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Jason Bourne (2016)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 5 mag 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 17 mag 2023


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Jason Bourne

USA 2016 azione 2h3’


Regia: Paul Greengrass

Soggetto: Robert Ludlum

Sceneggiatura: Paul Greengrass, Christopher Rouse

Fotografia: Barry Ackroyd

Montaggio: Christopher Rouse

Musiche: John Powell, David Buckley

Scenografia: Paul Kirby

Costumi: Mark Bridges


Matt Damon: Jason Bourne

Alicia Vikander: Heather Lee

Tommy Lee Jones: Robert Dewey

Riz Ahmed: Aaron Kalloor

Vincent Cassel: “The Asset”

Julia Stiles: Nicky Parsons

Ato Essandoh: Craig Jeffers

Scott Shepherd: Edwin Russell

Gregg Henry: Richard Webb

Bill Camp: Malcolm Smith

Vinzenz Kiefer: Christian Dassault

Stephen Kunken: Baumen


TRAMA: Jason Bourne, il più letale ex agente della Cia, è costretto a uscire fuori dall'ombra. Dopo aver fatto chiarezza sulle sue origini e sulla sua identità, Bourne ha vissuto una parvenza di pace facendo perdere le sue tracce ma l'attivazione di un nuovo programma di manipolazione da parte di una rete internazionale più potente di ogni singolo governo lo spinge a ritornare in azione.


Voto 6

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Jason Bourne non si ferma mai e non può farlo. Quinto film della serie, dopo il buon inizio con The Bourne Identity e il proseguimento con The Bourne Supremacy, The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo (forse il migliore?) e The Bourne Legacy (lo spin-off di Tony Gilroy, con Jeremy Renner), il timone ritorna nelle mani del più valente Paul Greengrass che ne realizzato certamente le versioni migliori.

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Dopo 14 anni dal primo film, i tempi e le tecnologie cambiano e il nostro eroe torna adeguato al momento, tanto che stavolta ha a che fare con i servizi segreti deviati e le corporazioni dell’informatica mondiale. Tutto si gioca sulla privacy digitale e lui è coinvolto dalla sua compagna Nicky Parsons (Julia Stiles), che ha intenzione di svelare gli intrighi delle operazioni nere della CIA, una sorta di Wikileaks, a tornare in azione. Nel frattempo, la CIA è popolata da nuovi arrivati: il regista delle operazioni Robert Dewey (Tommy Lee Jones), l'esperta di cyber Heather Lee (Alicia Vikander) e un assassino oscuro senza nome indicato solo come "The Asset" (Vincent Cassel). Il film attraversa il globo, come e più delle altre occasioni, fermandosi in luoghi come Reykjavik, Atene, Berlino, Londra e Las Vegas.

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Il lavoro che compie l’ottimo regista è caratterizzato da un'intensità implacabile che supera anche i precedenti, con una certa propensione verso le inquadrature della macchina a mano, mentre Bourne, sempre più come una macchina per uccidere, il cui dolore è profondamente sepolto ma occasionalmente visibile, funziona bene nel contesto della storia e ha pochissimi dialoghi. L’eccellente Matt Damon, come sempre in forma fisica perfetta, fa la maggior parte della sua recitazione con gli occhi e il viso, aiutato dalla colonna sonora palpitante che ne aumenta la tensione. Ora, lui, ricorda il suo passato, il suo nome e la morte di suo padre, ma questa a sua volta nasconde un segreto che ancora ignora.

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Il film non conosce pause, anche per merito del frenetico montaggio di Christopher Rouse, qui anche co-sceneggiatore, essenziale per un film di questo tipo, imprimendo un tour de force stilistico, dove i tagli e i movimenti della macchina da presa si rincorrono sempre più frenetici fino allo scontro finale.

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Complessivamente però il film non è all’altezza dei precedenti e forse la saga trova l’ostacolo della stanchezza, tanto che per adesso sembra aver trovato la fine prima che si esaurisca la vena inventiva, nonostante un finale che potrebbe anche permettere il contrario.



 
 
 

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