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La papessa (2009)

  • Immagine del redattore: michemar
    michemar
  • 30 lug 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

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La papessa

(Die Päpstin) Germania/UK/Italia/Spagna 2009 dramma storico 2h29’


Regia: Sönke Wortmann

Soggetto: Donna Woolfolk Cross (romanzo)

Sceneggiatura: Heinrich Hadding, Sönke Wortmann, Jodi Ann Johnson

Fotografia: Tom Fährmann

Montaggio: Hans Funck

Musiche: Marcel Barsotti

Scenografia: Bernd Lepel

Costumi: Esther Walz


Johanna Wokalek: Giovanna

David Wenham: Gerold

John Goodman: Papa SergioII

Edward Petherbridge: Esculapio

Anatole Taubman: Anastasio

Jördis Triebel: Gudrun

Alexander Held: Lotario

Tigerlily Hutchinson: Giovanna a 6-9 anni

Lotte Flack: Giovanna a 10-14 anni

Iain Glen: padre di Giovanna

Oliver Cotton: Arsenio

Suzanne Bertish: Arnaldo

Richard van Weyden: Eustasio

Branko Tomovic: Pasquale

Giorgio Lupano: imprenditore romano


TRAMA: La leggendaria storia della donna, educata a Magonza, che decise di travestirsi da uomo e si fece monaco, prendendo il nome di Johannes Anglicus, e che dopo la morte di Leone IV, venne nominata papa, prendendo il nome di Giovanni VIII.


Voto 6-

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Il prete conservatore del villaggio tedesco di Igelheim am Rhein spera che i suoi figli gli succedano dopo l'istruzione nella scuola della cattedrale del vescovo, ma il più anziano di loro soccombe per una grave malattia e il più giovane, invece, non ha alcuna aspirazione intellettuale. L'insegnante itinerante Esculapio organizza l'iscrizione della curiosa figlia Johanna, contro la volontà del padre. Inadatta al dormitorio per soli ragazzi, riesce a stare con il conte Gerold, incorrendo nella dovuta gelosia di sua moglie. Sta per essere licenziata, ma sopravvive a un massacro di saccheggi vichinghi e assume l'identità del fratello Johannes per unirsi a un monastero, dove diventa tirocinante dell'infermeria. In fuga da quell’ambiente e volendo essere una donna indipendente, arriva a Roma. Lì, protetta dai rivali della agitata corte papale, tanto simile a un nido di vipere, e facendosi credere uomo, finisce addirittura per essere eletta papa, celando non solo il suo vero sesso ma soprattutto il fatto di essere incinta, portando in grembo il bambino del conte Gerold.

Indubbiamente una storia poco credibile ma che ha resistito a lungo nella leggenda mitologica. È vera o inventata? Una donna poteva davvero essere incoronata capo della chiesa molti secoli fa? Ci sono argomenti a favore e contro. Il romanzo bestseller “The Pope” del 1996 dell'americana Donna Woolfolk Cross – costata ben sette anni di ricerche - vorrebbe dimostrare la prima tesi e il regista tedesco Sönke Wortmann porta la storia sul grande schermo come un divertente e sorprendente dramma storico. La storia parla di Johanna von Ingelheim, che cresce in circostanze modeste, viene segretamente istruita a leggere e scrivere da suo fratello – non dimentichiamo che siamo nel Medioevo - e anela imparare di più con gli insegnamenti del vescovo nella scuola del villaggio. In questa fase, la protagonista è incarnata da tre diverse attrici per documentare in dettaglio lo sviluppo di questa donna energica e intelligente. Nel suo stato adulta è poi riservato a Johanna Wokalek, capace di rendere il film una divertente escursione nel mondo del clero con una performance memorabile, sia che si tratti nel ferreo regime nel monastero, sia nell’inaffidabile ambiente vaticano, in cui sul trono di Pietro è seduto un Papa molto indebolito dalle lotte intestine e l'immagine della Chiesa non è quella che ci si attenderebbe a proposito di carità cristiana, generosità e assistenza. Mica per niente le viene detto, come avvertimento “Questa è Roma, Giovanna, qui le persone scomode le uccidono!”.

Strana storia, curiosa, perfino impensabile, ma la leggenda ha resistito nei secoli. Vera o no, il film ha avuto un certo successo pur non essendo riuscito molto bene, ma ha raggiunto lo scopo di portare nelle sale un romanzo che ha venduto milioni di copie nel mondo. Per giunta troppo lungo per essere sopportabile: la durata di un film, come sempre detto, deve essere ampiamente giustificata. I lati positivi sono la presenza di un attore importante, John Goodman, e la forte e volitiva prestazione della protagonista Johanna Wokalek, attrice di carattere.


Si lascia vedere ma nulla di speciale.


 
 
 

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