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Il mio nome è vendetta (2022)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 21 feb
  • Tempo di lettura: 3 min
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Il mio nome è vendetta

Italia 2022 thriller 1h30’

 

Regia: Cosimo Gomez

Sceneggiatura: Sandrone Dazieri, Cosimo Gomez, Andrea Nobile

Fotografia: Vittorio Omodei Zorini

Montaggio: Alessio Doglione

Musiche: Giorgio Giampà, Marta Lucchesini

Scenografia: Maurizio di Clemente

Costumi: Daniela Ciancio

 

Alessandro Gassmann: Santo Romeo / Domenico Franzè

Ginevra Francesconi: Sofia Romeo

Alessio Praticò: Michele Lo Bianco

Francesco Villano: Rudi Crisarà

Gabriele Falsetta: Luigi Ferrario

Marcello Mazzarella: Vituzzo

Mauro Lamanna: Marino Gallo

Sinja Dieks: Ingrid Gruber

Luca Zamperoni: Patrick Gruber

Remo Girone: don Angelo Lo Bianco

Isnaba Na Montche: Hakim

 

TRAMA: Santo, ex sicario per conto della ‘ndrangheta, vive tranquillamente in Trentino con la sua famiglia. Scovato però da due criminali, che sterminano parte della sua famiglia, fugge a Milano insieme alla figlia Sofia. I due organizzano insieme la loro vendetta.

 

VOTO 5


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Alessandro Gassmann ha nelle sue qualità la possibilità di interpretare ruoli e personaggi tra i più differenti, molto distanti l’uno dall’altro, ma forse questa è la prima volta che indossa i panni di un uomo dal passato da nascondere e pronto a tutto, anche alle maniere forti da criminale, per difendere quello che si è costruito negli anni.



Lui, stavolta è Santo, un ex sicario della ‘drangheta, che per anni ha vissuto nell’ombra per farsi dimenticare in una cittadina del Trentino-Alto Adige. Sua figlia Sofia è una tranquilla teenager che passa il suo tempo tra partite di hockey, di cui è campionessa, e lezioni di guida off-road. Fino al momento in cui, ignara e disobbedendo al padre, lo fotografa di nascosto e pubblica la sua foto su Instagram. Il piccolo post è sufficiente a cambiare le loro vite per sempre. Seguendo la traccia social, due criminali, che non lo hanno dimenticato, entrano nella loro casa e uccidono barbaramente la madre e lo zio di Sofia, un regolamento di conti covato per quasi vent’anni. Sofia scoprirà che la verità le è sempre stata taciuta e che Santo nasconde un oscuro passato di affiliato alla criminalità organizzata. Non senza conflitto, la giovanissima abbraccerà un’eredità fatta di furia e violenza e si alleerà con il padre per realizzare una spietata vendetta.



Innegabile che il soggetto, scritto anche dal regista a più mani, ricordi parecchio altre trame simili fatte di passati sepolti, di anonimato e di nemici che scoprono i segreti. Per giunta, è inevitabile trovare parallelismi con uno dei personaggi che hanno creato recentemente una serie di film di successo: il Santo di Gassmann ricorda parecchio il John Wick di Keanu Reeves, l’ex killer in cerca di vendetta dopo il male compiuto verso la propria famiglia. Il nostro attore protagonista risulta bravissimo e, stranamente perché mai visto all’opera in questa veste, persino credibile come killer senza pietà, ma è l’impianto che appare debole e di certo la sceneggiatura risente della scarsa attendibilità, con dialoghi che paiono tirati fuori da una qualsiasi fiction televisiva.



Gli action movie non sono proprio nelle corde dei giovani registi italiani, fatte le dovute eccezioni (qualcosa di buono ogni tanto si vede qui e là), e purtroppo anche questa opera rientra nella mediocrità. Lo dimostra il fatto che è una produzione che è servita a riempire il nutrito catalogo di genere della piattaforma Netflix. Persino il titolo è parecchio sfruttato, è pochissimo originale.



Nulla di eclatante, semplicemente un normale (e insufficiente) intrattenimento d’azione. Anche la prestazione della giovane Ginevra Francesconi (viso televisivo) è sembrata un po’ fuori ruolo e luogo. Nel complesso, si poteva fare meglio.



 
 
 

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