Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (1964)
- michemar

- 3 mar 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 21 ago 2024

Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba
(Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb) USA/UK 1964 grottesco 1h35'
Regia: Stanley Kubrick
Soggetto: Peter George (romanzo)
Sceneggiatura: Stanley Kubrick, Peter George, Terry Southern
Fotografia: Gilbert Taylor
Montaggio: Anthony Harvey
Musiche: Laurie Johnson
Scenografia: Ken Adam
Peter Sellers: col. Lionel Mandrake/presidente Merkin Muffley/Dr. Stranamore
George C. Scott: gen. "Buck" Turgidson
Sterling Hayden: gen. Jack D. Ripper
Slim Pickens: magg. T.J. "King" Kong, pilota
Keenan Wynn: col. "Bat" Guano
Peter Bull: ambasciatore sovietico Alexei De Sadesky
Tracy Reed: miss Scott
James Earl Jones: ten. Lothar Zogg, bombardiere
TRAMA: Il generale Ripper, convinto di un complotto comunista in atto, scatena un'offensiva di B52. Il presidente Muffley fa attaccare la base; Ripper si suicida; viene recuperato il codice per richiamare i bombardieri, ma il maggiore King Kong si rifiuta di rientrare alla base. Il consigliere militare del presidente, l'ex-nazista dottor Stranamore, elabora una strategia di sopravvivenza. La terra esplode.
Voto 9

“Signori! Non potete fare a botte in una centrale operativa!”
Così si ode nella versione italiana, ma quella originale è più comica, grottesca e graffiante:
“Signori, non potete scazzottarvi qua dentro! È la stanza della guerra!”
Basterebbe forse questa frase per rappresentare il più dissacrante, ironico, satirico, acido film sulla guerra e gli armamenti delle potenze che dominano il nostro pianeta.

È una grottesca commedia geniale come il suo autore che si svolge in tre ambienti differenti che hanno il difetto di non essere comunicanti e ognuno dei personaggi (dominati da uno dei più straordinari Peter Sellers mai visti, istrionico e nevrotico, meschino e arrogante, diabolicamente candido) agisce in modo totalmente pazzoide e indipendente. La trama trova ispirazione da Red Alert (Two Hours to Doom) un romanzo di fantapolitica di Peter George, pilota dell’aviazione britannica, libro che piaceva tanto a Kubrick, ma pensò che trattare seriosamente il tema nucleare potesse spaventare troppo il pubblico e allora decise di virare verso un approccio comico/demenziale. Il regista e lo sceneggiatore Terry Southern crearono un cast di personaggi in contrasto con l’apparente serietà degli ambienti: sembra tutto reale ma ciò che avviene è fuori dal mondo e contribuisce non poco anche la bellezza della fotografia in b/n.

I tre ambienti sono la base aeronautica di Bulpelson dove un fanatico generale ossessionato ordina il lancio di una bomba atomica da un bombardiere, facendo prigioniero un ufficiale britannico; l’aereo, nome in codice “Colonia di lebbrosi”, che ha la radio fuori uso e quindi non raggiungibile dal contrordine per bloccare la missione; la sala da guerra magnificamente disegnata abitata dal Presidente degli USA, generali, ambasciatore russo e… il folle dottor Stranamore.

E che dire di quella bellissima sequenza finale in cui arriva a sorpresa la voce di Vera Lynn che canta We'll Meet Again? Geniale!
La triplice figura di Peter Sellers è ormai storia e due sono le immagini che ci accompagneranno sempre: il maggiore T.J. “King” Kong esultante a cavallo della bomba a mo’ di cowboy e il dottore Stranamore, il cui braccio meccanico impazzito fa il saluto nazista o stringe il suo stesso collo.
Va anche notato che più le vediamo nei telegiornali e meno le guerre di oggi ci fanno paura: sono lontane come il Far West, come direbbe Gianni Amelio. Noi invece non siamo “zona di guerra”, come sentiamo nei notiziari, semmai siamo l’anticamera della stanza dei bottoni, dove si decide su come alimentarle o farle smettere, ma finché si combatte lontano da casa nostra, la faccenda non ci coinvolge più di tanto. Il cinema, tra l’altro, si è sempre occupato dell’argomento e specificatamente della possibile rovina dell’umanità con toni minacciosi e gravi. I film meglio girati sono stati forse: L’ultima spiaggia, La fine del mondo, Stato d’allarme, A prova di errore. Erano esempi ben congegnati e realizzati. Ma siccome andavano tutti a finire bene e con buona pace di tutti, lo spavento passava. Chi davvero ci spaventò fu appunto il Maestro Stanley Kubrick, dopo che per un paio d’ore ci eravamo sbellicati dalle risate con Peter Sellers sdoppiato in tre, compreso un presidente degli Stati Uniti di nome Muffley e un capitano di nome Mandrake.
Il giovane Kubrick aveva capito che la tragedia non la si racconta con la drammaturgia di tutti i giorni, melodramma o retorica che sia, e quindi alzò il tiro: umorismo nero, grottesco, sberleffo. E chi non lo intuisce scambia il film per una semplice commedia.

Riconoscimenti
1965 - Premio Oscar
Candidatura per miglior film
Candidatura per migliore regia
Candidatura per miglior attore protagonista a Peter Sellers
Candidatura per migliore sceneggiatura non originale
1965 - Premio BAFTA
Miglior film
Miglior film britannico
Candidatura per miglior attore britannico a Peter Sellers
Candidatura per miglior attore straniero a Sterling Hayden
Candidatura per migliore sceneggiatura non originale










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