Italiani, brava gente (1964)
- michemar

- 18 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 21 set

Italiani, brava gente
Italia, URSS 1964 guerra 2h17’
Regia: Giuseppe De Santis
Sceneggiatura: Ennio De Concini, Giuseppe De Santis, Augusto Frassineti, Giandomenico Giagni, Sergej Smirnov
Fotografia: Antonio Secchi
Montaggio: Klavdija Moskvina, Mario Serandrei
Musiche: Armando Trovajoli
Scenografia: Ermanno Manco
Costumi: Luciana Marinucci
Arthur Kennedy: Ferro Maria Ferri
Tat’jana Samojlova: Sonia
Raffaele Pisu: Libero Gabrielli
Andrea Checchi: colonnello Sermonti
Riccardo Cucciolla: Giuseppe Sanna
Nino Vingelli: sergente Manfredonia
Peter Falk: tenente Mario Salvioni
Gino Pernice: Collodi
Žanna Prochorenko: Katja
Lev Prygunov: Loris Bazzocchi
Sergej Luk’janov: Aleksandr Sergeevič
TRAMA: Durante la Seconda Guerra Mondiale un gruppo di soldati italiani si trova in Russia al seguito dell’esercito nazista. Gli uomini però rifiutano la violenza dei tedeschi e finiscono per familiarizzare con alcuni prigionieri sovietici. La guerra prosegue: arriva l’inverno e l’avanzata si trasforma in disfatta. Anche per i nostri soldati non c’è scampo.
VOTO 8

Ambientato durante la Campagna di Russia, è un drammatico episodio della Seconda Guerra Mondiale che coinvolse migliaia di soldati italiani inviati sul fronte orientale tra il 1941 e il 1943. L’Italia, allora alleata della Germania nazista, partecipò all’invasione dell’Unione Sovietica con il Corpo di Spedizione Italiano in Russia (CSIR) e, successivamente, con l’Armata Italiana in Russia (ARMIR). Il contesto storico è segnato da una serie di eventi estremamente difficili: il fronte russo si rivelò ostile non solo per la resistenza sovietica, ma anche per le condizioni ambientali proibitive, con inverni rigidissimi e territori vasti e difficili da controllare. Gli italiani, mal equipaggiati e con risorse limitate, si trovarono presto in una situazione disperata, culminata nella tragica ritirata del gennaio 1943, un’operazione nella quale migliaia di soldati persero la vita o furono catturati dai sovietici.
Il film di Giuseppe De Santis racconta questo dramma umano attraverso le vicende di un gruppo di soldati italiani, concentrandosi non solo sugli aspetti bellici, ma anche sulle interazioni tra gli italiani e la popolazione locale. Spesso, nei momenti di tregua, emerge un senso di umanità che va oltre le divisioni imposte dalla guerra, creando un contrasto tra la brutalità del conflitto e la possibilità di una comprensione reciproca. Non è una narrazione documentaristica, ma un racconto ispirato agli eventi reali della Campagna di Russia, con personaggi e situazioni che incarnano le esperienze vissute dai soldati italiani su quel fronte orientale. Uno degli aspetti più devastanti è rappresentato attraverso le scene che mostrano il rigido inverno sovietico. I soldati, mal equipaggiati, soffrono il gelo e la fame, dimostrando la loro vulnerabilità di fronte alla natura. Questo elemento visivo diventa una metafora del loro destino: l’inverno non è solo una difficoltà pratica, ma un presagio di tragedia imminente.
Non è un’opera cinematografica definibile solo nel genere guerra, è molto di più e merita un’attenta riflessione e un profondo apprezzamento, non solo per il suo valore artistico, ma anche per il coraggio con cui affronta una pagina complessa della nostra Storia: una narrazione intensa e commovente del ruolo degli italiani nella Campagna, un conflitto che ha segnato indelebilmente la memoria storica del nostro Paese.
Ciò che lo rende un grandissimo film è la capacità di unire la dimensione epica alla profondità umana. La guerra, con il suo carico di dolore e disillusione, viene raccontata attraverso personaggi semplici e intensi, ciascuno con una propria storia e una propria evoluzione nel corso della narrazione. Il regista evita la retorica e la propaganda, concentrandosi piuttosto sulla quotidianità dei soldati italiani, sulla loro fragilità e sul desiderio di sopravvivere in un ambiente ostile. Riesce anche a trasmettere il senso di smarrimento di questi uomini, inviati in una terra lontana per combattere una guerra che non sentono propria. Il confronto con la popolazione locale, spesso intriso di reciproca incomprensione ma anche di momenti di autentico scambio umano, diventa il vero motore emotivo del film. Il titolo stesso assume così un significato complesso e quasi ironico: se da un lato richiama lo stereotipo dell’italiano buono e generoso, dall’altro mette in discussione questa visione semplicistica di fronte alle brutalità della guerra.
Giuseppe De Santis, noto per la sua sensibilità nel raccontare storie di emarginati e per il suo stile neorealista, in questo film esprime tutto il suo talento registico. La costruzione delle scene è sempre precisa e significativa: dalle ampie inquadrature dei paesaggi russi innevati, che evidenziano la solitudine dei soldati italiani, ai primi piani carichi di emotività, che danno voce a sentimenti inesprimibili. La fotografia di Antonio Secchi, curata con grande attenzione, restituisce perfettamente l’atmosfera cupa e disperata, alternando tonalità fredde a contrasti drammatici.
Il film si avvale di un cast eccezionale, con interpretazioni che sanno rendere giustizia alla complessità dei personaggi. Gli attori, ciascuno con sfumature diverse, danno vita a uomini comuni chiamati a vivere situazioni straordinarie. La loro evoluzione, da soldati inizialmente ignari o fiduciosi a individui profondamente segnati dall’esperienza bellica, viene resa con grande naturalezza e forza emotiva.
Pur essendo un film storico, risulta attuale per il suo messaggio universale sulla guerra e sulla natura umana. La pellicola non giudica, ma mostra, lasciando che siano le immagini e le storie dei suoi protagonisti a parlare. È un film che invita alla riflessione e al ricordo, evitando ogni forma di retorica ed esaltazione bellica. Un’opera potente, capace di emozionare e far riflettere. La sua capacità di raccontare una storia così drammatica con autenticità e profondità lo rende un film imperdibile, da riscoprire e custodire come parte della memoria collettiva italiana.
Titoli di coda:
Questo film è dedicato a tutti i soldati che nell'ultima guerra hanno combattuto sul fronte orientale, affrontando con il loro sacrificio una delle più dolorose tragedie del popolo italiano. Ad essi, vivi e morti, ed agli scrittori e giornalisti che con la loro testimonianza hanno ispirato questo racconto, va la nostra gratitudine, il nostro perenne ricordo.
Le riprese di tutti gli esterni sono state realizzate con scrupolosa fedeltà su quegli stessi luoghi dove si svolsero gli avvenimenti italiani della campagna di Russia 1941/43.
Bessarabia
Fronte del fiume Bug - Odessa
Dniepropetrovsk e Fronte del Don
Riconoscimenti
Nastri d’Argento 1965
Candidatura miglior colonna sonora
Film completo ⬇️














































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