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La campana del convento (1951)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 26 nov 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 28 nov 2024

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La campana del convento

(Thunder on the Hill) USA 1951 thriller drammatico 1h24’

 

Regia: Douglas Sirk

Soggetto: Charlotte Hastings (pièce teatrale “Bonaventure”)

Sceneggiatura: Oscar Saul, Andrew Solt

Fotografia: William H. Daniels

Montaggio: Ted J. Kent

Musiche: Hans J. Salter

Scenografia: Bernard Herzbrun, Nathan Juran

Costumi: Bill Thomas

 

Claudette Colbert: suor Maria Bonaventure

Ann Blyth: Valeria Carns

Robert Douglas: dottor Edoardo Jeffreys

Anne Crawford: Isabella Jeffreys

Philip Friend: Sidney Kingham

Gladys Cooper: madre superiora

Michael Pate: Willie

John Abbott: Abel Harmer

Connie Gilchrist: suor Giuseppina

Gavin Muir: sergente Melling

Phyllis Stanley: infermiera Phillips

Norma Varden: signora Pierce

 

TRAMA: Valeria Carns viene condannata a morte per l’omicidio del fratello. Durante il percorso dal penitenziario al patibolo una violenta alluvione travolge la contea di Norfolk rendendo così obbligata la deviazione in un convento ospedaliero. La donna si proclama innocente ma a crederle è solo suor Maria, che si appassiona al caso al punto di cercare indizi che provino l’innocenza della condannata. Aiutata da Willie, un povero ritardato mentale, riesce a ricomporre la trama degli episodi del delitto, scoprendo infine che il vero assassino si trova all’interno del convento.

 

Voto 7,5


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È il primo film di Douglas Sirk alla Universal, lo studio in cui avrebbe vissuto l’apice della sua carriera americana con una serie di grandi opere che lo resero celebre maestro del melodramma. La pellicola è l’adattamento dell’opera teatrale di Charlotte Hastings “Bonaventure” e nello stesso tempo segna il non facile inizio del regista appena immigrato negli USA, che teneva tanto al controllo totale dei lavori, come in questo caso che, a ben guardare, è un mix tra il suo amato melodramma e il poliziesco.



Thriller che però già alla metà si fa intuire. Infatti, è la suora interpretata da Claudette Colbert che porta i segni del destino drammatico: il buon senso e la rettitudine morale di suor Maria, tanti anni prima, l’avevano portata a tenere sua sorella lontana da un amante nefasto, tanto che la portò al suicidio.



Questo trauma l’aveva condotta a prendere i voti di suora senza poter ovviamente dimenticare la ferita, che si risveglierà proprio con l’incontro con Valerie Carns (Ann Blyth), condannata a morte per l’omicidio del fratello.



Sin dall’inizio questa donna appare una probabile innocente e, come una novella investigatrice, la suora si mette perfino nei pasticci per salvarla, dato che le ha creduto sin dal primo momento.



Inizialmente, il progetto doveva essere realizzato da Robert Siodmak con attori del calibro di Joan Fontaine e Burt Lancaster, ma poi Sirk, tornato da una pausa nella sua Germania, ne prese le redini.


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Un po’ avventuroso, un po’ fiabesco, con qualche agevolazione di sceneggiatura, il film diventa ben presto appassionante ed è ben interpretato.

Bellissimo!



 
 
 

Commenti


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