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Il curioso caso di Benjamin Button (2008)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 7 mar 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 11 apr 2024


Il curioso caso di Benjamin Button

(The Curious Case of Benjamin Button) USA 2008 dramma fantasy 2h46'


Regia: David Fincher

Soggetto: F. Scott Fitzgerald

Sceneggiatura: Eric Roth

Fotografia: Claudio Miranda

Montaggio: Kirk Baxter, Angus Wall

Musiche: Alexandre Desplat

Scenografia: Donald Graham Burt

Costumi: Jacqueline West


Brad Pitt: Benjamin Button

Cate Blanchett: Daisy Fuller

Julia Ormond: Caroline

Tilda Swinton: Elizabeth Abbott

Taraji P. Henson: Queenie

Jared Harris: capitano Mike Clark

Jason Flemyng: Thomas Button

Mahershala Ali: Tizzy Weathers

Elias Koteas: Monsieur Gateau

Ed Metzger: Theodore Roosevelt

Phyllis Somerville: nonna Fuller

Elle Fanning: Daisy Fuller a 7 anni

Madisen Beaty: Daisy Fuller a 10 anni


TRAMA: La vita di un bizzarro essere umano nato con l'aspetto di un ottantenne che crescendo, invece di diventare ancora più vecchio, ringiovanisce: un'esistenza decisamente complicata, destinata a soffrire e far soffrire.


Voto 7

David Fincher racconta una bellissima favola che poi è un po' un sogno: nascere anziani e ringiovanire sempre più. Infatti, la domanda che serpeggia per tutto il film è: come si comporterebbe un vecchio con la testa di un bambino? e come un giovane con l'esperienza di un vecchio? Si racconta che, siccome la novella è solo uno (s)punto di partenza essendo solo di una ventina di pagine (!), sia ispirata da una riflessione di Mark Twain: “La vita sarebbe assai più felice se nascessimo all'età di 80 anni ed evolvessimo gradualmente fino ai 18.” Chissà quanto di noi sono d’accordo, senza escludere quanto sia bello per tutti ricordare le tante belle cose della fanciullezza.

Viene da pensare che con una trama così fantasy, Fincher rischiava parecchio, anche se andava sul sicuro utilizzando ancora una volta l’attore che più gli stava dando soddisfazione in quel periodo, Brad Pitt (Fight Club, Seven) e manipolando ad arte la duttilità attoriale e corporea della bella, bravissima e giovane Cate Blanchett, qui dal viso angelico e ancor più diafano del solito. E non sono gli unici nomi di rilievo nel cast: eccellente e commovente la prova della brava Taraji P. Henson, che è normalmente un’attrice grintosa e spumeggiante ma nell’occasione è in un ruolo che sa recitare con grande passione e che conosciamo prima da giovane ad accudire i tanti anziani che vivono nel suo centro che gestisce e poi la vediamo invecchiare, sempre generosa verso tutti, e coprire di tanto amore quel piccolo “mostro” che aveva voluto accettare nella vita e che educa e alleva con abnegazione, seguendo il piccolo/vecchio Bemjamin in tutte le sue avventurose storie in tutto il mondo. Bravissima. Da parte sua, il protagonista ricambia con tutto l’affetto che possiede le cure ricevute e dimostra in tante occasioni che, nonostante tutto, lui la considera la sua mamma a tutti gli effetti. A Tilda Swinton il regista cuce addosso un personaggio adattissimo alle sue esibizioni di attrice: la sua Elizabeth Abbott è misteriosa e fredda solo in apparenza, che quando si invaghisce di quell’uomo dal viso non più giovane ma dalle risorse fisiche inaspettate, si fa trascinare in una storia d’amore che dura il tempo che il destino concede loro.

Non si può fare a meno, secondo il mio modesto parere, di considerare la durata spropositata del film (basato, appunto, su un piccolo libretto) e l’allungamento delle scene, le tante mini avventure, i molteplici viaggi compiuti da Benjamin, tutto ciò mi ha portato a pensare che se David Fincher avesse girato oggi questo film ne avrebbe sicuramente tratto una serie di chissà quante puntate. Il materiale girato è tanto ma altrettanto lui sarebbe stato in grado di realizzare. La mia considerazione volge verso una conclusione chiara: se il film fosse stato più breve avrebbe sicuramente reso meglio lo spirito del protagonista e della sua strana vita all’incontrario ed invece, forse per renderci chiaro il lento invecchiamento mentale che accompagna il lento ringiovanimento del corpo, si va avanti con piccoli passi abbondantemente spiegati e filmati. Come ho sempre scritto e di cui sono convinto, la lunghezza di un film è giustificata solo in alcuni casi e un film non deve mai stancare lo spettatore. Non che ci si annoi, ma se questo film fosse stato tagliato almeno di una mezz’oretta ci avrebbe guadagnato in attenzione.

Una favola, quindi, una favola d’amore in cui il protagonista ha a disposizione solo un decennio per essere in sincrono con la sua donna: il resto è una difficoltosa rincorsa a trovare il modo per dimostrare il proprio affetto, tra “ricordi futuri” come fotografie a volte ingiallite dal tempo, tra personaggi innumerevoli dell’infanzia, della maturità e della vecchiaia che vanno e vengono, poi ritornano. È una moviola del tempo che passa, ora in avanti, ora all’indietro. Siamo al limite, e anche oltre, del fantasy proprio come succede in un altro grande film dello stesso Eric Roth, sceneggiatore, per esempio, anche di Forrest. Storia piena di allegorie, è anche un lunghissimo viaggio romantico nella vita (Fincher non sa mai essere breve come dicevo prima), dove l’età compatibile dei due protagonisti si incrocia solo per una decina d’anni. Per il resto l’uno è troppo vecchio o giovane per l’altra e viceversa.

Film comunque molto piacevole in cui David Fincher dirige come sempre con mano felice il ricco ed eccellente cast, con prove maiuscole sia delle diverse donne della trama sia del bel Brad Pitt che sa capire come posizionarsi in un personaggio davvero unico, tenendo sempre presente che lui, ascoltato in originale, dà sempre l’impressione di essere bravo, perché non c’è doppiaggio che lo possa migliorare. In questa occasione, infatti, è bravissimo. Tenendo presente però che quando è in scena, Cate Blanchett si mangia tutti.



Riconoscimenti

Premio Oscar 2009

Migliore scenografia

Miglior trucco

Migliori effetti speciali

Candidatura miglior film

Candidatura migliore regia

Candidatura miglior attore protagonista a Brad Pitt

Candidatura miglior attrice non protagonista a Taraji P. Henson

Candidatura migliore sceneggiatura non originale

Candidatura migliore fotografia

Candidatura migliori costumi

Candidatura miglior montaggio

Candidatura miglior sonoro

Candidatura miglior colonna sonora

Golden Globe 2009

Candidatura miglior film drammatico

Candidatura migliore regia

Candidatura miglior attore in un film drammatico a Brad Pitt

Candidatura migliore sceneggiatura

Candidatura miglior colonna sonora



 
 
 

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