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Il negoziatore (1998)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 23 dic 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 27 ott

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Il negoziatore

(The Negotiator) Germania, USA 1998 thriller 2h20’


Regia: F. Gary Gray

Sceneggiatura: James DeMonaco, Kevin Fox

Fotografia: Russell Carpenter

Montaggio: Christian Wagner

Musiche: Graeme Revell

Scenografia: Holger Gross

Costumi: Francine Jamison-Tanchuck


Samuel L. Jackson: Danny Roman

Kevin Spacey: Chris Sabian

Vanessa Zima: Michelle

David Morse: Adam Beck

Ron Rifkin: Grant Frost

John Spencer: comm. Al Travis

Kenan Thompson: Tonys Beck

J. T. Walsh: Terence Niebaum

Siobhan Fallon Hogan: Maggie

Paul Giamatti: Rudy Timmons

Regina Taylor: Karen Roman


TRAMA: Danny Roman, il miglior negoziatore di Chicago in casi di rapimento, si ritrova vittima di un complotto: una serie di accuse di omicidio e di malversazione nel gestire i fondi pensione della polizia sembrano inchiodarlo senza alcuna via di scampo. Nella speranza di dimostrare la propria innocenza, Danny decide di entrare nel quartier generale del Dipartimento per gli Affari Interni e prendere in ostaggio il personale dell'ufficio.


Voto 7


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Danny Roman lavora per la polizia di Chicago con il delicato incarico di condurre le trattative con rapitori e squilibrati. A proposito di questi ultimi, gliene è appena capitato uno che minacciava di uccidere la propria figlioletta se non avesse ottenuto di rivedere la moglie, che lo aveva giustamente piantato. Ma anche in questa occasione, Danny ha affrontato la situazione con freddezza e ha fatto centro: i colleghi lo stimano e lo invidiano, e sua moglie lo ama profondamente. Sono davvero una coppia affiatata e non sanno fare a meno l’uno dell’altra. È un lavoro duro e delicato ma è un vanto dell’uomo il sapersi districare nelle situazioni difficili e portare in porto le missioni affidategli quando i colleghi operativi lo chiamano. Ma non sempre le cose filano per il verso giusto ed un giorno, quando meno se lo aspetta, succedono troppe cose strane, iniziando dall’assassinio del suo miglior collega e amico con cui aveva un importante appuntamento una sera, per approfondire le nuove notizie su una indagine interna riguardante loschi movimenti di danaro nella loro centrale di polizia.


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Succede infatti che il suo migliore amico e collega Nathan viene assassinato, e lui stesso si ritrova incastrato in uno sporco gioco di corruzione. L’appuntamento a cui si presenta per incontrare il buon collega diventa una trappola: ovviamente Danny non c'entra nulla, ma la situazione è oltremodo scomoda e i superiori hanno forti sospetti su di lui, e mentre si sente solo e senza spiegazioni plausibili, il problema principale diventa come convincere gli colleghi, anzi ex, dal momento che il capo deve chiedergli di restituire distintivo e pistola e attendere le indagini interne.


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Quando, messo alle strette e arrabbiatissimo per trovarsi nella situazione più scomoda e assurda che potesse capitargli, ha una reazione impensabile. La soluzione è paradossale, ma è l'unica che Danny vede come praticabile: rovesciare le parti, trasformarsi lui in sequestratore e chiedere un intermediario, prendendo in ostaggio i presenti e chiedendo di aver lui, una volta tanto, un negoziatore come mezzo di comunicazione affinché finalmente si faccia chiarezza. E chiede espressamente di un uomo, Chris Sabian, un collega di cui ha sempre sentito parlar bene e che son dieci anni che, intervenendo in situazioni critiche, ha sempre portato a termine il lavoro senza alcuna perdita di vite umane. Quindi, per una volta, non sarà lui a dover negoziare, bensì un esterno, un poliziotto proveniente da un altro distretto che dovrà fare di tutto per garantire un minimo di serena obiettività.


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La circostanza è gravissima e precipita sempre più nel baratro delle minacce, con le squadre speciali che circondano massicciamente l’edificio, mentre la strada si riempie di gente incuriosita, di auto della polizia, elicotteri con tiratori scelti. Tutti lo ritengono ancor più colpevole e solo la grande esperienza e capacità del nuovo arrivato Sabian evita che la situazione degeneri con morti sicuri. Tra i sequestrati c’è - il protagonista Danny ne è convinto - Terence Niebaum, il vero responsabile della truffa riguardante i fondi pensione della polizia e vero mandante dell’assassinio del caro amico, che evidentemente aveva trovato indizi gravissimi e bisognava togliere di mezzo.


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Come un racconto racchiuso tra le mura degli uffici, diventa l’ennesimo kammerspiel e ovviamente gli attori devono essere all’altezza di una recitazione quasi da teatro. Oltre agli attori, tutti davvero bravi e all’altezza di un thriller da schema classico ma imprevedibile fino all’ultimo istante, un’altra protagonista della intera trama è la tensione, sempre presente e senza un attimo di tregua, anzi in un tale crescendo che lo spettatore trattiene il fiato sino ai titoli di coda. E non è una cosa che capita sempre. L’ottimo artigiano che confeziona questo bel prodotto, il regista F. Gary Gray, autore prima e dopo questo film di buonissimi film d’azione (tra i tanti anche di un episodio di Fast & Furious e di Men in Black, oltre che di The Italian Job) non perde mai la direzione del timone e con primi piani o spettacolari riprese dall’alto, con la macchina da presa in mano per seguire gli interventi degli uomini d’intervento, ci fa vivere da vicino le tante vicissitudini dell’uomo barricato con gli ostaggi, dei poliziotti che voglio intervenire e dell’operato del negoziatore Chris Sabian. Ecco un bel personaggio per Kevin Spacey: che sia sempre stato bravo, nessuno ha mai avuto dubbi, ma in questo film il regista gli regala un ruolo sontuoso e lui sa approfittare per sciorinare una grandissima interpretazione, quasi alla pari di quelle che gli hanno fatto vincere due Oscar (I soliti sospetti e American Beauty). I suoi duetti con il bravissimo Samuel L. Jackson, i litigi con tutti i superiori che vogliono intervenire e con l’FBI giunta massicciamente per prendere la situazione in mano, sono le basi per una sceneggiatura appassionante e senza pausa. E sarà anche l’artefice del gran finale di forte suspense e di svolte sorprendenti.


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Ma tutti gli attori sono all’altezza e sono ottimamente diretti, anche quella faccia indecifrabile del funzionario su cui il protagonista Danny ha messo le mani e le manette e che tiene in ostaggio, J. T. Walsh, a cui poi il regista ha dedicato il film, in quanto è deceduto poco dopo la fine delle riprese. Assieme ai soliti e perfetti mestieranti come David Morse, Ron Rifkin e John Spencer, impagabili comprimari di tantissimi film, possiamo ammirare l’attore che va crescendo in quegli anni: Paul Giamatti, qui in un ruolo di delinquente di mezza tacca trovatosi per caso presente negli uffici dove si è creato il sequestro. Assieme a questo bel cast, Samuel L. Jackson si trova perfettamente a suo agio nel ruolo del buon uomo trovatosi nel tritacarne della delinquenza nel corpo delle forze dell’ordine: interpretazione vigorosa ed efficace. E se il film è un po’ troppo lungo (certo, si poteva accorciare) è dovuto al fatto che le sorprese sono davvero tante e i risvolti sono continui: il regista non ci ha risparmiato nulla, a beneficio della tenzione altissima e sempre presente.



 
 
 

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