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L'uomo della pioggia (1997)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 16 mag 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 14 lug

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L'uomo della pioggia

(The Rainmaker) USA 1997 dramma 2h15'


Regia: Francis Ford Coppola

Soggetto: John Grisham (romanzo)

Sceneggiatura: Francis Ford Coppola

Fotografia: John Toll

Montaggio: Melissa Kent, Barry Malkin

Musiche: Elmer Bernstein

Scenografia: Howard Cummings

Costumi: Aggie Guerard Rodgers


Matt Damon: Rudy Baylor

Danny DeVito: Deck Shifflet

Claire Danes: Kelly Riker

Jon Voight: Leo F. Drummond

Danny Glover: Tyrone Kipler

Teresa Wright: Colleen 'Miss Birdie' Birdsong

Virginia Madsen: Jackie Lemancyzk

Mickey Rourke: Bruiser Stone


TRAMA: Rudy Baylor, giovane laureato in giurisprudenza, aspira a diventare un "uomo della pioggia", vale a dire, un uomo destinato ad arricchire lo studio legale che avrà la fortuna di assumerlo. L'avvocato entra così in contatto con personaggi di dubbia fama. Un giorno si troverà a dover sfidare una assicurazione potente e corrotta che, attraverso un raggiro assicurativo da milioni di dollari, si è arricchita ai danni dei lavoratori.


Voto 7


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In un caso come questo non è difficile schierarsi e identificarsi: o stai di qua o stai di là, o parteggi per le persone per bene in cerca di giustizia o scegli di tifare per gli sciacalli. Il Bene e il Male sembra ancora riproporre il romanzo di John Grisham, come sempre è stato nella letteratura classica antica e contemporanea. La separazione è netta e visibile sin dall’inizio e ne consegue una sceneggiatura che li distingue decisamente, avendo però la scaltrezza di insinuarsi nelle invisibili crepe per creare scompensi e personaggi che sanno lavorare nelle retrovie. Per questo diventano decisivi gli interventi di un esperto avvocato che telefona da lontano e quella specie di grillo parlante che è il quasi legale Deck Shifflet al fianco dell’inesperto, ma deciso e idealista Rudy Baylor.


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Questo giovanottone di nome appunto Rudy Baylor, l'eroe del film, lavora all'altra estremità della scala rispetto ai super legali che si possono conoscere nella maggior parte delle storie di John Grisham: è un ragazzo povero che è riuscito a studiare con enormi sacrifici, suoi e della famiglia, ed ora, sperando di sfondare in quella professione che è poi la sua passione, si arrabatta come può, senza la sede di uno studio e perfino senza una vera casa, tanto che vive nell’auto, come si può notare all’inizio, e solo per darsi un contegno si firma con il nome di una ditta in cui la maggior parte del lavoro è fatto da un uomo che lo aiuta ma che non ha alcun titolo legale di studio, un cosiddetto paralegale che non ha mai superato l’esame di avvocato. Il quale, però, ha dei principi sanissimi, basati sul motto: “Un avvocato dovrebbe combattere per il suo cliente, astenersi dal rubare denaro e cercare di dire la verità”.


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Evidenti sono le angherie che subiscono i deboli e facilmente lo spettatore viene turbato dal cinismo del folto studio legale che difende il potente di turno e se Matt Damon è come sempre il ragazzone con la faccia pulita, lo stesso dicasi per Jon Voight, il cui ghigno ha lasciato il segno in tutti i film che lo hanno visto recitare. Dal canto suo Danny DeVito è impareggiabile nei ruoli di traffichino.


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Il grande orchestratore è Francis Ford Coppola, maestro nel concertare come una sinfonia lo sviluppo del racconto, di alzare il ritmo della suspense o rallentarlo nell’aula del tribunale, dove invece deve prevalere l’indignazione.

Un legal-thriller in bilico fino alla fine: un vero e proprio David contro Golia.


Riconoscimenti

1998 – Golden Globes

Candidatura miglior attore non protagonista a Jon Voight



 
 
 

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