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La notte brava del soldato Jonathan (1971)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 18 feb 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 18 ott 2023


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La notte brava del soldato Jonathan

(The Beguiled) USA 1971 thriller/western 1h45’


Regia: Don Siegel

Soggetto: Thomas P. Cullinan

Sceneggiatura: John B. Sherry (Albert Maltz), Grimes Grice (Irene Kamp)

Fotografia: Bruce Surtees

Montaggio: Carl Pingitore

Musiche: Lalo Schifrin

Scenografia: Ted Haworth

Costumi: Helen Colvig


Clint Eastwood: John McBurney

Geraldine Page: Martha

Elizabeth Hartman: Edwina

Jo Ann Harris: Carol

Darleen Carr: Doris

Mae Mercer: Hallie

Pamelyn Ferdin: Amy

Melody Thomas: Abigail

Peggy Drier: Lizzie

Patricia Mattick: Janie

George Dunn: Sam Jefferson

Matt Clark: Scrogins


TRAMA: Nel corso della guerra di Secessione, un caporale nordista, Jonathan McBurney, viene ferito e abbandonato sul territorio nemico. L'uomo viene raccolto da Emily, una bambina ospite di un collegio femminile diretto da una zitella miss Martha. Jonathan viene curato dalle premurose donne, ma è anche consapevole del fatto che, una volta guarito, dovrà essere consegnato ai Sudisti. Jonathan, unico uomo di casa, non ci ha messo molto ad attirare su di sé le simpatie delle ospiti del collegio. Stravedono per lui Martha ed Edwina, l'insegnante di francese.


Voto 7

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In origine fu il grande Don Siegel che mise sul grande schermo il romanzo di Thomas P. Cullinan The Beguiled del 1966, un cosiddetto “gotico meridionale”. Poi ai giorni nostri è stata Sofia Coppola che ne ha fatto un nuovo e fedele rifacimento con il titolo de L’inganno, nel 2017.

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I due film non si scostano molto dal punto di vista della trama e del contenuto, anzi sono proprio simili, a volte nel nuovo si ha l’impressione di aver già visto il film. Piuttosto sono ovviamente molto differenti per stile e tecniche utilizzate. Nonostante le forti rassomiglianze (la Coppola nella prima parte ne ha realizzato una specie di copia-incolla, copiando integralmente le scene e addirittura i dialoghi degli sceneggiatori del film originale), Don Siegel è di un altro pianeta.

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Il suo è un film aspro e vibrante, in cui l’astro crescente Clint Eastwood (nel ruolo del protagonista John McBurney) dà una vera prima prova di recitazione maiuscola, ben al di là delle espressioni con o senza sigaro, con o sena cappellaccio di leoniana memoria.

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Affiancato da una superba Geraldine Page, l’opera sa indagare l’aspetto psicologico analizzando la parabola del desiderio, trasformandosi in un vero thriller nella seconda parte, in cui viene esaltata la cattiveria montante e i forti accenti erotici con un momento addirittura onirico-saffico (che coraggio Siegel!), con una tensione così tipica di quegli anni ’70. Lo sguardo quasi nichilista del regista domina il film spogliandolo da ogni ammennicolo compiacente (lo ha sempre fatto) e la bella fotografia (almeno per quegli anni) di Bruce Surtees esalta i colori autunnali circostanti.

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Un film forte, che non ha nulla a che vedere con il classicismo del western ma piuttosto con lo stile del cinema classico in genere di quegli anni. Un film appassionante, dove la eccellente Geraldine Page dà una prova alla sua altezza, di fronte al Clint Eastwood che inizia finalmente a recitare davvero.

Purtroppo, però, fu un flop al botteghino, ma resta oggi imperdibile!



 
 
 

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