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Il campione (2019)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 21 nov 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 giu 2023


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Il campione

Italia 2019 dramma 1h45’


Regia: Leonardo D'Agostini

Sceneggiatura: Giulia Louise Steigerwalt, Leonardo D'Agostini, Antonella Lattanzi

Fotografia: Michele Paradisi

Montaggio: Gianni Vezzosi

Musiche: Ratchev & Carratello

Scenografia: Alessandro Vannucci

Costumi: Valentina Taviani


Andrea Carpenzano: Christian Ferro

Stefano Accorsi: Valerio Fioretti

Ludovica Martino: Alessia

Mario Sgueglia: Nico

Camilla Semino Favro: Paola

Yuliia Sobol: Sylvie

Anita Caprioli: Cecilia

Massimo Popolizio: Tito

Sergio Romano: Enzo


TRAMA: Christian è un calciatore della Roma, tutto genio e sregolatezza. Valerio è un professore schivo e solitario, con problemi economici. Un giorno Valerio viene chiamato ad affiancare il ragazzo e a impartirgli un po' di disciplina, dopo che quest'ultimo ha combinato l'ennesima bravata. Tra i due all'inizio sono scintille, ma ben presto si trovano l'uno accanto all'altro, generando un legame che farà crescere e cambiare entrambi.


Voto 6

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La pellicola d’esordio di Leonardo DAgostini racconta la storia di Christian Ferro, un giovane talento calcistico appena ventenne che ha un grande dote nei piedi da calciatore di sicuro futuro ma anche un serio problema caratteriale. E non di poco conto, dal momento che diventa un limite per la sua sicura carriera di campione in erba. Per inculcargli un po' di disciplina e migliorare così la sua pessima reputazione oltre al carattere, il presidente della società di calcio dove il giovane sta crescendo gli impone di sostenere almeno l’esame di maturità e per affrontarlo gli accosterà una guida, Valerio Fioretti, un professore di liceo schivo e solitario. Inizialmente tra lui e Christian non correrà buon sangue, anzi tutt’altro, ma pian piano i due incominceranno a conoscersi e a legare sempre di più, dando l’uno all’altro moltissimo e aiutandosi a vicenda a crescere, in una sorta di viaggio catartico che farà bene a entrambi. È una sorta di quello oggi viene chiamato “bromance”, una specie di racconto d’affetto tra due amici, in pratica un rapporto fraterno, ma anche un rapporto padre-figlio che corre tra l’atleta e il suo mentore, anime ferite da rimpianti con lo stesso nome di donna per entrambi. Prima del finale si svelerà questo mistero.

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È un esordio, e lo si nota bene guardando il film, che qualcuno ha definita un’opera naïf, artigianale ma anche evidentemente schietto. Magari il cliché lo conosciamo bene, è la solita altalena di un rapporto che inizia con difficoltà, poi migliora, poi precipita per innalzarsi trionfalmente e con il finale che tutti aspettiamo, troppo accomodante. Ma va bene così, anche con un pizzico di emozione conclusiva, perché no. Ma ripeto troppo accomodante.

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I giudizi positivi sul film mi son sembrati eccessivi a dir la verità, sembrandomi forzato in alcuni momenti di euforia recitativa ed esaltazione del mito del campione, e troppo tratteggiato a mio parere sui personaggi poco chiari che girano intorno al ricco mondo del calcio professionistico. Perfino esagerato per la presenza di alcune figure di contorno, ma siccome alcuni premi stanno anche arrivando in campo internazionale evidentemente il film piace alla gente, che vede nel “campione” il glamour tanto pubblicizzato dalla celebrità e popolarità che abita nello sport. Un appunto però devo farlo, perché se l’attore protagonista se la cava discretamente nella recitazione non lo vedo adatto al personaggio, troppo esile per essere un calciatore dei giorni nostri, che sono infatti necessariamente robusti e muscolosi, adatti al calcio moderno così atletico: quelle gambe così magre non sono quelle adatte, per nulla. Non è un particolare secondario, perché un appassionato di questo sport se ne rende conto facilmente. Dal punto strettamente tecnico-sportivo (sappiamo bene tutti quanto sia difficile girare scene reali di sport per renderle verosimili) il regista, dati i mezzi a disposizione, fa del suo meglio ma il risultato è chiaramente una serie di sequenze di fiction alquanto inattendibili, troppo facilitate per esigenze di copione.

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Il protagonista è Andrea Carpenzano, il giovane attore che abbiamo apprezzato in Il permesso – 48 ore fuori, il bellissimo Tutto quello che vuoi e l’interessantissimo La terra dell’abbastanza. Accanto a questo giovane in forte crescita, un finalmente contenuto Stefano Accorsi, che non “esplode” nei suoi tipici momenti di over-acting (finalmente).


Riconoscimenti

2020 - David di Donatello

Candidatura miglior regista esordiente

Candidatura miglior attore non protagonista a Stefano Accorsi



 
 
 

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