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Il ministro (2016)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 9 gen 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 29 mag 2023


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Il ministro

Italia 2016 commedia 1h44’


Regia: Giorgio Amato

Sceneggiatura: Giorgio Amato

Fotografia: Claudio Marceddu

Montaggio: Angelo D’Agata

Musiche: Eugenio Vicedomini

Costumi: Loredana Paletta


Gianmarco Tognazzi: Franco Lucci

Alessia Barela: Rita

Fortunato Cerlino: il ministro

Edoardo Pesce: Michele

Jun Ichikawa: Zhen

Ira Fronten: Esmeralda


TRAMA: Per salvarsi dalla bancarotta, un imprenditore invita a cena un importante uomo politico, sperando di ottenere da questo un appalto milionario.


Voto 6

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Franco Lucci è un imprenditore sull'orlo della bancarotta. La salvezza della sua società è appesa a un grosso appalto pubblico che potrebbe ottenere grazie all'intervento di un ministro del quale è diventato amico e che ha invitato a cena. Insieme a Michele, suo socio e cognato, Franco ha organizzato la serata perfetta: oltre a pagargli una cospicua tangente, i due gli fanno trovare una ragazza disposta ad andare a letto con lui in cambio di una raccomandazione. Il tutto sotto gli occhi di Rita, la moglie di Franco, che cerca di assecondare il marito nell'ultimo disperato tentativo di ottenere l'appalto milionario. Per colpa della ragazza la serata prende una piega inaspettata.

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Discreta commedia nera italiana sui vizi italici, territorio in cui il nostro cinema si è sempre mosso ben consapevole sia dell’ambiente che dei rischi di cadere nella satira becera. Invece il regista Giorgio Amato ha saputo tenere un buon registro e diretto bene il gruppo di attori che costituiscono il cast. Indubbiamente ha anche avuto il coraggio di evitare la trappola del tragicomico, andando fino in fondo con lo schema della cena organizzata ad hoc, la festa e lo stravolgimento semidrammatico. Magari la sceneggiatura qua e là ha qualche défaillance, ma il film nel complesso colpisce duro e sarcasticamente quel principio secondo cui in Italia se non sai corrompere è difficile che realizzi i tuoi progetti. La corruzione è purtroppo quasi scritta nel DNA italiano ed è meglio che se ne parli, invece di far finta di nulla.

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Ogni tanto il nostro cinema ripresenta gente con pochi scrupoli o che non avverte mai la responsabilità del proprio comportamento, badando solo a se stessi, e ogni volta si torna sull’etichetta che fece anche fortuna per un breve periodo: i nuovi mostri. Ma davvero sono nuovi? Oppure sono solo l’evoluzione dei tempi, l’adeguamento al carattere sociale della nostra mentalità corrente, al costume (sociale) che l’andazzo (come un sarto) ci cuce addosso per cavarcela con ogni mezzo. Fatto sta che quello che succede in questo film quasi sicuramente sta avvenendo nel momento in cui lo stiamo guardando. In tempo reale! Pessimismo? Realismo, direi.

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Addirittura, proprio l’attore protagonista, Gianmarco Tognazzi, figlio di uno dei colonnelli della commedia italiana, affermò che gli sembrava di essere in uno degli episodi de I mostri. Disse: “Nel tratteggio prevale il grottesco. Vittima di una frustrazione crescente, il personaggio si trova nel panico totale: vorrebbe controllare tutto e invece tutto gli sfugge, in quella serata che vorrebbe perfetta ed è da subito disastrosa.”

Secondo lui è un film più sociologico che politico. Ed infatti.



 
 
 

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