La leggenda del pianista sull'oceano (1998)
- michemar

- 18 feb 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 15 mag 2023

La leggenda del pianista sull'oceano
Italia 1998 dramma 2h49’
Regia: Giuseppe Tornatore
Soggetto: Alessandro Baricco (monologo teatrale 'Novecento')
Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore
Fotografia: Lajos Koltai
Montaggio: Massimo Quaglia
Musiche: Ennio Morricone
Scenografia: Francesco Frigeri
Costumi: Maurizio Millenotti
Tim Roth: Danny Boodman T.D. Lemon Novecento
Pruitt Taylor Vince: Max Tooney
Mélanie Thierry: ragazza
Heathcote Williams: dr. Klauserman
Bill Nunn: Danny Boodman
Clarence Williams III: Jelly Roll Morton
Peter Vaughan: negoziante
Niall O'Brien: capitano di porto
Gabriele Lavia: contadino friulano
TRAMA: Lo hanno trovato appena nato in un cesto nascosto a bordo del Virginian e da lì non è mai sceso. Il Virginian è un piroscafo che attraversa l'oceano sulla rotta che va dall'Europa all'America e ritorno. È il trombettista, suo amico di vecchia data, Max Tooney, che ci racconta la sua storia. La nave per Novecento rappresenta tutto. Da autodidatta ha imparato a suonare il pianoforte e si concede il lusso di sfidare il famoso jazzista Jelly Roll Morton.
Voto 6,5

A volte succede, e anche spesso, che Giuseppe Tornatore esagera, come in questo caso.
Tratto dal monologo Novecento (che è di sole 40 pagine) di Alessandro Baricco, il regista ricava un film di quasi tre ore, imbastendo la vicenda biografica di un bambino che cresce fino a diventare uomo, ma a bordo di una nave, luogo che fa da culla e da palestra di vita di Danny Boodman, detto Novecento, come il secolo in cui è stato ritrovato dal suo omonimo macchinista nero del transatlantico.

Cosa può succedere in un luogo così circoscritto e nello stesso tempo così vasto come può essere una grande nave che trasporta migliaia di migranti? Tanto oppure poco, a seconda di ciò che ci si può attendere. A Danny, praticamente nato a bordo, succede che lì impara tutto, crescendo a pensando che la vita sia tutta così come la sta conoscendo, fino al punto da provare panico vedendo la terra ferma: la sua maturità di uomo sarà definitiva solo quando metterà un piede aldilà della passerella della nave. Nel frattempo succede, soprattutto, che a bordo il giovanottino, una volta cresciuto, si appassioni al pianoforte e quello strumento diventerà il mezzo per affermarsi in quel mondo galleggiante, mettendosi a confronto con musicisti ben più attrezzati di lui.

Quindi è tutto nelle mani della sceneggiatura per creare l’atmosfera adatta affinché si possa narrare una storia che appassioni e in quelle della regia che deve saper rendere interessante i circoscritti avvenimenti, magari esaltando anche quelli secondari. Ciò che salta agli occhi, appunto nella tecnica di Giuseppe Tornatore, sono i movimenti della macchina da presa, in tutti i virtuosismi che questa può permettere.

La storia è corposa e cinema abbondante, forse anche troppo. E se il regista riempie i nostri occhi di tante sequenze, ci pensa la solita meravigliosa colonna sonora: è la musica di Ennio Morricone, vincitore del Golden Globe. Poteva sembrare che Tim Roth non fosse il tipo giusto per un personaggio così particolare ed invece si dimostra adattissimo, forse per quel suo modo disincantato di recitare, quell’espressione perennemente perplessa e incuriosita. Ed in effetti se la cava benissimo.

I premi non mancheranno: oltre al Golden Globe, arriveranno 6 David di Donatello e altrettanti Nastri d’argento.

Riconoscimenti
Golden Globe 2000:
Miglior colonna sonora
David di Donatello 1999:
Miglior regia
Miglior fotografia
Miglior colonna sonora
Miglior scenografia
Migliori costumi
Premio David Scuola a Giuseppe Tornatore
Candidatura miglior film
Candidatura migliore sceneggiatura
Candidatura miglior montaggio






Commenti