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Corro da te (2022)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 3 giu
  • Tempo di lettura: 3 min
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Corro da te

Italia 2022 commedia 1h53’

 

Regia: Riccardo Milani

Sceneggiatura: Riccardo Milani, Furio Andreotti, Giulia Calenda

Fotografia: Saverio Guarna

Montaggio: Patrizia Ceresani, Francesco Renda

Musiche: Piernicola Di Muro

Scenografia: Marta Maffucci

 

Pierfrancesco Favino: Gianni

Miriam Leone: Chiara

Vanessa Scalera: Luciana

Pietro Sermonti: Dario

Pilar Fogliati: Alessia

Piera Degli Esposti: nonna Margherita

Michele Placido: padre di Gianni

Carlo De Ruggieri: fratello di Gianni

Giulio Base: Fabio

Elisabetta Pellini: moglie di Fabio

Cesare Capitani: amico di Gianni

Andrea Pennacchi: don Walter

 

TRAMA: Single e affascinante, Gianni è un seduttore seriale. Gestisce un’importante azienda di scarpe sportive ed è pronto a tutto pur di conquistare la donna di turno, arrivando persino a fingersi costretto su una sedia a rotelle per suscitare pietà. La sua vita però è destinata a cambiare quando conosce Chiara, una donna solare e dinamica che un incidente ha reso paraplegica.

 

VOTO 5 -

 


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Gianni è un importante uomo d’affari di mezza età, piacente e affermato nella vita. Conduce una vita sentimentale di conquiste continue e non durature. Alla morte di sua madre, torna nel suo appartamento dove conosce la nuova vicina, Alessia, con cui vorrebbe mettere in atto il suo solito gioco di conquista. A causa di un fraintendimento, Alessia crede che Gianni sia disabile e gli offre assistenza, così Gianni finge di essere in sedia a rotelle. Inizialmente il gioco regge, ma ben presto le cose cambiano: a causa del suo intento con Alessia incontra Chiara, sorella di Alessia, musicista classica e tennista paraplegica. All’inizio Gianni la frequenta per una scommessa, data la fama di "conquistatore seriale" che vanta tra i suoi amici. Poi si accorge di provare qualcosa.



Rifacimento del molto meglio riuscito Tutti in piedi del brillante Franck Dubosc (che già non era il massimo per una commedia francese), ne è una copia sbiadita e chiaramente imitativa, in cui Riccardo Milani cerca qualche spunto di originalità ma mai trovandolo, se non nella italianità dell’ambiente.



Se proprio si vuol trovare un aspetto positivo è l’approccio alla disabilità condotto in maniera leggera, che non si piange addosso, ma è pur sempre un argomento non di facile trattamento e se viene fatto come in questo caso è chiaro che la scelta buonista è dettata dal dover svolgere il tema nell’ambito di una commedia che deve intrattenere. Oltre non si va.



Siccome i due protagonisti son una coppia importante del nostro cinema, la produzione punta, più che altro, a svegliare l’attenzione del pubblico: Pierfrancesco Favino e Miriam Leone non possono passare inosservati e quindi si mette in risalto la loro presenza, oltre al classico cast nostrano di nomi affermati.



Loro si muovono come si deve, fanno ciò che ci si aspetta, ma chi conosce la versione francese non trova nulla di nuovo e quindi si viaggia col pilota automatico sino al termine. Tirando le somme, non si va oltre la mediocrità da facile commedia, persino prevedibile. Mai una volta, che so, che un autore scelga la soluzione politicamente scorretta per sorprendere tutti e tentare una via diversa e provocatoria.


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Per cui il finale è quello che fa felici tutti, compreso lo spettatore soddisfatto, almeno nella speranza degli autori e i dei produttori: il ricco antipatico e supponente e la donna malata coraggiosa e bella sono le figure delle favole che finiscono bene. Auguri.



 
 
 

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