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L’amore a domicilio (2019)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 9 nov
  • Tempo di lettura: 3 min
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L’amore a domicilio

Italia 2019 commedia 1h30’

 

Regia: Emiliano Corapi

Sceneggiatura: Emiliano Corapi

Fotografia: Vladan Radovic

Montaggio: Marco Costa

Musiche: Giordano Corapi

Scenografia: Luisa Iemma

Costumi: Nicoletta Taranta

 

Miriam Leone: Anna

Simone Liberati: Renato

Fabrizio Rongione: Franco

Anna Ferruzzo: Silvana

Luciano Scarpa: Sergetto

Antonio Milo: poliziotto

Renato Marchetti: padre di Renato

Eleonora Russo: Dori

Maurizio Bianucci: marito di Dori

 

TRAMA: Un giovane assicuratore approfitta del fatto che la bella giovane donna da cui è attratto si trova agli arresti domiciliari e che quindi non può andare da nessuna parte per scappare.

 

VOTO 6 –


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Immancabilmente ci sono tutti i soliti ingredienti della consueta commedia italiana ordinaria ma il merito del regista sceneggiatore Emiliano Corapi è quello di avervi aggiunto un po’ di pepe e di trovate imbarazzanti e brillanti che la ravvivano quel tanto che basta per destare un po’ di attenzione. Il cast indovinato completa un quadro artistico accettabile.


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La situazione di partenza è infatti già anomala. Renato (Simone Liberati), giovane assicuratore, viene abbordato per strada da una bella ragazza di nome Anna (Miriam Leone). Senza capire nemmeno come, si ritrova nel letto della stessa, scoprendo poco dopo che la ragazza è agli arresti domiciliari per rapina a mano armata. È ospite in casa della madre, con la quale ha un pessimo rapporto ed esce rarissimamente potendo usufruire di permessi per effettuare degli esami all’università, dove si è iscritta, appunto, solo per crearsi un diversivo. La vita del giovane viene così stravolta dall’incontro rendendosi conto di essersi innamorato perdutamente di una che è l’opposto del suo carattere: lascia la ragazza con la quale aveva progettato di sposarsi e trascura anche il lavoro per dedicarsi alla persona che, inevitabilmente lo trascinerà a fare esperienze impensabili. Ma proprio impensabili, come per esempio farsi trascinare in una rapina con l’ex fidanzato di lei, Franco (Fabrizio Rongione), che quando fa i colpi diventa balbuziente (la sequenza più comica e surreale è quella della rapina) o prestare loro i suoi risparmi. Nel frattempo, altra anomalia da commedia, la mamma Silvana (Anna Ferruzzo) si sente attratta dal poliziotto che piantona la figlia.


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Con queste condizioni, il film si presenta allora come una rom-com che osa e sorprende, con una sceneggiatura sufficientemente briosa e una coppia protagonista che funziona, dove lui è schivo e allergico alle relazioni anomale (o almeno lo era), mentre lei è attraente e imprevedibile. Eppure, proprio queste cose sono per Renato una sorta di garanzia emotiva: lei non può scappare e lui non rischia di essere abbandonato. Da qui nasce una relazione surreale, tenera e piena di contraddizioni.


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Simone Liberati e Miriam Leone formano una coppia inedita ma sorprendentemente affiatata. Magnetica lei, capace di passare dalla seduzione alla fragilità con naturalezza; misurato lui, un uomo che cerca di tenere tutto sotto controllo ma che finisce travolto da un amore che non aveva previsto. Attorno a loro un contorno di personaggi ben scritti e interpretati, tra cui spiccano Fabrizio Rongione nel ruolo dell’ex pericoloso e Anna Ferruzzo come madre sopra le righe. La sceneggiatura del regista Emiliano Corapi gioca con i generi: si parte dalla commedia romantica, si sfiora il dramma, si arriva persino al tono da heist movie ma comico. Il ritmo è discreto, i dialoghi sono vivaci, e anche se qualche passaggio narrativo appare un po’ forzato, nel complesso accontenta, ricordandoci che la paura di lasciarsi andare e il bisogno di sicurezza spesso si scontrano con il desiderio di libertà.


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Lo scopo del film era giusto questo e lo ribadisce lo stesso regista: “Credo che la capacità di mettersi realmente in gioco nelle relazioni affettive e sentimentali sia un tema che tocchi la vita di gran parte delle persone, un qualcosa con cui più o meno tutti si trovano a fare i conti nel bene e nel male. Quando ho avuto l’idea ho pensato subito che questa potesse esplorare in maniera originale e divertente proprio questo tema e il suo dilemma fondamentale, vale a dire se sia meglio lasciarsi andare rischiando di soffrire, o tenersi alla larga da ogni coinvolgimento, rinunciando però a una parte fondamentale della vita. E ho pensato che il film potesse mescolare bene dramma e commedia attraverso una rappresentazione tra favola metropolitana e realtà, dove personaggi pronti a tutto, si muovono, giocando vigliaccamente i propri opportunismi e le proprie debolezze, salvo poi trovarsi a fare i conti con la loro parte migliore, risvegliata proprio da quei sentimenti che pensavano di poter gestire.” Il film è difatti questo.


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Riconoscimenti

Nastro d’Argento 2021

Migliore attrice in un film commedia a Miriam Leone

 


 
 
 

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