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In & Out (1997)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 12 ott
  • Tempo di lettura: 3 min
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In & Out

USA 1997 commedia 1h30’

 

Regia: Frank Oz

Sceneggiatura: Paul Rudnick

Fotografia: Rob Hahn

Montaggio: Dan P. Hanley, John Jympson

Musiche: Marc Shaiman

Scenografia: Ken Adam

Costumi: Ann Roth

 

Kevin Kline: Howard Brackett

Joan Cusack: Emily Montgomery

Tom Selleck: Peter Malloy

Matt Dillon: Cameron Drake

Debbie Reynolds: Berniece Brackett

Wilford Brimley: Frank Brackett

Bob Newhart: Tom Halliwell

Gregory Jbara: Walter Brackett

Shalom Harlow: Sonya

Shawn Hatosy: Jack

Zak Orth: Mike

Lauren Ambrose: Vicky

Alexandra Holden: Meredith

 

TRAMA: All’attore Cameron Drake, mentre sta ricevendo il premio Oscar, viene in mente di ringraziare un suo ex insegnante e, nel discorso, gli sfugge di alludere all’omosessualità del docente. Nulla di grave se non fosse che il professore sta per sposarsi con una collega.

 

VOTO 7


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C’è qualcosa di irresistibilmente anni ‘90 nel film di Oz e non solo per le giacche oversize o le battute da sitcom della TV di quegli anni. È una simpatica commedia che gioca con i cliché per poi smontarli uno ad uno, con la grazia di chi sa che ridere è un atto politico. Quasi un’idea da cabaret.


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La trama è semplice quanto geniale: Howard Brackett (Kevin Kline), insegnante modello in una cittadina dell’Indiana, viene involontariamente fatto oggetto di coming out in diretta mondiale da un suo ex studente diventato star di Hollywood, Cameron Drake (Matt Dillon), durante il discorso di ringraziamento agli Oscar. Da lì, la vita di Howard e quella della cittadina in cui lavora e abita va in tilt. È gay? Non lo è? Ma soprattutto, se lo fosse, cosa cambierebbe?


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Lo si potrebbe paragonare ad una screwball comedy travestita da satira sociale. Frank Oz orchestra il tutto con ritmo teatrale e tempi comici impeccabili, ma sotto la superficie si muove qualcosa di più profondo: il film è una riflessione (leggera ma non superficiale) sull’identità, sull’omofobia interiorizzata e sull’ipocrisia del perbenismo americano. L’allusione di Howard non è solo un evento personale, ma un detonatore collettivo: mette in discussione ruoli, relazioni, e soprattutto la definizione stessa di normalità.


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Kevin Kline, poche volte così a suo agio in un personaggio che gli calza a pennello, è perfetto: goffo, tenero, a tratti surreale, ma sempre umano. La sua performance è un piccolo capolavoro di equilibrio tra farsa e vulnerabilità. Accanto a lui, Joan Cusack - nel ruolo della fidanzata ignara - ruba la scena con una delle crisi isteriche più memorabili del cinema romantico. “Is everybody gay?” urla, disperata, in un momento che è insieme comico e tragico. E la risposta, suggerisce il film, è: magari!


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Non si può parlare del film senza citare il celebre bacio tra Kline e Tom Selleck, qui nei panni di un giornalista gay che sfida Howard a guardarsi dentro. È un momento che, per l’epoca, fu rivoluzionario: non tanto per la sua audacia, quanto per la sua normalità. Nessuna musica drammatica, nessun pathos: solo due uomini che si baciano, e il mondo non finisce.


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Rivederlo oggi è come aprire una capsula del tempo: alcune battute fanno sorridere con nostalgia, altre fanno alzare un sopracciglio. Ma il cuore del film - l’idea che l’identità non sia una condanna ma una scoperta - resta sorprendentemente attuale. In un’epoca in cui il coming out è ancora, per molti, un atto di coraggio, questa commedia ci ricorda che anche il riso può essere un’arma gentile contro i pregiudizi. Non so sinceramente se qualcosa, oggi, sia cambiato, o forse è solo peggiorato con il clima politico che gira per il mondo attuale.


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Non è un film perfetto, ma è un film sempre necessario perché va bene parlarne perché ci insegna che si può parlare di identità, di amore e di libertà anche con un sorriso sulle labbra. Perché, a volte, la verità viene fuori come in questo film ballando sulle note di “I Will Survive” (per non parlare di “Macho Man”).

Divertente, davvero divertente!


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Riconoscimenti

Oscar 1998

Candidatura migliore attrice non protagonista a Joan Cusack

Golden Globe 1998

Candidatura miglior attore in un film commedia o musicale a Kevin Kline

Candidatura migliore attrice non protagonista a Joan Cusack

 


 
 
 

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