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Il cieco che non voleva vedere Titanic (2021)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 13 set 2021
  • Tempo di lettura: 6 min

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Il cieco che non voleva vedere Titanic

(Sokea mies, joka ei halunnut nähdä Titanicia) Finlandia 2021 dramma 1h22’


Regia: Teemu Nikki

Sceneggiatura: Teemu Nikki

Fotografia: Sari Aaltonen

Montaggio: Jussi Sandhu


Petri Poikolainen: Jaakko

Marjaana Maijala: Sirpa

Samuli Jaskio: Scorpions


TRAMA: Jaakko, cieco e disabile, è costretto su una sedia a rotelle. Ama Sirpa ma, vivendo lontano, non l'ha mai conosciuta di persona ma solo al telefono. Quando Sirpa viene sopraffatta da una scioccante notizia, Jaakko decide di andare subito da lei nonostante le sue condizioni. Dopo tutto, gli basta affidarsi all'aiuto di cinque sconosciuti in cinque differenti posti per spostarsi da casa al taxi, dal taxi alla stazione, dalla stazione al treno, dal treno al taxi e, infine, dal taxi all'amata.


Voto 7,5

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Che ci si trovi davanti a qualcosa di differente dal solito, lo si intuisce immediatamente quando, dal primo istante, una voce fuori campo legge i titoli di testa iniziando dai produttori e distributori del film. Viene il dubbio che ci sia stato un errore nelle impostazioni della visione, dello streaming, che sia una versione speciale, che sia prevista, invece che per i non udenti, una versione per i non vedenti… Già per i non vedenti, forse, o per i ciechi, per dirla con il titolo. E infatti…


Il film di Teemu Nikki, che a Venezia78 del 2021 ha vinto il Premio degli Spettatori Armani Beauty, riconoscimento istituito per i film di Orizzonti Extra, sezione collaterale al festival, è, a dir poco, una sorprendente opera del regista, sceneggiatore e produttore cinematografico finlandese. Ma sorprendente davvero! Partiamo da un soggetto del tutto particolare e, secondo me, innovativo, nel senso che se la persona non vedente è un tema già più volte capitato nel cinema, presentata in questa maniera non ne ho ricordo. Riguarda la storia di un uomo, Jaakko, che, povero lui, è cieco e disabile e vive solo nel suo appartamento ancora pieno degli oggetti che risalgono al periodo in cui riusciva a vedere, in particolare centinaia di dvd. A rovinargli la vita è stata la sclerosi multipla che, oltre a renderlo paralizzato dalla vita in giù, gli ha tolto la vista, rendendolo praticamente non autosufficiente, anche se, come si potrà notare, abbastanza indipendente per molte attività. Lui, in effetti, è fortemente volitivo e positivo, sempre sorridente e soprattutto di grandissimo spirito, nel senso anche di spiritoso. Nulla lo abbatte, niente distrugge il suo ottimismo, ad ogni difficoltà trova sempre una risposta, una soluzione: lui cerca ogni volta la maniera di superare qualsiasi ostacolo. Non si abbatte mai.

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A fargli compagnia è la voce di Sirpa, una donna che sta peggio di lui in quanto malata terminale, che ha conosciuto online e alla quale telefona tante volte durante la giornata e della quale, dopo tutte le chiacchiere che si sono scambiati, si sente attratto sino a convincersi di essersi innamorato, pur non avendola mai incontrata di persona. Dopo l’ennesimo colloquio telefonico – Jaakko ha un cellulare adeguato alle sue esigenze di cieco, per cui è “parlante”: gli legge i messaggi, quando squilla per una chiamata pronuncia il nome dalla rubrica, riesce perfino a giocare on line vincendo spesso. Anzi ha appena vinto 6.000 euro. Un giorno, queste sofferenze condivise tra i due subiscono un contraccolpo, ed è quando la povera donna, che già sta male, gli risponde molto abbattuta perché da alcuni esami effettuati scopre che le medicine non le faranno granché ad alleviarle i dolori, in pratica si avvia verso un peggioramento soprattutto dal punto di vista della sofferenza fisica. Jaakko le aveva promesso che prima o poi si sarebbero incontrati, facendola ridere. Come avrebbe mai potuto raggiungerla nelle condizioni con cui vive, con le obiettive limitazioni fisiche e l’handicap visivo? Ma una promessa è una promessa, a maggior ragione, come le aveva detto, nel caso remoto (invece arrivato) che uno dei due stesse per morire. Ecco. Il momento è arrivato. Jaakko decide di andare immediatamente da lei, nonostante le difficoltà, non può tirarsi indietro. D’altra parte, scherza – come al solito – lui ha “solamente” bisogno di cinque estranei che lo aiutino a raggiungere nel minor tempo possibile la sua amata, per prendere un paio di taxi e un paio di treni. Semplice, no? sì, ma solo per i tipi come Jaakko, che non è semplicemente un uomo “positivo”, è una potenza irrefrenabile di ottimismo e di volontà, che lo porterebbero anche in cima ad una montagna. C’è da giurarci.

