Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012)
- michemar

- 30 apr 2022
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 11 mag 2023

Il cavaliere oscuro - Il ritorno
(The Dark Knight Rises) USA/UK 2012 azione 2h44’
Regia: Christopher Nolan
Soggetto: Bob Kane, Bill Finger (DC Comics)
Sceneggiatura: Christopher e Jonathan Nolan
Fotografia: Wally Pfister
Montaggio: Lee Smith
Musiche: Hans Zimmer
Scenografia: Nathan Crowley, Kevin Kavanaugh
Costumi: Lindy Hemming
Christian Bale: Bruce Wayne / Batman
Michael Caine: Alfred Pennyworth
Gary Oldman: commissario James Gordon
Anne Hathaway: Selina Kyle / Catwoman
Tom Hardy: Bane
Marion Cotillard: Miranda Tate / Taliaal Ghul
Joseph Gordon-Levitt: Robin John Blake
Morgan Freeman: Lucius Fox
Ben Mendelsohn: John Daggett
Matthew Modine: vicecommissario Peter Foley
Nestor Carbonell: sindaco Anthony Garcia
Burn Gorman: Philip Stryver
Juno Temple: Jen
Daniel Sunjata: cap. Jones
Robert Wisdom: cap. Parker
Will Estes: ag. Simon Jansen
Josh Stewart: Barsad
Alon Moni Aboutboul: dott. Leonid Pavel
John Nolan: Douglas Fredericks
Chris Ellis: Padre Riley
Aidan Gillen: ag. CIA Bill Wilson
Cillian Murphy: Jonathan Crane / Spaventapasseri
Liam Neeson: Ra's al Ghul
William Devane: presidente USA
Tom Conti: prigioniero
TRAMA: Sono passati alcuni anni da quando Bruce Wayne ha indossato la maschera di Batman per l'ultima volta ma il suo volontario ritiro dalle scene è interrotto quando il commissario Gordon scopre un complotto teso a distruggere dall'interno la città di Gotham City. I nuovi nemici, con cui Batman dovrà confrontarsi, sono la misteriosa Selina Kyle e il letale Bane.
Voto 7

Gli eroi dei fumetti nascono tali o si trasformano, come succede a Peter Parker che diventa Spider-Man mentre Superman si traveste da Clark Kent. E Bruce Wayne/Batman? A un primo sguardo è un essere umano come tanti, se non fosse per i miliardi in banca ma il suo Batman ha una tuta nera iper-resistente, ali da pipistrello, gadget futuristici, mezzi di trasporto imponenti, un corpo super allenato, una voce roca e profonda. Tutte cose fornitegli dal signor Bruce Wayne e dalla ricchezza che possiede. Coltiva puntigliosamente un rancore inamovibile nutrito da sensi di colpa sin da quando, bambino, si è visto trucidare sotto gli occhi i genitori, sovrapponendo ansia di giustizia e necessità di vendetta. L’eroe di Christopher Nolan lo ritroviamo nel terzo capitolo che resta il definitivo, almeno per il regista, che dichiarò che non l’avrebbe mai diretto se non gli fosse stato permesso di chiudere l’arco narrativo: è sempre girata la voce secondo la quale già aveva girato l’episodio precedente controvoglia e con questo voleva chiudere per sempre la storia. A parte l’incipit, diretta conseguenza di Il cavaliere oscuro (Bruce Wayne eremita nel suo castello, Batman creduto responsabile della morte di Harvey Dent/Due Facce e Gotham City pare falsamente in un periodo di effimera prosperità), della trama, dipanata lungo ben 164 minuti, si può dire solo che è intricatissima, cupissima, densa di colpi di scena e di effetti speciali spettacolari. E corale: oltre ai veterani Christian Bale, Michael Caine, Morgan Freeman, Gary Oldman e Cillian Murphy, si aggiungono al cast Tom Hardy, Anne Hathaway, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt, Matthew Modine, Juno Temple. Ognuno è un ingranaggio fondamentale, a partire dal gigantesco Bane.

