La pelle che abito (2011)
- michemar

- 10 ago
- Tempo di lettura: 3 min

La pelle che abito
(La piel que habito) Spagna 2011 thriller 2h
Regia: Pedro Almodóvar
Soggetto: Thierry Jonquet (Tarantula)
Sceneggiatura: Pedro Almodóvar, Agustín Almodóvar
Fotografia: José Luis Alcaine
Montaggio: José Salcedo
Musiche: Alberto Iglesias
Scenografia: Antxón Gómez
Costumi: Paco Delgado
Antonio Banderas: Robert Ledgard
Elena Anaya: Vera
Marisa Paredes: Marilia
Jan Cornet: Vicente
Roberto Álamo: Zeca
Eduard Fernández: Fulgencio
José Luis Gómez: presidente dell’istituto di biotecnologia
Blanca Suárez: Norma
TRAMA: Robert Ledgard è un eminente chirurgo plastico in cerca di vendetta nei confronti dell’uomo che ha stuprato la donna che ha in casa.
VOTO 6,5

Il melò di Almodóvar si colora di thriller: il regista guida Antonio Banderas in una torbida storia di amore, ossessione e chirurgia in un film molto fuori registro rispetto alle sue pellicole più note. Si ha l’impressione di assistere ad un adattamento algido ed elegante, stilizzato e moderno, di un Frankenstein dei giorni nostri, ma basato ovviamente sulla visione sensuale e grottesca che solo Almodóvar sa avere, perché pur sempre di melò stiamo parlando. È il suo mondo.
Robert Ledgard è un brillante chirurgo che ha perso la moglie in un incidente d’auto da cui la donna è uscita carbonizzata. Recluso in una lussuosa casa/clinica privata, vive con Vera, una misteriosa ragazza che l’uomo tiene reclusa, controllandone ogni mossa in maniera ossessiva. Intanto, l’uomo conduce esperimenti illegali per costruire una nuova pelle sintetica e più resistente di quella umana. Il mistero è tutto nello scoprire cosa si nasconde nel passato di Robert e quali segreti nasconde l’identità di Vera.
In molti dei suoi film, Almodóvar ha allegramente mescolato giocosità con la perversione e si è divertito molto a farlo. Qui, però, esplora terreni più bui e risulta anche spiazzante non solo nel modo in cui la trama si sviluppa, ma anche nel suo concentrarsi sulla psiche contorta del chirurgo plastico interpretato da Antonio Banderas che è tornato a lavorare con il regista dopo una pausa di più di un ventennio.
Il suo dott. Ledgard è considerato un genio nel settore, specializzato nei trapianti facciali. È motivato e narcisista. Pensa a se stesso come dotato di poteri divini (non diversamente dal chirurgo di Alec Baldwin nel thriller Malice - Il sospetto) e ignora le regole della bioetica. Sperimenta sulla pelle, cercando di renderla più dura e flessibile. Il suo ultimo progetto: creare un ibrido sintetico che non brucia ed è immune alle punture di zanzara. Nonostante le affermazioni, tuttavia, egli non ha limitato i suoi esperimenti in laboratorio, avendo nella casa/clinica un’ospite, una prigioniera in una gabbia dorata. Sotto l’abito attillato dal mento ai piedi che indossa, Vera (Elena Anaya) rappresenta il traguardo della carriera di Robert. Ha rifatto quasi ogni parte di lei, compreso darle il volto della moglie morta.
Un altro scherzo che ci (s)piazza il regista è che gioca un po’ con la trama e i colpi di scena, è come se volesse stuzzicarci con pezzi di verità ed equivoci cercati: parentele insospettabili, ospiti che arrivano all’improvviso, violenze anche sessuali, sala operatoria degna di un film quasi – sottolineo quasi – al limite dell’horror. Ma conoscendolo sappiamo che lui, appunto, gioca con i generi per farci tornare in piedi nella commedia. D’altronde, se con questi argomenti non tratti il film come un vero horror vuol dire che stai giocando con la commedia.

Riconoscimenti
Goya 2012
Miglior attrice a Elena Anaya
Miglior attore rivelazione Jan Cornet
Migliori musiche
Miglior trucco e/o acconciature
Candidatura miglior attore protagonista Antonio Banders
Candidatura miglior attrice rivelazione Blanca Suárez
Candidatura miglior regia
Candidatura miglior film
Candidatura miglior sceneggiatura adattata
Candidatura miglior fotografia
Candidatura miglior produttore
Candidatura miglior montaggio
Candidatura miglior suono
Candidatura miglior effetti speciali
Candidatura miglior costumi
Candidatura miglior scenografia
BAFTA 2012
Miglior film in lingua straniera
Festival di Cannes 2011
Miglior fotografia
Premio Giovani
Candidatura premio Queer
























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