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Un film d’amore impossibile? Uno strappalacrime che commuove? La forza dei sentimenti che domina il mondo? Ma neanche per idea! Il film, che inizia come una commedia, poi con risvolti di dramma dei sentimenti, vira improvvisamente al giallo, al thriller causato da un delinquente di mezza tacca che ha forti pendenze finanziarie con un altro uomo senza scrupoli, efferato e pronto a tutto. Il povero cieco si caccia nei guai perché è troppo ottimista e si fida troppo delle persone, forse anche perché non esce mai dal suo piccolo appartamento, invaso – oggi più che mai inutilmente – da una marea di DVD e cassette VHS. Ma attenti, continuando con il suo macabro senso di spirito, ha solo due blu-ray perché, da quando non vede più, non è più attirato dall’alta definizione (!). Dove lo troviamo un altro essere simile che sa scherzare sulle proprie disgrazie e consola anche quelli che stanno meglio di lui? Figuriamoci Sirpa, che è messa molto peggio. L’altissimo grado di cinefilia, di livello veramente eccezionale, lo porta a fare spesso citazioni, che fa entrare alla minima occasione in ogni discorso, per cui è capace di fare riferimenti a persone o a situazioni mediante il nome di celebri personaggi cinematografici o titoli di film ben abbinati: per esempio affibbia il nome di Annie Wilkes (da Misery non deve morire) alla sua badante, oppure dà del Plissken (da 1997: Fuga da New York) a qualcun’altro, ed inoltre non fa mistero della sua sfrenata passione per i film di John Carpenter, specialmente quelli più vecchi, e ce l’ha a morte con James Cameron che, secondo lui, ha girato i migliori horror del cinema (secondo lui Alien, Terminator, The Abyss) per poi finire miseramente col girare la peggior spazzatura con Titanic. Ecco quindi il significato del titolo! Tra l’altro simpaticissimo, perché lui, quel film, non lo ha mai voluto vedere. Tant’è che il suo blu-ray è ancora incellofanato. E siccome la sua amica telefonica lo ama alla follia, lui lo pone nello zaino che si sta portando dietro nel viaggio per portarglielo e nel frattempo ordina anche un grosso televisore ed un costoso impianto di home theatre da far pervenire a casa della donna: tanto ha vinto 6.000 euro!

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Il regista Teemu Nikki ci porta quindi ad attraversare il confine della commedia ordinaria verso quella nera, fino a fare qualche passo nel thriller, movimentando il corpo centrale della trama facendo stare sulle spine lo spettatore. Jaakko si trova nei guai sul serio e le vie d’uscita sono precluse. A maggior ragione quando, inaspettatamente, notiamo che il proverbiale buonumore dell’uomo comincia a vacillare, sotto i colpi fisici e i contraccolpi psicologici della difficile situazione in cui si è cacciato, difendendosi solo a colpi di cinefilia, definendo il suo aguzzino come il cippatore di Fargo. È stato testardo, ha voluto partire senza l’aiuto della badante e adesso non sa come cavarsela, pagandone le conseguenze. Il perché di un film così atroce, almeno in quella tranche di racconto, si spiega solo informandosi in merito alla nascita del soggetto. Teemu Nikki, in realtà, è un amico dell’attore Petri Poikolainen, che è realmente malato nella vita. Dice il regista: “Nella primavera del 2019 chiesi al mio amico Petri se gli sarebbe ancora piaciuto recitare. Mi confessò che era ancora il suo sogno, e promisi di scrivere una parte per lui in un cortometraggio. La parte è diventata quella di protagonista e il cortometraggio è diventato un lungometraggio. La sclerosi multipla di Petri è così aggressiva che avevamo fretta di girare il film. Petri mi disse che, sebbene cieco e in grado di muovere solo la mano destra, viaggiava ancora da solo. È così che è nata l’idea. A ogni modo, non volevo fare un documentario su un attore disabile. Volevo lavorare con Petri, un attore che si dà il caso sia anche cieco e su una sedia a rotelle. Il nostro protagonista ha la stessa malattia di Petri, ma la sceneggiatura è immaginaria.” Sorprendente, vero? Quello che appunto scrivevo all’inizio. A ciò va aggiunto che la regia ha avuto idee chiare tanto da mostrare solo il primissimo piano del viso del protagonista, che praticamente dal collo in giù non viene mai inquadrato, e, per dare maggior risalto alla sua cecità, tutte le persone, l’ambiente e lo sfondo che lo circondano sono costantemente fuori fuoco, non si riescono a vedere se non offuscate, come se anche lo spettatore partecipi in prima persona ai problemi visivi dell’uomo. Un accorgimento tecnico molto efficace. Una sola scena si vede totalmente messa a fuoco, allorquando finalmente i due personaggi si incontrano e lui la accarezza per capire il suo volto, per conoscere e “vedere” con il tatto la sua amica e quindi mostrarlo anche allo spettatore con i suoi “occhi”.

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Tanti elementi in questo film originale e bello: ironia, commedia, dramma e suspense. E tanta conoscenza di cinema. Verrebbe da dire “un film da vedere assolutamente”, ma in questa occasione fa sobbalzare. A me è piaciuto tanto, anche perché condivido l’idea di base con il protagonista: anch’io non ho mai visto (perlomeno interamente) Titanic. Non lo sopporto. Preferisco questo film.


 
 
 

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