Sono passati otto anni dalla morte del Joker e di Harvey Dent. Batman si è preso la colpa ed è scomparso nel buio, mentre Bruce Wayne si è autorecluso nella villa di famiglia. Ma nubi nere si addensano all’orizzonte, una cospirazione vuole distruggere Gotham City dall’interno e il Cavaliere Oscuro sta per incontrare il suo nemico più pericoloso, Bane. Pericoloso davvero perché è muscoloso e soprattutto brutale, cattivo, con un istinto da killer efferato e si fa carico dell’istanza politica e sociale cavalcando la protesta di chi vuole sovvertire l’ordine predeterminato. Come succede sempre nelle rivoluzioni non pacifiche, il popolo insorto cerca un leader, anche violento e autoritario, che sia guida e simbolo del rovesciamento. Uscendo il film nel periodo post crisi finanziaria ed economica, la protesta facinorosa e aggressiva è all’ordine del giorno e il regista londinese sfrutta e trasforma le rivoluzioni della Storia, da quella francese a quella russa, in quella di Occupy Wall Street con tanto di assalto al monumento moderno del capitalismo liberale: la Borsa dei Valori della metropoli. Scena clou e risolutiva in cui o si abbatte il simbolo o si chiude la rivoluzione.

Composto ibrido di estremisti politici e no-global, l’esercito destabilizzante è armato e guidato dall’aizzatore nascosto da una maschera senza la quale non può vivere e lo scontro fisico con le forze dell’ordine e l’esercito regolare diventa inevitabile e definitivo, rappresentato anche, e soprattutto, dal duello diretto tra i due protagonisti. Bane contro il Cavaliere Oscuro, che non ha potuto resistere al richiamo della sua coscienza e si è riaffacciato prepotentemente sulla scena. Batman ha già dovuto contrastare in precedenza, nei due film antecedenti, i suoi avversari e Joker non c’è più. Ora il nuovo nemico, personale e della città, è forse il peggiore di tutta la saga e solo annientandolo si potrà raggiungere la pace sociale e giustizia sarà fatta, quella giustizia che insegue da sempre.

È l’episodio più caotico, più pirotecnico, più roboante, più rumoroso, più buio e più pessimista ma è anche quello che offre un finale pacificatorio e positivo, che ha il sapore della famiglia e della vita finalmente ordinaria. Bruce Wayne / Batman era semplicemente tornato, ora pare risorto dopo che si era sacrificato con il suo mezzo di trasporto fantascientifico con cui ha portato in alto mare l’ordigno preparato ad orologeria che doveva distruggere la città. Quando Alfred Pennyworth si siede al tavolino di un bar nella piazza soleggiata di Firenze, esattamente come aveva sognato, intravede a qualche metro di distanza una bella famigliola: conosce bene l’uomo che sorride alla moglie e al figliolo. Sorride anche lui, contento di sapere che Bruce sta bene, salvo e felice come sperava da tempo: il Pipistrello è riuscito a salvare Gotham e ha finalmente lasciato una vita che non gli apparteneva più, ponendo le basi per un futuro sereno con la donna che ama. All’orizzonte, intanto, si scorge un giovane agente di polizia, coraggioso e curioso, che promette bene e che si chiama Robin.


La trilogia, iniziata con Batman Begins e proseguita con Il cavaliere oscuro, è finalmente completata (per la soddisfazione di Christopher Nolan) ed io, personalmente, spero non ci siano altri film sul personaggio, perché le cose belle devono essere tante ma non ripetitive sullo stesso argomento. Sequel, prequel, spin-off, reboot sono, secondo me, solo frutto di mancanza di idee nuove, come anche i rifacimenti, a meno che siano davvero migliorativi. Ed invece non è finita: c’è già un nuovo film (The Batman, di Matt Reeves, del 2022) il cui titolo vuole rafforzare l’opera come la vera ed unica decisiva nonostante sia l’ennesima, e a quanto pare è già in cantiere il sequel. Segno inconfutabile di quanto fascino possa emanare questo eroe fantastico.



La presente opera è indubbiamente il prodotto del cinema dinamico di Christopher Nolan, della sua geniale inventiva, della sua caratteristica e impareggiabile visione del cinema d’azione che non conosce limiti di investimenti da parte delle produzioni che credono ciecamente in lui, della sua bravura a dirigere gli attori e che attori! Uno stuolo numeroso in cui ognuno ha un ruolo mai secondario, almeno considerando il tris, dando spazio ora all’uno ora all’altro, ma tra i tanti presenti è chiaro che solo alcuni vengono messi maggiormente in risalto: ovviamente sul gradino più alto del podio si erge Christian Bale, a seguire il forte personaggio idealista di Gary Oldman e il fedele Michael Caine, che tale è per il protagonista ma anche per l’autore, avendo recitato per lui ben 7 volte. Per adesso. Ma sono tanti i personaggi e dall’alto della sua maestria, Nolan ce li fa conoscere tutti bene, anche perché nei complessivi 456 minuti (!) della trilogia c’è spazio per tutti.
Tre film che si possono vedere anche separatamente essendo tre trame separate ma l’ideale è guardarli di seguito per ottenere una visione che dia un significato all’operazione, forzata o meno, del suo autore.






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