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Il vento e il leone (1975)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 26 ott
  • Tempo di lettura: 2 min
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Il vento e il leone

(The Wind and the Lion) USA 1975 avventura 1h59’

 

Regia: John Milius

Sceneggiatura: John Milius

Fotografia: Billy Williams

Montaggio: Robert L. Wolfe

Musiche: Jerry Goldsmith

Scenografia: Gil Parrondo

Costumi: Richard La Motte

 

Sean Connery: Mulay Achmed Mohammed el-Raisuli, il Magnifico

Candice Bergen: Eden Pedecaris

Brian Keith: presidente Theodore Roosevelt

John Huston: John Hay, segretario di stato

Geoffrey Lewis: Samuel Gummere

Steve Kanaly: capitano Jerome

Vladek Sheybal: Bashaw

Nadim Sawalha: sceriffo di Wazan

Roy Jenson: ammiraglio Ensor Chadwick

 

TRAMA: In Marocco, lo sceicco delle tribù berbere del Riff rapisce la vedova americana Eden Pedecaris con i suoi due figlioletti. Come riscatto chiede oro, armi e libertà dal colonialismo franco-tedesco. Il presidente Theodore Roosevelt invia i marines.

 

VOTO 6,5


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Conosciamo John Milius e i suoi ideali politici fortemente di destra e conservatori perfettamente dimostrati in questo suo secondo lungometraggio, dopo il gangster Dillinger, scritto come quasi sempre da sé e forse spinto come reazione alle idee liberali di sinistra imperanti in quel periodo a Hollywood. La filosofia romantica del cinema sull’imperialismo americano trova qui terreno fertile ma era già un periodo in cui venivano prodotti molti film sull’argomento.


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La pellicola è quasi un’ode intenzionale, romantica e nostalgica, a quel crudo imperialismo di inizio secolo. E l’operazione gli riesce, anche per merito di un cast eccellente che vede in primo piano Sean Connery e Brian Keith, oltre alla bionda bellezza accecante di Candice Bergen.


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Nel Marocco del 1904, un famoso capo berbero del Rif, Mulay Achmed Mohammed (detto anche el-Raisuli), rapisce una vedova statunitense con i suoi figli con fini prettamente politici ma con conseguenze inaspettate, poiché questo avvenimento viene usato come pretesto per le forze straniere per muoversi in Marocco (storicamente sempre successo). Nel frattempo, il capo barbaresco e la donna americana si innamorano, altra sorpresa.


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Se da una parte per Milius c’è l’idea di cinema ispirata da Peckinpah (come e dove morire), dall’altra c’è il giudizio tagliente di Jonathan Demme: “Invece di scrivere sogni ad occhi aperti di destra, come Milius viene spesso accusato, penso che stia in realtà scrivendo incubi di sinistra.”

Insomma, un film storico d’avventura ma soprattutto un film politico.


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Riconoscimenti

Oscar 1976

Candidatura miglior suono

Candidatura miglior colonna sonora

BAFTA 1976

Candidatura miglior colonna sonora

 


 
 
 

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Il Cinema secondo me,

michemar

cinefilo da bambino

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