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In Time (2011)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 16 lug
  • Tempo di lettura: 2 min
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In Time

USA 2011 thriller fantascientifico 1h49’

 

Regia: Andrew Niccol

Sceneggiatura: Andrew Niccol

Fotografia: Roger Deakins

Montaggio: Zach Staenberg

Musiche: Craig Armstrong

Scenografia: Alex McDowell

Costumi: Colleen Atwood

 

Justin Timberlake: Will Salas

Amanda Seyfried: Sylvia Weis

Johnny Galecki: Borel

Matt Bomer: Henry Hamilton

Cillian Murphy: Raymond Leon

Olivia Wilde: Rachel Salas

Alex Pettyfer: Fortis

Elena Satine: Jasmine

Vincent Kartheiser: Philippe Weis

Yaya DaCosta: Greta

Rachel Roberts: Carrera

Emma Fitzpatrick: Kara

William Peltz: Pierre

Ethan Peck: Constantin

Toby Hemingway: Kors

Bella Heathcote: Michele Weis

Melissa Ordway: Leila

Shyloh Oostwald: Mya

 

TRAMA: Un uomo è accusato di omicidio in un futuro dove ognuno smette di invecchiare all’età di 25 anni, ma può continuare a vivere solo se in grado di acquisire nuovi crediti per estendere la propria vita.

 

VOTO 6


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In un futuro prossimo, una modifica del gene dell’invecchiamento fa sì che l’unica discriminante per rimanere in vita sia il tempo che un essere umano ha a disposizione ma che può anche comprare attraverso il denaro. Ciò comporta che i più ricchi siano pressoché immortali e che la povera gente sia destinata a morire già a 25 anni. È la solita faccenda della differenza di stato sociale e di lotta di sopravvivenza dei ceti poveri.


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L’argomento, però, in mano ad un regista e sceneggiatore come Andrew Niccol, che fa parte della lista di cineasti specializzati nei thriller fantascientifici (vedi Anon, Gattaca, S1mØne o The Truman Show da autore dello script) prende appunto la piega dello sci-fi, come in questo caso.


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Dunque, Will (Justin Timberlake), un giovane uomo che cerca di comprare del tempo per la madre moribonda, si ritrova ingiustamente accusato di aver assassinato un ricco uomo a tale scopo ed è costretto alla fuga, portando con sé come ostaggio Sylvia (Amanda Seyfried), un’ereditiera milionaria conosciuta in un party.


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Nel consueto (sempre sfruttatissimo) panorama di un futuro distopico, questa è allora la storia di due fuggitivi che tentano di rovesciare un sistema classista, dandosi da fare anche rapinando banche distribuendo ricchezza ai poveri, alla stregua dei più famosi Bonnie e Clyde ma con intenti da Robin Hood.


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Siamo nell’anno 2169, quando le persone sono geneticamente programmate per invecchiare soltanto fino a 25 anni: il loro sviluppo fisico si ferma lì, quando sul loro braccio un timer, fermo dalla nascita fino ad allora, inizia un conto alla rovescia, che dura solo un altro anno, al termine del quale l’individuo morirà all’istante.


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Questo limite può essere esteso con ulteriore lasso permettendo di vivere ancora, senza peraltro invecchiare fisicamente, seguendo alcune regole imposte. Il tempo, in altri termini, è finito per diventare la valuta corrente con cui la gente viene pagata per il proprio lavoro. Più lavori, più ore e giorni ti vengono concessi: una corsa davvero contro il tempo, più che mai.


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Andrew Niccol è sempre nel suo genere preferito, tra sci-fi e avventura thriller, stavolta con un polso che segna inesorabile i giorni che passano, un conto alla rovescia che alza la tensione fino al terrore. Nel cast tecnico un nome importante alla direzione della fotografia, Roger Deakins, che è una garanzia.



 
 
 

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