La grande partita (2014)
- michemar

- 17 apr 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 11 mag 2023

La grande partita
(Pawn Sacrifice) USA 2014 biografico 1h55’
Regia: Edward Zwick
Sceneggiatura: Steven Knight
Fotografia: Bradford Young
Montaggio: Steven Rosenblum
Musiche: James Newton Howard
Scenografia: Isabelle Guay
Costumi: Renée April
Tobey Maguire: Bobby Fischer
Liev Schreiber: Boris Spassky
Lily Rabe: Joan Fischer
Peter Sarsgaard: William Lombardy
Michael Stuhlbarg: Paul Marshall
Sophie Nélisse: Joan da giovane
Robin Weigert: Regina Fischer
Évelyne Brochu: Donna
Seamus Davey-Fitzpatrick: Bobby Fischer adolescente
Aiden Lovekamp: Bobby Fischer giovane
TRAMA: Il campione di scacchi americano Bobby Fischer si prepara ad affrontare in un match leggendario il russo Boris Spassky.
Voto 6

Il campione di scacchi Bobby Fischer (Tobey Maguire) si prepara per la finale del titolo mondiale di scacchi in Islanda, dove affronterà il campione russo Boris Spassky (Liev Schreiber). La loro sfida passerà alla storia come l'incontro del secolo. Ma l’intento reale di Edward Zwick, piuttosto, sembra invece esplorare il meglio possibile la personalità non facile e alquanto disturbata dell’asso Fischer. Una vita travagliata e colorita, certamente un grandissimo campione ma dallo stile di vita eccentrico. Stranianti alcuni suoi comportamenti, come quando lo si vede con un sacchetto di carta marrone sopra la testa quando si è trovato di fronte ad un gruppo di fotografi in un aeroporto. Poi non sopportava il minimo rumore durante una partita, chiedendo persino che una telecamera fosse spostata più lontano. Ed infine era convinto, nella sua paranoia, di essere continuamente spiato dalle autorità, tanto da distruggere, una volta la sua stanza alla ricerca di cimici.

Le sue più grandi invettive erano contro gli Stati Uniti e gli ebrei, anche se sua madre Regina (Robin Weigert) era nata da genitori ebrei provenienti dalla Polonia e dalla Russia. La sua fama di scacchista esplose dopo aver sconfitto il russo Boris Spassky al campionato del mondo in Islanda nel 1972, che innescò un grande interesse per lui poiché il gioco fu visto come una battaglia nell’ambito della guerra fredda tra gli Stati Uniti e la Russia. Comunque, era entrambi due tipi fuori dal comune. L’americano viene mostrato da Zwick come una stella nascente che combatte contro i russi determinati per il dominio del mondo, in particolare contro il suo idolo Spassky, che egli idolatrava e di cui studiava spasmodicamente ogni partita. L’altro invece è mostrato come una prima donna. La regia, quindi, cerca di giocare sulla rivalità tra i due, che era forte, ma non c'è urgenza nella narrazione, perché, come spesso succede nei film biografici, tutti conoscono già il ben noto finale.
Piuttosto, Edward Zwick tende a spiegare le cause del comportamento privato e pubblico del campione americano, attribuendo i deliri e la paranoia alla sua infanzia, quando gli fu chiesto di tenere d'occhio i personaggi sospetti frequentati dalla madre single: l'FBI stava appunto indagando su di lei e sui suoi amici per le loro presunte simpatie comuniste. I problemi mentali di Fischer derivavano anche dalla sua incertezza sul padre scomparso. Notevole, in ogni caso, e soprattutto appassionante la rappresentazione delle partite a scacchi, inquadrate come uno scontro a fuoco, come un duello all’ultimo sangue. I pezzi degli scacchi si muovono in primi piani accompagnati da una musica coinvolgente.

Buonissimi Tobey Maguire e Liev Schreiber, ben accompagnati da un cast di ottimi nomi, ad iniziare da Michael Stuhlbarg, attore jolly per tanti registi, e finendo con Lily Rabe, Peter Sarsgaard e Sophie Nélisse.
Non era facile per il regista tenere alta l’attenzione su una sfida del genere, ma il film può interessare soprattutto gli appassionati del bellissimo gioco degli scacchi e chi, più giovane, non è al corrente di questa battaglia mentale e di abilità che in quel tempo interessò molto l’opinione pubblica.








Commenti