Il mondo perduto - Jurassic Park (1997)
- michemar

- 26 nov
- Tempo di lettura: 3 min

Il mondo perduto - Jurassic Park
(The Lost World: Jurassic Park) USA 1997 avventura 2h9’
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: Michael Crichton
Sceneggiatura: David Koepp
Fotografia: Janusz Kaminski
Montaggio: Michael Kahn
Musiche: John Williams
Scenografia: Rick Carter
Costumi: Sue Moore
Jeff Goldblum: Ian Malcolm
Julianne Moore: Sarah Harding
Pete Postlethwaite: Roland Tembo
Arliss Howard: Peter Ludlow
Richard Attenborough: John Hammond
Vince Vaughn: Nick Van Owen
Vanessa Lee Chester: Kelly Malcolm
Peter Stormare: Dieter Stark
Harvey Jason: Ajay Sidhu
Richard Schiff: Eddie Carr
Thomas F. Duffy: Robert Burke
Joseph Mazzello: Timothy Murphy
Ariana Richards: Alexis Murphy
TRAMA: I dinosauri, rinchiusi nel Jurassic Park erano fuggiti seminando il panico. Ora un gruppo di scienziati capitanati dal dottor Malcolm, dal documentarista Owen, dalla paleontologa Harding e dalla specialista Car sta verificando che cosa possa essere successo.
VOTO 6

Spielberg torna a Isla Sorna con un sequel che divide la critica: da una parte l’energia spettacolare delle nuove creature digitali, dall’altra la sensazione che la meraviglia si sia trasformata in routine. La trama riprende Ian Malcolm (Jeff Goldblum), riluttante ma costretto a tornare sull’isola per salvare la compagna Sarah Harding (Julianne Moore). Qui incontra non solo la natura selvaggia, ma anche la cupidigia di InGen (la multinazionale di bioingegneria che ha clonato i dinosauri e creato il parco), decisa a trasformare i dinosauri in attrazioni da esportare a San Diego. È il classico scontro tra scienza e profitto, con i cacciatori guidati da Roland Tembo (Pete Postlethwaite) che ribaltano la caccia: chi inseguiva diventa preda.

Il film spinge più sull’azione che sulla costruzione narrativa. Per esempio, le scene con i raptor nei campi o il T-Rex a San Diego restano spettacolari e attrattive per il pubblico, ma ricordano non poco quelle dei vari King Kong, con il risultato evidentemente che punta nell’eccesso: più dinosauri, più caos, più adrenalina. In buona sostanza, è un sequel che amplifica lo spettacolo ma riduce la meraviglia. Non reinventa il mito ma lo trasforma in blockbuster puro, con una domanda centrale: fino a che punto possiamo manipolare la vita senza pagarne il prezzo?

Ci risiamo: fai un film di successo e ti chiedono il sequel e quindi, per come la penso io, è sempre una malsana abitudine. Fa’ un bel film e poi chiudi, è la mia filosofia. Comunque, il buon Steven Spielberg di serie ne ha fatte e tutte seguite da milioni di fans in tutto il mondo.

Dal romanzo Il mondo perduto, anch’esso il secondo della saga di Michael Crichton, ecco quindi il seguito cinematografico dove continua il sogno ideale per un mondo diverso, dove domina la nostalgia per un universo che comunica invece di distruggere, e per la felicità dei protagonisti (e di chi guarda sperando) vede realizzare la concretizzazione della fantasia. Chiaro, tutto idealistico e non attendibile, ma questa è spesso la magia del cinema di Spielberg. La prima parte del film forse è migliore della seconda, che dà l’impressione di essere prevedibile.

Il regista, comunque, conosce bene il mestiere e realizza un film che attira spettatori di tutto il mondo. Il cast è di pregio e contribuisce all’attrattiva, anche con la new entry di Julianne Moore, che interpreta la paleontologa comportamentale Sarah Harding. Dopo questo film, però, non è mai più apparsa né citata nei capitoli successivi della saga.

Riconoscimenti
Oscar 1998
Candidatura per i migliori effetti visivi






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