristen Wiig), che rappresenta l’interesse amoroso del protagonista. Al contrario, le lunghe sequenze ambientate in luoghi esotici - dalla Groenlandia all’Afghanistan - risultano meno coinvolgenti, più simili a un diario di viaggio che a un racconto avventuroso.



Walter Mitty è un impiegato timido che lavora per la rivista Life elaborando negativi fotografici. Quando scompare l’immagine destinata alla copertina dell’ultimo numero, è costretto ad intraprende un viaggio reale alla ricerca del famoso fotografo Sean O’Connell (Sean Penn). Durante il percorso, affrontando una vita diversa dalla solita routine, scopre sé stesso e impara a vivere davvero. È una storia dal tono delicato e ottimista, che potrebbe sembrare fuori luogo in un’epoca dominata dal cinismo. Però, il personaggio cinico non manca, è il suo capo Ted Hendricks (Adam Scott), antipatico come da schema classico.



Le sequenze più divertenti sono quelle in cui Walter si perde nelle sue fantasie, immaginando situazioni che nella vita reale non avrebbe mai il coraggio di affrontare. Tuttavia, il viaggio reale che occupa gran parte del film manca di tensione e sembra spesso girare a vuoto. L’intento è far vivere a Walter esperienze autentiche prima di incontrare Sean, ma il ritmo narrativo si inceppa in più punti.



Ben Stiller è perfettamente calato nel ruolo di Walter, con una sensibilità che ricorda il Tom Hanks degli anni ‘90. Kristen Wiig sorprende per la sua interpretazione misurata, priva dei suoi soliti eccessi comici e la chimica tra i due è delicata e credibile. Shirley MacLaine appare brevemente nel ruolo della madre di Walter, mentre Sean Penn interpreta il misterioso fotografo con il suo consueto carisma. Adam Scott, invece, incarna il capo arrogante e insensibile, ma il suo personaggio viene abbandonato prima del finale, lasciando capire che interessa poco alla sceneggiatura.


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Un film dal sapore vecchio stile, che si distingue per la sua confezione visiva curata ma non riesce a lasciare un’impronta duratura. È pensato per un pubblico familiare, ma potrebbe risultare troppo lento per i più giovani. Il risultato è un’opera piacevole a tratti, ma che difficilmente resterà impressa nella memoria.

 


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