J. Edgar (2011)
- michemar
- 5 feb 2019
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 23 mag 2023

J. Edgar
USA 2011 biografico 2h17'
Regia: Clint Eastwood Sceneggiatura: Dustin Lance Black Fotografia: Tom Stern Montaggio: Joel Cox, Gary D. Roach Musiche: Clint Eastwood Scenografia: James J. Murakami Costumi: Deborah Hopper
Leonardo DiCaprio: J. Edgar Hoover Armie Hammer: Clyde Tolson Naomi Watts: Helen Gandy Josh Lucas: Charles Lindbergh Ed Westwick: Ag. Smith Lea Thompson: Lela Rogers Dermot Mulroney: Col. Schwarzkopf Judi Dench: Anne Marie Hoover
TRAMA: La vita di J. Edgar Hoover, direttore dell’FBI per oltre mezzo secolo, è caratterizzata da un lato dal suo operato pubblico e dall’altro dalla complessa e chiacchierata vita privata. Circondato sempre dalla fedele segretaria Helen e consigliato dalla rigida madre Anne Marie, Hoover contribuisce a creare il mito dell’organizzazione investigativa federale americana, occupandosi in prima persona di riorganizzarne struttura e metodi applicativi e di condurre la lotta contro il mondo dei gangster. Mentre il suo potere cresce a dismisura, fino a intimorire anche i presidenti americani, molte voci cominciano a insinuare dubbi sul vero legame che intercorre con il braccio destro Tolson, sospettato di essere il suo amante.
Voto 7,5

A mio parere personale, quando il grande Clint si dedica al biopic di personaggi che hanno destato il suo interesse piace meno del solito alla sua sterminata platea di ammiratori. Anche questa volta, il film era atteso in maniera spasmodica e forse ha deluso gli spettatori, soprattutto coloro i quali si aspettavano una storia un po’ più “movimentata”. Clint ha prodotto un’opera sicuramente grandiosa, monumentale, granitica, ma la mano artistica del grande regista caro a tutti gli appassionati non è quella delicatissima con cui ci ha raccontato i drammi personali visti in capolavori come MILLION DOLLAR BABY, MYSTIC RIVER, CHANGELING, GRAN TORINO. Cosa che invece non succede in INVICTUS e in questo caso. Ma la sua sfortuna è che ci si attende sempre tanto da lui.

Il film è severamente impegnativo, perché il personaggio oggetto del racconto fu una figura molto ingombrante, scomoda, antipatica, dura, contrapposta ai poteri politici. Esso stesso era un potere politico in senso lato. Non risultò conciliante con alcuno degli otto presidenti degli Stati Uniti che incontrò nel suo percorso quarantennale di direttore dell’FBI. Così nemico dei presidenti che, alla morte del fondatore del Bureau, Nixon decretò la limitazione temporale dell’incarico. Ne viene fuori una trama molto “parlata” e raccontata con parecchi flashback e l’attenzione dello spettatore deve essere continuamente all’erta.

Leonardo Di Caprio è al massimo delle aspettative, deve sempre dare il meglio di sé, perché appunto il personaggio è proprio tosto e Clint ne racconta i vari aspetti familiari, affettivi e di lavoro, che sono tutti interconnessi. Anche perché per J. Edgar non c’è mai pausa nella sua attività, il suo pensiero è fisso a combattere i nemici che gli sono cresciuti dentro sin da giovane: i comunisti, i grossi malfattori, i poteri forti, tutto ciò che insomma mina la sicurezza della nazione. Buona parte del racconto si incrocia con il famoso rapimento del piccolo Lindbergh, crimine a cui J. Edgar Hoover dedicò tutto se stesso e tutta la squadra di agenti che poteva utilizzare, compreso alcuni studiosi specializzati nelle materie attinenti il rapimento. Al successo dell’indagine ci arrivò anche per la sua determinazione e caparbietà, ma soprattutto perché il successo nel suo campo era l’unico scopo della sua vita, la sua unica droga, non fumava neanche per sembrare più uomo, come lo esortava sua madre, figura dominante e influenzante nella sua formazione giovanile. Non ho ancora potuto ascoltare la versione originale, per cui il giudizio su Di Caprio è per il momento sospeso, anche se tendente al positivo. Ma non si può più veramente vedere in Italia questo attore doppiato dalla solita voce, anzi secondo me il doppiatore, benché bravissimo, ormai lo danneggia, essendo il Leo maturo meritevole di una voce più profonda (basta ascoltarlo in originale per accorgersene).

La madre di J. Edgar è nelle mani saldissime di Judi Dench, attrice mai sufficientemente stimata quanto merita.
Invece i trucchi degli altri personaggi, specialmente Clyde Tolson da vecchio, sembrano usciti da una festa di carnevale. Questo mi meraviglia conoscendo la cura nei particolari del grande Clint. Comunque da vedere, e con attenzione.

P.S.: Finalmente oggi, 23 maggio 2012, nelle mie mani il bluray e come prevedevo scopro che l’interpretazione di Leo Di Caprio è SUPERBA. Credo che mai abbia avuto a che fare con un personaggio così impegnativo, dopo tutti quelli offerti in questi anni in film di azione o di drammi familiari e il Leo se la cava egregiamente. Ma tutto ciò lo si può scoprire solo ascoltando l’originale. Anche per questo il mio giudizio sul film è migliore del primo impatto avuto in sala.

2012 - Golden Globe
Candidatura miglior attore in un film drammatico a Leonardo DiCaprio