Safe House - Nessuno è al sicuro (2012)
- michemar

- 15 mar 2023
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 11 mag 2023

Safe House - Nessuno è al sicuro
(Safe House) SudAfrica/USA/Giappone 2012 thriller 1h55
Regia: Daniel Espinosa
Sceneggiatura: David Guggenheim
Fotografia: Oliver Wood
Montaggio: Richard Pearson
Musiche: Ramin Djawadi
Scenografia: Brigitte Broch
Costumi: Susan Matheson
Denzel Washington: Tobin Frost
Ryan Reynolds: Matt Weston
Vera Farmiga: Catherine Linklater
Brendan Gleeson: David Barlow
Sam Shepard: Harlan Whitford
Rubén Blades: Carlos Villar
Nora Arnezeder: Ana Moreau
Robert Patrick: Daniel Kiefer
Liam Cunningham: Alec Wade
Joel Kinnaman: Keller
Fares Fares: Vargas
Sebastian Roché: Heissler
TRAMA: Un giovane agente della CIA riceve l'incarico di occuparsi di un fuggitivo all'interno di una safe house. Ma quando quest'ultima viene attaccata, l'uomo si ritrova a fuggire insieme alla persona che gli era stata affidata.
Voto 6

Tobin Frost (Denzel Washington) è un ex agente della CIA che, 10 anni dopo aver disertato, viene catturato e portato in una “safe house” per essere interrogato, certamente con poca gentilezza, dai suoi ex-compagni. In quel mentre una squadra di mercenari attacca la casa sicura e uccide quasi tutti gli agenti. Tobin, portato via dall'unico agente sopravvissuto, la recluta Matt Weston (Ryan Reynolds), dovrà di malavoglia fare coppia con lui per sfuggire ai mercenari.
Dopo i primi film girati in patria, lo svedese (di origine cilena) Daniel Espinosa comincia a lavorare con il suo cinema adrenalinico negli USA (ne seguiranno altri, infatti) e debutta con lo spionaggio e un cast di tutto rispetto.

Il protagonista è una spia americana che ha tradito vendendo i segreti di cui era a conoscenza: viene catturato e trattenuto in un luogo sicuro che poi tanto sicuro non si rivela dopo che viene assaltato da un gruppo di mercenari. Riuscendo a scamparla, scappa con un giovane agente, ed inizia una sorta di percorso che avevamo già visto con lo stesso Washington anni prima con Training Day, in cui il cui il fuggitivo addestra la recluta, assolutamente impreparata per una situazione che è molto simile ad una guerra. È il momento, quindi, che deve mostrare tutto il suo potenziale, almeno per salvare la pelle.

Sembra di rivivere, dieci anni dopo l’esordio di un personaggio simile, ciò che avevamo visto in The Bourne Identity, si ripete cioè lo schema spionistico in cui il “cattivo” (che tradisce) è un good guy (perché è in guerra contro la corruzione) e i “buoni” (che sono gli agenti governativi) in realtà sono i cattivi (perché sono i corrotti). Di conseguenza non mancano inseguimenti in auto, doppi incroci e abbondanti quantità di violenza, sparatorie, corpi a terra. Tutto per un file contenente le prove dei misfatti di agenti americani e britannici. Come da schema classico, la CIA cerca di salvare i fuggitivi ma a causa della presenza di una talpa nella sede di Langley i cattivi sono sempre un passo avanti.

Però qui non c’è Paul Greengrass, ma un regista con molte meno qualità e nonostante un discreto ritmo ed un’azione continuamente frenetica la suspense è solo accettabile e come quando si cerca di stupire a tutti i costi, ci si dirige verso una conclusione improbabile. Il film di Daniel Espinosa dura anche troppo e con mezz’ora in meno si poteva portare in porto ugualmente, almeno per sfruttare meglio la presenza di un gigante come Denzel Washington e un buonissimo cast.






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