L’apparizione (2018)
- michemar

- 8 feb 2020
- Tempo di lettura: 4 min

L’apparizione
(L’apparition) Francia/Belgio/Giordania 2018 dramma 2h24’
Regia: Xavier Giannoli
Sceneggiatura: Xavier Giannoli, Marcia Romano
Fotografia: Eric Gautier
Montaggio: Cyril Nakache
Scenografia: Riton Dupire-Clément
Costumi: Isabelle Pannetier
Vincent Lindon: Jacques
Galatéa Bellugi: Anna
Patrick d'Assumçao: Père Borrodine
Anatole Taubman: Anton
Elina Löwensohn: Dr de Villeneuve
Claude Lévèque: Père Gallois
Gérard Dessalles: Stéphane Mornay
Bruno Georis: Père Ezéradot
Alicia Hava: Mériem
Candice Bouchet: Valérie
Natalia Dontcheva: Céline
TRAMA: Jacques è un giornalista di un quotidiano molto diffuso in Francia. La sua reputazione di giornalista investigativo imparziale e talentuoso attira presto l'attenzione del Vaticano, che decide di reclutarlo per un compito speciale: prendere parte alla commissione chiamata a verificare l'autenticità di un'apparizione religiosa in un piccolo villaggio. Dopo il suo arrivo, Jacques conosce la giovane e sensibile Anna, colei che con il suo spirito puro sarebbe stata testimone dell'apparizione della Vergine Maria. Confrontandosi con i differenti punti di vista, Jacques scoprirà gradualmente quali forze oscure e nascoste siano in atto, ritrovandosi profondamente scosso.
Voto 6,5

È facile trovare spunti e quindi film di un certo interesse sia psicologico che di cronaca quando si accostano due mondi totalmente diversi, o quando, come in questo caso, un uomo che nella vita si occupa di tutt’altro e non ne è neanche competente si avvicina ad un universo completamente diverso e lontano dalla sua mentalità. Soprattutto se quest’uomo si avvicina all’argomento non spinto da propria curiosità ma per un incarico per giunta dietro compenso. Jacques Mayano è un noto e talentuoso giornalista, un corrispondente di guerra, addirittura, un uomo scettico e provato dalle scene a cui ha dovuto assistere e un giorno viene chiamato – con sua enorme sorpresa e curiosità – dal Vaticano per far parte di una commissione d’inchiesta: deve indagare con altre persone, tutte specializzate in altri campi, sulla veridicità di un fenomeno che sta interessando e spaventando la Chiesa. Come ogni tanto succede, qui e là in vari posti, saltano fuori notizie di miracolose apparizioni di personaggi religiosi, quasi sempre la eccelsa figura della Vergine Maria.

Niente di più lontano dagli interessi e dalla mentalità dello scettico giornalista, il quale con qualche perplessità accetta l’incarico e oltre a svolgere il compito affidatogli osserva con estrema curiosità tutto il barraccone che è nato intorno al fenomeno e nello stesso tempo se ne sento coinvolto, dato il notevole rumore che questo solleva e il forte interessamento di molta gente che affluisce nel posto delle apparizioni. È un’indagine, quella della commissione, tortuosa e piena di discussioni, anche perché è formata da esperti di vario tipo e quindi di conseguenza le discettazioni sono tante e divergenti. Gli occhi di Jacques sono quelli di noi spettatori, che osserviamo come lui il circo mediatico che si è costruito intorno alla notizia, al coinvolgimento di gente in buona fede – proprio perché di fede – e di prelati che paiono molto più che interessati. Anzi, ciò che salta agli occhi e di conseguenza sembra suonare falso è l’assenza di dubbi di uno di questi fino al punto da dar l’impressione di “avere interesse” affinché il fenomeno venga riconosciuto attendibile dal Vaticano. La protagonista Anna è sincera? I pellegrini che affluiscono in massa vengono raggirati?

Il regista Xavier Giannoli viveva già di per sé un periodo di dubbi nella sua relazione con la fede e la religione e quando ha letto per caso un articolo di giornale sulle inchieste canoniche ha subito trovato lo spunto per il soggetto del suo film. In fondo, per lui, le commissioni d’inchiesta di questo tipo possono corrispondere in un certo qual modo alla conferma dell’esistenza di Dio: un’indagine che dà risultati positivi infatti rafforza l’idea di Dio stesso. L’obiettivo del regista era non tanto il cliché delle rappresentazioni dei mass media o il dibattito religioso o ancora la deriva della parte più fondamentalista della Chiesa e dei suoi scandali, quanto piuttosto una ricerca personale ed intimistica che lo portasse più vicino alla Fede. Perché di impostori che cercano la celebrità o sotto effetto di distorsioni mentali ce ne sono tanti e spesso leggiamo di notizie simili. Un film, quindi, per guardare dentro il fenomeno delle apparizioni, vere e false. Tant’è che l’archivio del Vaticano, così come ci mostra il film di Giannoli, è pieno di faldoni polverosi che raccontano mille e mille casi esaminati nella storia come quello del suo film.

Vincent Lindon è come sempre il poderoso attore che ben conosciamo e rende benissimo l’idea di un uomo provato dalle scene di guerra, in cui ha perso anche un amico, che si avvicina con scetticismo e cautela all’episodio affidato e ci trasmette tutti i suoi dubbi e perplessità. Il suo è un avvicinamento straniante tra la sua mentalità e la giovane Anna, dal viso costantemente rapito, che lui non capisce, non afferra se è sincera o no, ma ne è attratto dalla forte curiosità che nel frattempo è nata.

In verità il film poteva osare e andare oltre il limite che ha raggiunto, poteva essere un film migliore. Giannoli non è un genio, ma l’argomento è spinoso e si può debordare facilmente, correndo il rischio di banalizzarlo. Questa Anna è ancora uno di quei personaggi bislacchi, affascinanti outsider, antieroi perennemente in bilico tra cialtroneria e impostura che ha trattato altre volte Xavier Giannoli (vedi la Marguerite Dumont, la cantante stonata che voleva esibirsi nei teatri)? Il film in ogni caso si rivela interessante e la presenza magnetica di Vincent Lindon dona parecchia personalità al ruolo del giornalista, mentre la risposta finale dell’indagine rimane vaga.






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