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In Another Country (2012)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 10 feb 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

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In Another Country

(Da-reun na-ra-e-seo) Corea del Sud 2012 dramma 1h29'


Regia: Hong Sang-soo

Sceneggiatura: Hong Sang-soo

Fotografia: Jee Yune-jeong, Park Hong-yeol

Montaggio: Hahm Sung-Won

Musiche: Jeong Yong-jin


Isabelle Huppert: Anne

Yoo Jun-sang: bagnino

Jeong Yu-mi: Won-joo

Youn Yuh-jung: Park Sook

Moon Sung-keun: Mun-soo

Kwon Hae-hyo: Jong-soo

Moon So-ri: Gum-hee

Kim Yong-ok: monaco buddhista


TRAMA: Una giovane donna scappa via dalla cittadina balneare di Mohang insieme alla madre a causa dei debiti che le opprimono. Per cercare di calmare i suoi nervi, comincia a scrivere un racconto con protagoniste tre donne straniere, tutte e tre di nome Anne (Isabelle Huppert). Le tre Anne, in tre differenti momenti nel tempo, visitano Mohang, alloggiano nello stesso posto ed esplorano i medesimi luoghi, conoscendo anche le stesse persone, compresi la figlia dei proprietari dell'albergo di cui è ospite e un misterioso bagnino che vaga irrequieto su e giù per la spiaggia sita nelle vicinanze.


Voto 6,5


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Nella prima parte del film, la protagonista è una regista francese, ospite di un collega coreano che non sa resistere alla voglia di corteggiarla; poi è l’amante di un regista durante una breve fuga dal marito; infine è una donna abbandonata dal suo uomo e sedotta da un regista sposato. Tre episodi, tra racconti brevi frutto di un racconto scritto, tra finzione e realtà, da una donna. Una donna sempre al centro, oggetto e soggetto, osservata da diverse angolazioni.


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Il film, ambientato in una città di mare, si compone quindi di tre pezzi che raccontano la storia di tre donne diverse, tutte le chiamate di Anne e tutti interpretati da Isabelle Huppert, che conosciamo come figura spesso enigmatica e misteriosa, che nasconde e rivela, da interpretare nelle minime espressioni che paiono raccontare mille storie. Questa originale maniera di fare cinema è merito di Hong Sang-soo, autore coreano che solitamente riprende lo stesso schema e lo rielabora da un punto di osservazione differente per raccontarci le variazioni possibili delle reazioni e dei comportamenti. Forse riflessioni sul mondo femminile, forse una contemplazione, forse un omaggio simbolico alla donna in generale, messa al centro del fuoco della sua camera da presa.


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Presentato in competizione alla Palma d'Oro al Festival di Cannes 2012, si rivela principalmente un omaggio al cinema francese da parte di un artista che ha come stella polare quel cinema e di conseguenza viene istintivo dedurre che la scelta dell’interprete della protagonista dei tre racconti non è affatto casuale, che non poteva essere altro che Isabelle Huppert, la più adatta a stare al centro di quel minimo universo, con il pregio delle sue doti di donna e attrice.


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Una commedia drammatica surreale a mosaico, in cui i tre itinerari che il film percorre diventano complementari, in cui non è poi tanto necessario una sceneggiatura ricca di dialoghi.




 
 
 

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