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L'altra metà della storia (2017)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 15 nov 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 11 giu 2023


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L'altra metà della storia

(The Sense of an Ending) UK/USA 2017 dramma 1h48’


Regia: Ritesh Batra

Soggetto: Julian Barnes

Sceneggiatura: Nick Payne

Fotografia: Christopher Ross

Montaggio: John F. Lyons

Musiche: Max Richter, RIOPY

Scenografia: Jacqueline Abrahams

Costumi: Odile Dicks-Mireaux


Jim Broadbent: Tony Webster

Charlotte Rampling: Veronica Ford

Michelle Dockery: Susine

Emily Mortimer: Sarah Ford, madre di Veronica

Harriet Walter: Margaret, ex moglie di Tony Webster

Joe Alwyn: Adrian Finn

Matthew Goode: sig. Hunt

James Wilby: David Ford

Edward Holcroft: Jack Ford

Freya Mavor: Veronica giovane

Billy Howle: Tony da giovane


TRAMA: La solitaria esistenza di Tony Webster viene sconvolta dal ritorno in superficie di alcuni segreti del suo passato ritenuti sepolti per sempre. Sarà così costretto a confrontarsi con i lacunosi ricordi della sua gioventù, con la verità sul suo primo amore e con le devastanti conseguenze delle decisioni prese decenni prima.


Voto 6,5

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Ci si esorta sempre a non guardare indietro, a rivolgere la mente in avanti e pensare al futuro: il passato è dietro le spalle e non si può cambiare, al massimo è utile come esperienza e farne tesoro. Tante volte però quel passato viene rimosso, coperto dai cambiamenti adottati, dando una virata alla vita, grosso modo come succede al protagonista di questa storia, tratta dal romanzo Il senso di una fine, di Julian Barnes, il cui titolo è anche quello originale del film e che sembra, in verità, quello più adatto. Cioè quello di dare un significato, vero e indicativo, alla fine di una vicenda lunga quasi come una vita, lunga come un amore, una relazione finita. Chissà come e perché. Questi motivi, appunto, sono nella memoria dimenticata, o meglio coperta dalla voglia di seppellirla.

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Tony Webster (Jim Broadbent), divorziato e ormai in pensione, conduce una vita solitaria e relativamente tranquilla. Un giorno viene a sapere che Sarah (Emily Mortimer), la madre della ragazza con cui stava ai tempi dell’università, Veronica (Freya Mavor), gli ha lasciato nelle sue volontà testamentarie il diario tenuto dal suo migliore amico dell’epoca che si era messo con Veronica dopo che lei e Tony si erano lasciati. Il tentativo di recuperare il diario, ora nelle mani di una Veronica più anziana (Charlotte Rampling), lo costringe a rivisitare i suoi ricordi degli anni giovanili. Scavando sempre più in profondità nel suo passato, iniziano a riaffiorare tutti i dettagli di quel periodo: il primo amore, il cuore infranto, gli inganni, i rimpianti, il senso di colpa. Tony sarà in grado di trovare il coraggio di affrontare la verità e di assumersi la responsabilità delle devastanti conseguenze dei gesti che ha compiuto tanti anni prima?

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Lo sceneggiatore Nick Payne, adattando liberamente il libro di partenza, si concentra principalmente sul protagonista Tony, ormai settantenne divorziato, brontolone, che gestisce a Londra, a tempo perso, un negozio che vende Leika d'annata, essendo la fotografia una sua vecchia passione. In procinto di diventare nonno e costretto da quella inaspettata eredità a ripensare agli anni del college, al rapporto col migliore amico Finn (Joe Alwyn), poi suicida, alla relazione con la bellissima Veronica, al fidanzamento di quest’ultima con Finn e all’apparizione della madre di lei. Convinto di aver condotto un’esistenza onesta, egli rivede le sue azioni, ripensa a una lettera scritta in preda alla collera e al tragico presagio in essa contenuto. È il dramma intimo di quest’uomo, interpretato benissimo da Jim Broadbent, attore che ha sempre dato l’impressione (almeno la mia) di essere nato già con le sembianze di anziano e di essere adattissimo a questi ruoli, un uomo che deve ripensare e riconsiderare quell’altra metà della storia, della sua vita. Contraltare della situazione diventa l’ormai anziana (come lui) Veronica, un personaggio enigmatico adattissimo al modo di recitare di Charlotte Rampling.

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Lo sceneggiatore spiega così il suo lavoro: “La sceneggiatura è la storia di formazione non di un adolescente ma di qualcuno che ha oramai superato i sessant'anni. Spesso le storie di formazione riguardano per lo più persone giovani ma tutti quanti nelle nostre vite continuiamo a cambiare e a formarci a qualsiasi età in base a quello che viviamo. Ho conservato quasi tutto del romanzo ma ho anche approfondito i personaggi, come ad esempio quello di Adrian, compagno di stanza e rivale di Tony, tenendo conto dei pochi elementi disseminati tra le pagine e del punto di vista del protagonista. Il cambiamento più notevole riguarda però la figura di Veronica, primo amore di Tony. Mentre nel libro è una figura tragica, la mia Veronica è qualcuno pieno di vita e la sua vita è ancora più interessante di quella di Tony”. Mentre il regista indiano Ritesh Batra, che si era affermato qualche anno prima con il bel Lunchbox, ricorda come si era presto innamorato del romanzo di Julian Barnes e lo aveva incontrato nella fase di preparazione del film: “Ci siamo seduti nel suo giardino a prendere il tè con i biscotti. Lui ha iniziato a parlarmi ed è andato avanti almeno cinque minuti durante i quali non ho ascoltato una sola parola di ciò che diceva perché non pensavo ad altro che ‘Sto prendendo il tè con Julian Barnes!’ L'ultima cosa che mi ha detto quel giorno è stata 'sentitevi liberi di tradirmi'. Sono felice di aver colto almeno questa sua frase e averla presa alla lettera”.

Ovvio, è un film di dialoghi e riflessioni, di pensieri e ricordi (non sempre belli), il ritmo è lento, ma se ci si sente partecipi si apprezza l’opera di un regista sensibile alla letteratura.



 
 
 

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